video suggerito
video suggerito

Coloranti fluorescenti e telecamere ultraveloci per distinguere i tumori dalle cellule sane

L’innovativa tecnica, sviluppata dai ricercatori di Boston, permette di rilevare con un’accuratezza del 97% diversi tipi di cancro: “Potrebbe migliorare la precisione degli interventi chirurgici”.
A cura di Valeria Aiello
41 CONDIVISIONI
Immagine

L’asportazione un tumore, risparmiando tessuto sano, richiede la massima precisione: ogni neoplasia e ogni paziente sono unici, per cui riuscire a distinguere dei tessuti tumorali da quelli sani, rimuovendo niente di più e niente di meno di ciò che è necessario per guarire, rappresenta la principale sfida della chirurgia oncologica moderna.

Ad oggi, per alcuni tipi di cancro, si può affidamento su strategie di imaging a fluorescenza e microscopica avanzata, ma un nuovo importante passo in avanti nella distinzione di ciò che è malato da ciò che è sano arriva da un team di ricerca del Mass General Brigham di Boston che ha sviluppato uno nuovo approccio di visualizzazione, che combina coloranti fluorescenti con telecamere ad alta velocità.

Chiamato imaging della durata della fluorescenza (FLT), il metodo è stato testato su campioni tumorali di oltre 60 pazienti sottoposti a intervento chirurgico, discriminando con precisione i tessuti sani da quelli tumorali di diversi tipi di cancro.

Nello specifico, come dettagliato in uno studio pubblicato su Nature Biomedical Engineering, la tecnica ha mostrato un’accuratezza di oltre il 97% per tutti i tipi di tumore, con il potenziale di migliorare la precisione degli interventi.

La principale differenza con le strategie di imaging a fluorescenza attualmente applicate risiede nell’utilizzo delle telecamere ultraveloci, che sono in grado di rilevare i cambiamenti nelle proprietà della luce emessa dai tessuti, aumentando la precisione nel rilevare i margini del tumore, o i bordi del tessuto normale che circondano un tumore, poiché l’espressione delle molecole prese di mira dalla fluorescenza può variare ampiamente all’interno e tra i tipi di tumore.

Il nostro lavoro – ha affermato Mark Varvares, uno degli autori dello studio – suggerisce la capacità di rimuovere in modo più completo tutte le cellule maligne durante la chirurgia del tumore e allo stesso tempo, con sicurezza, di risparmiare il tessuto sano, migliorando la funzione post-operatoria e in alcuni casi l’aspetto del paziente”.

41 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views