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Che cos’è la malaria: sintomi e cura della malattia portata da una zanzara riapparsa in Italia

Dopo 50 anni di assenza, la presenza di zanzare in grado di trasmettere la malaria sono state segnalate in Puglia. Sebbene gli esperti raccomandino di evitare allarmismi, la notizia non va sottovalutata. La malattia tropicale è ancora presente in forma endemica in molti Paesi del mondo e solo nel 2020 sono stati segnalati 241 milioni di casi di infezione. Quasi sempre il contagio avviene attraverso la puntura di una zanzara infetta, ma sintomi e tempi di incubazione possono variare anche di molto in base alla specie di parassita infettante.
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Uno studio dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilica ha segnalato la presenza della zanzara della malaria in Puglia dopo 50 anni di assenza. Si tratta di esemplari della famiglia Anopheles sacharovi rintracciati lungo la regione costiera del Salento, tra Lecce e Otranto. Gli esperti hanno però sottolineato l'importanza di non fare allarmismi: la notizia infatti non significa che la malaria sia tornata in Italia, ma che occorre intensificare gli sforzi per controllare e ridurre la presenza delle zanzare in circolazione.

In Italia la malaria è stata debellata nei primi anni '60, tuttavia continua a essere la principale malattia di importazione nel Paese, spiega l'Istituto superiore si sanità (Iss). Si tratta di una malattia tropicale che se non trattata in modo tempestivo può avere sintomi gravi e nei casi estremi essere perfino mortale. L'uomo può contrarla in seguito alla puntura di una zanzara infetta che trasmette nel sangue umano l'agente patogeno responsabile dalla malattia, ovvero da alcuni protozoi parassiti del genere Plasmodium.

Circa metà della popolazione mondiale è considerata a rischio malaria e la malattia è ancora endemica in diversi Paesi del mondo, in primis in Africa. Dei 241 milioni di casi segnalati nel 2020 in tutto il mondo, ben il 95% si sono verificati in Africa, secondo i dati del World Malaria Report 2021 dell'Organizzazione mondiale di sanità (Oms).

Che cos'è la malaria

La malaria è una malattia infettiva causata da cinque specie di Plasmodium: il P. falciparum, il P. vivax, il P. ovale, il P. malariae e il P. knowlesi. Questo parassita è in genere trasmesso agli umani dalle zanzare, ma non da tutte. Le zanzare che possono essere vettori dell'infezione sono le femmine dalla famiglia Anopheles (si distinguono dalle altre anche perché pungono prevalentemente dal tramonto all'alba).

Il Manuale Msd spiega le fasi del ciclo di vita del parassita responsabile della malattia: in sostanza quando una zanzara punge una persona infetta ingerisce il sangue contenente il parassita e può in questo modo infettarsi. Quando poi l'insetto punge un'altra persona può trasmettere a sua volta la malattia. Quindi la trasmissione viene veicolata dalla puntura della zanzara e non può mai avvenire  da persona a persona, spiega ancora l'Iss. Le altre uniche vie possibili di trasmissioni, sebbene molto rare, sono le trasfusioni di sangue e la condivisione di aghi.

Come agisce il parassita responsabile della malaria

Quando una persona viene punta da una zanzara infetta, il parassita finisce nel sangue umano e attraverso di questo arriva fino al fegato. Qui si sviluppa prima di essere immesso di nuovo nel flusso sanguigno, ovvero nei globuli rossi, dove cresce e si moltiplica, fino a quando i globuli rossi non si rompono, liberando i nuovi parassiti nel sangue. Ogni volta che questo si verifica la persona infettata può sperimentare attacchi di febbre con brividi e sudorazioni, in genere ogni 48-72 ore, in base alla specie di parassita infettante.

Quali sono i sintomi della malaria

Dal momento in cui la persona viene punta dalla zanzara femmina infetta il tempo di incubazione può variare in base alla specie del parassita trasmesso. In linea di massima sono necessari tra i sette e i 18 giorni. Tuttavia se l'infezione è causata dal Plasmodium malariae il periodo di incubazione può essere anche molto più lungo e durare anche mesi, se non anni.

Come per i tempi di incubazione, anche i sintomi possono variare in base al tipo di parassita infettante. In genere la malaria si manifesta inizialmente come una comune sindrome influenzale. I primi sintomi possono comprendere febbre, sudorazione, brividi, mal di testa e vomito. A questi possono accompagnarsi stanchezza e malessere generale, anche con dolori muscolari e diarrea. In alcuni casi la febbre può manifestarsi sotto forma di attacchi che si verificano ogni 48 ore e possono durare tra le 6 e le 12 ore, spiega l'Iss.

Come si cura la malaria

Se dopo un viaggio in un Paese dove la malaria è presente, si avverte uno di questi sintomi, è fondamentale contattare il proprio medico che valuterà se è il caso si procedere con la ricerca del parassita nel sangue. La diagnosi si basa infatti su un particolare esame di laboratorio, lo striscio di sangue, che consiste nell'osservazione al microscopio di un campione di sangue.

Se viene accertata la presenza del parassita, seguono ulteriori test che ne identificano la specie esatta. In base a quest'ultima e alla gravità della malattia si procede con la terapia. Questa si basa sull'assunzione di farmaci antimalarici, gli stessi che vengono prescritti a scopo preventivo nella profilassi antimalarica. In genere questa è fortemente consigliata prima di un viaggio in un Paese dove la malattia è molto presente. Secondo i dati riportati dall'Iss, sebbene la profilassi non elimini del tutto il rischio di infezione, può ridurlo fino al 90%. Prima di partire per un viaggio a rischio, è quindi informarsi con il proprio medico per avere indicazioni esatte su come proteggersi dal rischio di contrarre la malaria.

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