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Chi è Liz Parrish, la donna che ha provato sulla sua pelle la terapia genetica del ringiovanimento

Elizabeth Parrish è un’imprenditrice da anni attiva nel settore delle terapie genetiche di ringiovanimento. Nel 2015 si è sottoposta ai trattamenti sperimentali sviluppati dalla sua stessa azienda, la startup BioViva, nonostante non avessero ricevuto l’approvazione della Fda. Per questo suo approccio, il suo lavoro ha suscitato molti dubbi e critiche, anche all’interno della stessa comunità scientifica.
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Liz Parrish – il suo nome per intero è Elizabeth Parrish – è un'imprenditrice statunitense di 53 anni. Nel 2015 ha fondato l'azienda biotech BioViva, con sede a Seattle, negli Stati Uniti, e di cui è al comando da allora. Parrish è diventata nota per essere diventata la paziente zero dei trattamenti sperimentali di ringiovanimento genetico formulati e sviluppati dalla sua stessa azienda, senza che avessero ricevuto l'approvazione della Food and Drug Administration (Fda).

BioViva l'ha definita "la prima terapia genica con successo contro l'invecchiamento umano". Secondo i test effettuati dalla stessa azienda il trattamento avrebbe ringiovanito di 20 anni i cromosomi della donna. Tuttavia, nella comunità scientifica il suo lavoro, e soprattutto i metodi poco ortodossi della sua azienda, sono stati spesso criticati, soprattutto per non aver seguito i test preclinici necessari per sperimentare un farmaco su un essere umano.

Chi è Liz Parrish, la paziente zero della terapia di ringiovanimento

Nella bio del suo profilo Instagram, Parrish si presenta così: "Ceo of BioViva Usa. “The woman who wants to genetically engineer you”, ovvero "La donna che ti vuole ingegnerizzare geneticamente". Nella pagina a lei dedicata sul sito di BioViva si definisce "umanitaria, imprenditrice, innovatrice, autrice e sostenitrice della cure genetiche".

Oltre ad aver fondato BioViva, Parrish ha fatto della corsa alle terapie genetiche per la longevità il fulcro della sua carriera professionale. Pur non essendo – vale la pena ribadirlo – una scienziata. Ad esempio è tra i membri fondatori dell'International Longevity Alliance (ILA), un'associazione no profit per la promozione e la sensibilizzazione a sostegno della ricerca delle "tecnologie no-aging", ovvero anti-invecchiamento.

Nel 2015 Parrish è volata in Colombia per testare la terapia di ringiovanimento genetico della sua azienda sulla sua stessa pelle. Restando a Seattle non avrebbe infatti puto farlo perché il trattamento non è stato sottoposto al convenzionale iter di test preclinici predisposti dalla Fda affinché qualsiasi farmaco o terapia riceva l'approvazione ufficiale e possa quindi essere effettuata su un essere umano.

La terapia genica di Liz Parrish e i risultati

Ma in cosa consistono queste terapie? Un'inserzione pubblicitaria di BioViva sulla rivista scientifica Nature – in cui la rivista specifica che "l'inserzionista mantiene la responsabilità esclusiva del contenuto di questo articolo" – spiega che "BioViva utilizza terapie geniche combinate per colpire le cause alla base dell'invecchiamento". L'obiettivo principale che si pone l'azienda è – si legge sul sito – contrastare e rallentare l'invecchiamento cellulare e tutte le malattie che ne derivano.

Un articolo del Guardian del 2016 spiega che le terapie di BioViva, quelle a cui si è sottoposta la stessa Parrish ormai nove anni fa, sono due. La prima è un inibitore della miostatina, una proteina che limita la crescita muscolare. Si tratta infatti un farmaco utilizzato per contrastare la perdita di tono muscolare. Il secondo, la terapia genetica vera e propria, consiste invece nel favorire la produzione cellulare di telomerasi, una proteina che serve a riparare i telomeri. Per capire in cosa consiste la terapia, bisogna fare un piccolo ripasso di biologia. I telomeri sono segmenti che si trovano alle estremità dei cromosomi e hanno il compito di proteggere il materiale genetico al loro interno. Man mano che le cellule si dividono, una parte dei telomeri viene persa, fino a quando la cellula muore. Dato che più corti sono i telomeri, più la cellula è vecchia, la terapia di Parrish punta a invertire questo processo, dando alle cellule l'ordine di produrre più telomeri.

Questa terapia – spiega l'articolo del Guardian – sarebbe nata seguendo uno studio del 2012 della scienziata María Blasco, direttrice del Centro nazionale spagnolo di ricerca sul cancro. La ricerca in questione aveva ipotizzato che stimolando la telomerasi sarebbe stato possibile allungare la vita dei topi del 20%. Eppure la stessa Blasco si è dissociata dal lavoro di BioViva: "La nostra terapia, come qualsiasi altra terapia, dovrebbe essere validata clinicamente attraverso studi rigorosi e riconosciuti dalle agenzie di regolamentazione".

Liz Parrish al Longevity World Forum 2024

In questi giorni si sta parlando di nuovo di Liz Parrish perché il 17 e 18 ottobre l'imprenditrice andrà a parlare delle sue terapie genetiche alla terza edizione del Longevity World Forum, la conferenza internazionale sui più recenti sviluppi nell'ambito della longevità, che si terrà in quei giorni ad Alicante, in Spagna. Il sito dell'evento definisce la donna "pioniera nel campo della terapia genica incentrata sulla longevità", ma specifica l'iter non convenzionale che ha seguito nel suo lavoro: "Sebbene i risultati clinici di questo trattamento siano ancora in fase di valutazione scientifica, la sua audacia ha portato sul tavolo una domanda cruciale: è possibile invertire l'invecchiamento biologico? ".

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