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Centinaia di migliaia di pesci morti invadono un porto turistico in Grecia: il video

Nella città portuale di Volo, in Grecia, sono giorni di apprensione a causa dell’invasione di centinaia di migliaia di pesci morti. L’odore è insopportabile è c’è il rischio di un disastro ambientale. Ecco cos’è successo e perché i residenti ce l’hanno col governo greco.
A cura di Andrea Centini
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Il porto turistico della città greca di Volo, affacciata sul bellissimo golfo Pagaseo, è stato invaso dalle carcasse di centinaia di migliaia di pesci morti. Il rischio biologico e l'odore nauseabondo scaturiti dalla putrefazione di una biomassa così significativa hanno spinto le autorità locali a intervenire rapidamente, per rimuovere dal mare quanti più animali possibile. Non è un'impresa facile perché, come dichiarato all'agenzia di stampa britannica Reuters dal consigliere comunale Stelios Limnios, la marea argentea di pesci morti si estende a perdita d'occhio, per chilometri. E non riguarda il solo porto di Volo, ma anche la parte centrale del golfo innanzi al Mare Euboico, che fa parte del più conosciuto Mar Egeo.

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Le immagini sconcertanti diffuse da residenti e turisti mostrano alcuni addetti che lavorano incessantemente con gli escavatori, usando la pala meccanica come una sorta di grande mestolo per tirare su i pesci e rimuoverli dall'acqua. All'operazione stanno partecipando anche diversi pescherecci, che muniti di grandi reti stanno radunando e trascinando verso riva il maggior numero di carcasse. È un lavoro che va avanti da alcuni giorni, a causa del numero spropositato di pesci rimasti vittime di questa impressionante moria.

Un dettaglio interessante risiede nel fatto che i pesci morti non sono marini, ma di acqua dolce. Sono arrivati al mare come conseguenza delle drammatiche inondazioni che hanno colpito la Tessaglia a settembre dello scorso anno, provocando la morte di almeno dieci persone. L'acqua alluvionale ha travolto laghi e corsi d'acqua trascinando e concentrando i pesci soprattutto in un particolare bacino idrico, che nel 1962 era stato prosciugato per abbattere il rischio di malaria. A causa del ritiro dell'acqua in corso, per puro istinto di sopravvivenza i pesci si sono spostati nel fiume Anavros, che si snoda dalla montagna del Pelio sino a Volo, dove sfocia nel Golfo Pegaseo. Una volta arrivati in mare, tuttavia, i pesci sono morti perché non sono adattati per vivere nell'acqua salata (non si tratta di specie di acqua salmastra che sopportano entrambe le condizioni). Così giorno dopo giorno ne sono morti a centinaia di migliaia e hanno iniziato a galleggiare in superficie.

La decomposizione di un numero così importante di animali potrebbe avere un impatto catastrofico su flora e fauna del Golfo Pegaseo, a causa del processo di ipossia (impoverimento di ossigeno) legato proprio al processo di putrefazione da parte dei batteri. Si potrebbero scatenare anche dannose esplosioni algali. Oltre all'impatto ambientale, le attività ricettive e di ristorazione locali sottolineano che la moria dei pesci potrebbe essere la pietra tombale sul turismo, già crollato a causa delle inondazioni del 2023.

L'inquietante fenomeno è sfociato anche in un'aspra polemica tra residenti e governo greco; le autorità, infatti, secondo gli abitanti di Volo per prevenire questa moria spaventosa avrebbero dovuto collocare reti all'ingresso della foce, sapendo dello spostamento dei pesci. Non è chiaro quali possano essere le conseguenze di questo disastro naturale, al momento sono tutti concentrati nella rimozione delle carcasse. Solo in un giorno sono state caricate 40 tonnellate di pesci morti nei camion deputati allo smaltimento.

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