Chi era Henrietta Lacks, la donna dalle cellule “immortali” che ha salvato milioni di vite
Il 4 ottobre del 1951 morì di cancro una donna afroamericana molto speciale, Henrietta Lacks, alla quale devono la vita milioni e milioni di persone (e moltissime altre verranno salvate in futuro grazie a lei). Il merito, se così si può definire, è delle anomale cellule tumorali che le strapparono la vita in giovane età, a soli 31 anni, che gli scienziati non hanno esitato a definire “immortali”. Queste cellule, infatti, a differenza delle altre testate fino ad allora, non invecchiavano né morivano, ma davano continuamente vita a nuove linee cellulari stabili, alle quali i ricercatori hanno dato il nome di HeLa (le iniziali della donna). Fu una scoperta straordinaria per l'epoca, ma ancora oggi traiamo immensi benefici dalle HeLa, che sin dalla loro scoperta furono trasferite nei laboratori di tutto il mondo.
Come specificato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le cellule di Henrietta Lacks sono state coinvolte in circa 75mila studi, hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo dei vaccini contro l'HPV e la poliomielite, a quello dei farmaci contro la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) e a scoperte importanti per la fecondazione in vitro. Sono state coinvolte anche nello sviluppo dei recenti vaccini anti Covid. Ma tutti questi enormi progressi scientifici sono stati compiuti alle spalle di Henrietta Lacks, che non aveva mai dato il consenso all'utilizzo delle sue cellule, sfruttate per decenni dopo la sua scomparsa senza che nemmeno venisse citata. Oggi il suo contributo è ampiamente riconosciuto dalla comunità scientifica, ma le questioni bioetiche (e anche economiche) legate alle cellule HeLa sono ancora apertissime.
Per comprendere meglio la straordinaria storia di questa donna è doveroso partire dagli inizi. Henrietta Lacks, nata Loretta Pleasant, nacque a Roanoke in Virginia (Stati Uniti) il 1 agosto 1920 da Eliza Pleasant e John Randall Pleasant. Sua madre morì di parto – del decimo figlio – quando aveva appena 4 anni, e poiché il padre non poteva prendersi cura di tutti, “distribuì” i propri figli a vari parenti. La piccola Henrietta finì dal nonno materno, che lavorava nei campi di tabacco. Qui viveva anche il cugino di 9 anni (David Lacks), che divenne suo marito e dal quale ebbe cinque figli in giovane età, il primo a 14 anni. La coppia si trasferì nel 1941 nel Maryland, dove riuscì ad acquistare una casa. Il 29 gennaio 1951 si recò all'ospedale Johns Hopkins – l'unico nell'area in cui viveva che curava pazienti neri – per un fastidio all'addome; inizialmente si pensava a un'altra gravidanza, tuttavia i medici le diagnosticarono un carcinoma epidermoide maligno della cervice uterina (era in realtà un adenocarcinoma, come scoperto due decenni più tardi).
Il medico che la ebbe in cura, il dottor George Otto Gey che faceva ricerca sul cancro, prelevò un campione della sua massa cellulare, proprio quello da cui è derivata la linea cellulare HeLa. All'epoca era normale e legale compiere esperimenti con i tessuti dei pazienti senza chiederne il consenso, così il medico-scienziato, quando scoprì l'incredibile proprietà delle cellule della sua paziente, tenne tutto nascosto. Purtroppo in pochi mesi le condizioni di Henrietta peggiorarono e l'8 agosto del 1951 fu ricoverata per dolori fortissimi; non uscì più dall'ospedale Johns Hopkins, dove morì il 4 ottobre dello stesso anno.
In quegli anni il dottor Gey stava cercando proprio di mettere a punto linee cellulari stabili da utilizzare nella ricerca, ma i suoi esperimenti fino a quando non mise le mani sulle straordinarie cellule tumorali "immortali" della donna. Nel 1999, come spiegato dall'Università di Padova, è stato scoperto che il genoma delle sue cellule era mutato a causa del papillomavirus umano, che aveva indotto l'immortalità. I dettagli della scoperta sono stati pubblicati nell'articolo “Nucleotide sequences and further characterization of human papillomavirus DNA present in the CaSki, SiHa and HeLa cervical carcinoma cell lines” pubblicato sul Journal of General Virology. È interessante notare che le cellule HeLa hanno ben 82 cromosomi, molti più di quelli presenti nelle cellule normali.
Come specificato, il dottor Gey continuò a usare le cellule di Henrietta Lacks per decenni e le distribuì nei laboratori di tutto il mondo, senza citare mai la loro origine. La famiglia della donna venne a sapere della vera storia delle HeLa solo nel 1973, anni dopo la morte del medico. Da allora ne è nata una disputa legale e sono state sollevate diverse questioni bioetiche sull'utilizzo dei tessuti dei pazienti, perché come indicato Henrietta Lacks non diede mai tale consenso. Nel 2013 ci fu un ulteriore colpo di scena, quando il genoma delle sue cellule fu divulgato in un database pubblico, con conseguente violazione della privacy dei parenti della Lacks ancora in vita, che condividono il medesimo patrimonio genetico. Sebbene alcuni membri del movimento Black Live Matters abbiano chiesto di sospendere definitivamente l'uso delle cellule HeLa, vista la storia di "usurpazione" alle spalle, i discendenti della donna desiderano invece che continuino a essere utilizzate per fare del bene, ma nel nome e col ricordo di Henrietta ben in evidenza. Sua nipote Jeri Lacks-White ha dichiarato a Nature che la famiglia desidera il pieno riconoscimento da parte degli scienziati, esplicitando che le cellule HeLa sono state ottenute da una donna afroamericana “che era fatta di carne e sangue, che aveva una famiglia e una storia”.
L'organizzazione senza scopo di lucro Roanoke Hidden Histories ha appena annunciato che sono stati raccolti 180mila dollari per la realizzazione di una statua in bronzo che verrà eretta nella “Lacks Plaza”, una piazza recentemente ribattezzata in onore di Henrietta Lacks nella sua città natale in Virginia. La statua prenderà il posto di quella del generale confederato Robert E. Lee, un aristocratico della Virginia noto per essere stato uno schiavista. Per questo la sua stata fu abbattuta proprio dal movimento Black Live Matters durante le proteste del 2020. Ora Henrietta Lacks riceverà un doveroso omaggio anche dalla sua città.