Chi ha subito traumi infantili è più propenso a rifiutare il vaccino Covid e a violare le regole
Rifiutare il vaccino anti Covid, non mantenere il distanziamento sociale, non indossare le mascherine e, più in generale, non rispettare le restrizioni introdotte dal governo per combattere la pandemia sono comportamenti che possono essere associati a traumi subiti durante l'infanzia. In parole semplici, chi da bambino è stato abbandonato, ha subito maltrattamenti, abusi verbali o sessuali, ha vissuto in una famiglia con genitori separati, circondato da uno o più famigliari con problemi di alcol, droga e/o con la legge, da adulto ha maggiori probabilità di non fidarsi delle informazioni sanitarie ufficiali, dunque di non rispettare le indicazioni per contrastare il coronavirus SARS-CoV-2. Per queste ragioni chi ha avuto traumi infantili può essere meno propenso alla vaccinazione e sentirsi maggiormente oppresso dalle misure anti Covid, tendendo così a eluderle.
Sono le conclusioni di un nuovo studio condotto da un team di ricerca britannico guidato da scienziati dell'Università di Bangor (Galles), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del World Health Organization Collaborating Centre on Investment for Health and Well-being – Public Health Wales e della Scuola di Scienze Sociali dell'Università di Liverpool Hope. Gli scienziati, coordinati dal professor Mark A. Bellis, docente presso il College di Scienze Umane dell'ateneo gallese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto una serie di interviste telefoniche a circa 2.300 cittadini gallesi con età maggiore o uguale ai 18 anni. Poiché le esperienze infantili avverse o ACE (acronimo di adverse childhood experiences) sono in grado di influenzare la salute e il benessere nel corso della vita, portando a comportamenti rischiosi e a una scarsa fiducia verso il prossimo, gli scienziati hanno voluto analizzare l'associazione tra i traumi infantili e la fiducia nelle informazioni sanitarie sulla pandemia di COVID-19, il rispetto delle restrizioni anti Covid (isolamento, mascherine etc etc) e l'esitazione a vaccinarsi.
Delle 2.285 persone intervistate, la metà non aveva subito alcun trauma infantile; una su cinque ne aveva subito almeno uno, uno su sei almeno due o tre mentre uno su 10 aveva sperimentato quattro o più ACE durante l'infanzia. Tra i traumi rilevati dai ricercatori vi erano diverse tipologie di maltrattamento (fisico, verbale o sessuale), esposizione alla violenza domestica, convivenza con un famigliare affetto da problemi di salute mentale, di abuso di alcol o sostanze stupefacenti e l'avere un genitore in prigione. Incrociando tutti i dati è emerso chiaramente che chi aveva subito più abusi tendeva a rispettare meno le norme anti Covid ed era più avverso alla vaccinazione. Nello specifico, è stato determinato che la tendenza a violare le restrizioni anti Covid raddoppiava passando da nessun trauma infantile a 4 o più traumi infantili; l'esitazione a vaccinarsi contro il coronavirus era invece tre volte più probabile in chi aveva subito 4 o più traumi infantili rispetto a chi aveva avuto un'infanzia senza ACE. Il professor Bellis e colleghi hanno osservato che l'esitazione al vaccino era maggiore tra i più giovani, passando dal 3,42 percento nel gruppo senza traumi infantili con un'età maggiore o uguale a 70 anni, al 38,06 percento nel gruppo dei giovani tra i 18 e i 29 anni con 4 traumi infantili o più.
Alla luce di questi risultati gli scienziati sottolineano l'estrema importanza dell'assistenza sociale e psicologica per gli individui che durante l'infanzia subiscono pesanti traumi. Una migliore assistenza per queste persone sfortunate può infatti migliorare l'adesione ai consigli di salute pubblica, proteggendo loro stesse e la comunità, anche dalle conseguenze di una grave pandemia come quella che stiamo vivendo. I dettagli della ricerca “Associations between adverse childhood experiences, attitudes towards COVID-19 restrictions and vaccine hesitancy: a cross-sectional study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The British Medical Journal (BMJ) Open.