Chi consuma cannabis prova più dolore dopo un intervento chirurgico (e usa più oppioidi)
Chi assume cannabis prova più dolore dopo un intervento chirurgico e non di meno. Inoltre, a causa di questo effetto, il paziente convalescente è spinto a utilizzare più farmaci oppiacei per contrastare la sofferenza. Lo ha dimostrato un nuovo studio presentato presso il meeting annuale 2022 “Anesthesiology” della Società Americana di Anestesiologia. Il risultato segue quello di una recente e approfondita revisione sistematica condotta da scienziati del Dipartimento di informatica medica ed epidemiologia clinica della Oregon Health & Science University di Portland, nella quale è stato determinato che la cannabis non sarebbe affatto un buon antidolorifico. Da anni i principi attivi della sostanza stupefacente – in particolar modo il cannabidiolo (CBD) e il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) – sono associati a proprietà antidolorifiche, ricevendo significativa promozione in tal senso, tuttavia le evidenze scientifiche sono meno solide della pubblicità, soprattutto per quel che concerne gli effetti a lungo termine.
A dimostrare che l'uso di cannabis non lenisce il dolore dopo un intervento chirurgico ma, al contrario, lo acuisce, è stato un team di ricerca guidato da scienziati Dipartimento sui Risultati della Ricerca dell'Istituto di Anestesiologia della Cleveland Clinic, una autorevole istituzione accademica statunitense senza scopo di lucro volta alla ricerca, all'assistenza clinica e alla formazione in ambito sanitario. I ricercatori, coordinati dal dottor Elyad Ekrami, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato la condizione di circa 35mila pazienti adulti sottoposti a un'operazione presso la Cleveland Clinic tra gennaio 2010 e dicembre 2020. Tra essi vi erano quasi 1.700 utilizzatori di cannabis, che avevano consumato la sostanza stupefacente – la principale droga ricreativa negli Stati Uniti e in molti altri Paesi – trenta giorni prima di finire sotto ai ferri.
In base ai risultati dello studio è emerso che i consumatori di cannabis, durante le 24 ore dopo l'intervento chirurgico, hanno sperimentato il 14 percento di dolore in più rispetto a chi non aveva mai usato la sostanza. Il dottor Ekrami e colleghi hanno inoltre rilevato che gli utilizzatori di cannabis hanno utilizzato il 7 percento di farmaci oppioidi in più – come la morfina, tra i più usati per controllare il dolore acuto e cronico – in confronto al gruppo di non consumatori. Questi farmaci sono noti per avere sensibili effetti collaterali. L'associazione tra uso di oppiacei è stato tuttavia considerato come “statisticamente non significativo, ma probabilmente rilevante dal punto di vista clinico”.
I ricercatori hanno tenuto conto di numerosi fattori confondenti, per evitare che i risultati dell'indagine potessero essere influenzati. “L'associazione tra uso di cannabis, punteggi del dolore e consumo di oppioidi è stata segnalata in precedenza in studi più piccoli, ma hanno avuto risultati contrastanti”, ha dichiarato in un comunicato stampa l'autore principale della ricerca. “Il nostro studio ha una dimensione del campione molto più ampia e non include pazienti con diagnosi di dolore cronico o coloro che hanno ricevuto un'anestesia locale, il che avrebbe seriamente influenzato i nostri risultati. Inoltre, i nostri gruppi di studio sono stati bilanciati da fattori confondenti tra cui età, sesso, consumo di tabacco e altre sostanze illecite, nonché depressione e disturbi psicologici”, ha chiosato il dottor Ekrami.
Data la natura dello studio, gli scienziati sottolineano che è fondamentale condurre indagini più approfondite per determinare l'esatta relazione tra la cannabis e gli esiti degli interventi chirurgici, al fine di migliorare anche la convalescenza post-operatoria di chi la consuma. Ma l'associazione col dolore più acuto appare evidente. “Il nostro studio mostra che gli adulti che fanno uso di cannabis hanno più, non meno, dolore postoperatorio. Di conseguenza, hanno un maggiore consumo di oppioidi dopo l'intervento chirurgico”, ha chiosato il dottor Ekrami. I dettagli della ricerca sono stati presentati durante una conferenza stampa al meeting Anesthesiology 2022, attualmente in corso di svolgimento (21 – 25 ottobre) presso l'Ernest N. Morial Convention Center di New Orleans, in Lousiana.