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Cellule del cancro uccise da un batterio della bocca: forse sappiamo come “sciogliere” alcuni tumori

Le cellule squamose del cancro della testa e del collo sono suscettibili all’azione del Fusobacterium nucleatum, un batterio normalmente presente nel cavo orale: diversamente da quanto scoperto per il cancro all’intestino, questo microrganismo rilascia molecole che possono essere di aiuto nel ridurre questo tipo di tumori.
A cura di Valeria Aiello
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Le cellule di alcune forme di cancro, come quelle del carcinoma a cellule squamose della testa e del collo, possono essere uccise da un batterio che si trova normalmente in bocca, il Fusobacterium nucleatum, un microrganismo non nuovo nella ricerca oncologica ma che finora è stato associato alla progressione del cancro all’intestino. Nel carcinoma squamocellulare della testa e del collo, al contrario, questo batterio ha dato prova di ridurre significativamente il numero di cellule tumorali vitali, confermando quanto suggerito da precedenti osservazioni cliniche, che indicavano un migliore andamento della malattia nei pazienti con più alti livelli di Fusobacterium nel cavo orale.

Abbiamo scoperto che questi batteri hanno un ruolo più complesso di quanto finora ritenuto nella loro relazione con il cancroha precisato il dott. Miguel Reis Ferreira, consulente per i tumori della testa e del collo presso gli ospedali Guy’s e St Thomas’ di Londra e docente clinico senior presso il King’s College di Londra, nonché autore principale dello studio che ha valutato l’azione del Fusobacterium – . Essenzialmente, questi microrganismi sciolgono le cellule tumorali della testa e del collo”.

Le cellule del cancro “sciolte” dal Fusobacterium

Le cellule di alcune forme di cancro, come le cellule squamose del carcinoma della testa e del collo, il tipo di tumore maligno più comune in questi distretti, sono suscettibili all’azione del Fusobacterium nucleatum, un microrganismo normalmente presente nel cavo orale e che, a volte, può essere responsabile di disturbi come la gengivite.

Diversamente da quanto finora osservato nel cancro dell’intestino – la proliferazione eccessiva di questa specie batterica sembra promuovere lo sviluppo del cancro al colon-retto – il Fusobacterium nucleatum ha dimostrato di distruggere le cellule tumorali maligne del cancro della testa e del collo. Questo tipo di tumore è la sesta neoplasia più comune al mondo e i suoi tassi di sopravvivenza variano ampiamente, a seconda della diffusione al momento della diagnosi (dal 28% al 67% a 5 anni).

Come infatti scoperto dal team guidato dagli esperti degli ospedali Guy’s e St Thomas’ di Londra e dettagliato in uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Communications, la presenza di livelli di Fusobacterium nucleatum più elevati nel cavo orale dei pazienti è associata sia a tassi di sopravvivenza più alti sia una migliore sopravvivenza specifica per la malattia, il che ha spinto gli studiosi ad approfondire le ricerche in laboratorio.

Queste analisi hanno mostrato che quando le colture di cellule tumorali della testa e del collo vengono infettate da Fusobacterium nucleatum, il microrganismo distrugge il tumore rilasciando molecole tossiche che riducono l’attività cellulare. Nello specifico, gli studiosi hanno rilevato una diminuzione del 70-99% nel numero di cellule tumorali vitali, ritenendo che anche altre specie di Fusobacterium possano condurre allo stesso tipo di risultati. Un’ipotesi, quest’ultima, che è stata verificata per Fusobacterium periodonticum, un altro membro della flora batterica del cavo orale, che ha mostrato di uccidere le cellule tumorali in modo simile al Fusobacterium nucleatum.

Il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di capire meglio come tradurre queste nuove conoscenze in un miglioramento degli attuali trattamenti per il carcinoma a cellule squamose della testa e del collo e altri tipi di tumore.

Capire come interagiscono batteri e tumori è un primo step per ottimizzare i risultati delle cure e favorire lo sviluppo di trattamenti con meno effetti collaterali – hanno indicato gli studiosi – . Certamente, questa scoperta dovrà essere valutata insieme al loro noto ruolo che questi batteri hanno nella progressione di alcuni tumori, come quelli intestinali, ma potrebbe anche permettere di utilizzare questi microrganismi come potenziale biomarcatore predittivo per l’efficacia dei trattamenti nel cancro alla testa e al collo”.

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