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Come viene sedato un leone e cosa succede dopo averlo catturato

La sedazione di un grande carnivoro come un leone è una procedura complessa che comporta dei rischi. Ecco quali farmaci si usano e cosa succede dopo la cattura dell’animale.
A cura di Andrea Centini
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Il recupero del leone Kimba dopo la sedazione. Credit: screenshot video / Welcome to favelas
Il recupero del leone Kimba dopo la sedazione. Credit: screenshot video / Welcome to favelas

Il 12 novembre 2023 la fuga del leone Kimba da un circo ha tenuto col fiato sospeso per ore i cittadini di Ladispoli, fino a quando l'animale non è stato sedato e catturato dai veterinari. Da quanto si è appreso il grande felino è stato colpito con un dardo tranquillante, ma prima di questa operazione era stato effettuato un tentativo con un pezzo di carne imbevuto col farmaco anestetico. Il leone, tuttavia, era molto spaventato dalla situazione e dunque non si è nutrito dell'esca. Del resto, per la prima volta nella sua vita da recluso, Kimba aveva potuto assaporare qualche ora di libertà, seppur in un ambiente lontano migliaia di chilometri dal proprio habitat naturale, turbato da grida, lampeggianti e persone che lo inseguivano. Ma come avviene effettivamente la sedazione di un animale possente come un leone?

La procedura cambia naturalmente in base al contesto. Se si trova in natura, in uno zoo o magari libero in un contesto urbano come avvenuto nella cittadina affacciata sulla costa laziale. In generale, la somministrazione remota di farmaci o RDD per la gestione di animali selvatici come leoni, tigri e altri grandi carnivori è considerato il mezzo più affidabile per catturarli, poiché determina una riduzione dello stress e un minor rischio di lesioni, come specificato NexGen AnimalHealth, un centro di eccellenza per trattamenti veterinari. L'animale bersaglio, infatti, non sa da dove proviene il dardo, che in genere viene sparato da grande distanza da personale altamente specializzato, inoltre non è in grado di annusare e percepire la presenza di un potenziale pericolo, dunque non rileva minacce immediate. Tutto questo rende l'operazione molto più agevole e meno impattante sulla salute fisica e mentale dell'animale.

Per quanto concerne i farmaci impiegati, esistono diversi potenti anestetici utilizzati per sedare la fauna selvatica. Fra essi vi sono la ketamina, la tiletamina-zolazepam, la xilazina e la medetomidina. Ciascuno di essi, come spiegato dagli esperti, presenta benefici e potenziali rischi, anche in base alla specie bersaglio, pertanto “nei moderni protocolli di immobilizzazione chimica, gli agenti sono spesso combinati (associati) per massimizzare i loro punti di forza individuali riducendo al minimo i rischi”. Non è noto quale farmaco sia stato inoculato a Kimba e in quanto tempo abbia fatto effetto; di certo il tranquillante, sparato con un fucile appositamente modificato per scagliare dardi, agisce sul sistema nervoso centrale anche come ipnotico, abbattendo l'eccitazione e la reattività agli stimoli fino a farlo crollare nella paralisi chimica che permette il recupero.

Chi ha un animale domestico e ha avuto a che fare con interventi dal veterinario sa bene che gli anestetici possono avere delle conseguenze serie, anche letali nei casi più gravi. Tale rischio vale anche per gli animali selvatici. È accaduto diverse volte, purtroppo, che gli esemplari sono morti durante le procedure (si ricordi il caso dell'orsa Daniza). Il dosaggio e la combinazione di farmaci impiegati inseriti nel dardo dipendono anche dall'età, dal peso e da altri parametri fisici del bersaglio. Purtroppo in molti casi non si conosce il quadro clinico dell'animale che si deve catturare; ciò aumenta inevitabilmente i rischi della sedazione. Non è noto se prima di intervenire la squadra di veterinari abbia ricevuto le informazioni sanitarie su Kimba. Ciò che è certo è che il leone è stato sedato e catturato con successo.

A seguito dell'immobilizzazione chimica vengono coperti gli occhi e durante il recupero l'animale viene posizionato in decubito laterale e legato per minimizzare rischi di danni e lesioni. Dopo il trasferimento nell'area di destinazione, sempre sotto stretto monitoraggio veterinario, viene somministrato un antidoto che annulla l'effetto dei farmaci inoculati con il dardo. A quel punto avviene il graduale risveglio, se tutto è andato secondo i piani. Come indicato dal sindaco di Ladispoli Alessandro Grando, il leone Kimba dopo la cattura è stato riaffidato al circo dal quale era scappato. Non sono chiare le dinamiche che hanno portato alla sua fuga; si è parlato di tre persone che potrebbero aver aperto la gabbia, ma non si esclude un errore umano. Ciò che è certo è che un leone dovrebbe vivere libero e selvaggio nel proprio habitat naturale e non fare da pagliaccio per il pubblico pagante, a migliaia di chilometri dalla sua savana.

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