C’è un’alternativa al sale comune meno dannosa: le nuove linee guida dell’Oms
La settimana scorsa, il 27 gennaio 2025, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha modificato le sue linee guida sul consumo di sale, suggerendo di sostituire il sale comune, ovvero il cloruro di sodio, con i suoi sostituti a ridotto contenuto di sodio. Si tratta del sale arricchito di potassio, anche noto come sale iposodico, ovvero un tipo di sale in cui una parte del cloruro di sodio è stato sostituito con il cloruro di potassio.
Secondo l'Oms infatti consumare questi sostituti del sale potrebbe offrire una soluzione all'eccessivo consumo di sale, un problema diffuso a livello mondiale che negli anni si è dimostrato molto difficile da affrontare, nonostante i suoi noti effetti: l'ente internazionale stima infatti che ogni anno causa circa 1,9 milioni di morti in tutto il mondo collegate alle malattie cardiovascolari. Per capire quanto sia radicata questa cattiva abitudine alimentare basta pensare che in media le persone consumano il doppio del limite giornaliero raccomandato: 4,3 grammi al giorno invece dei 2 grammi raccomandati (al massimo).
Le nuove linee guida dell'Oms
Le nuove linee guida – spiega l'Oms – arrivano dopo più dieci anni di sforzi per ridurre il consumo di sale della popolazione. Nel 2012 l'Oms pubblicava infatti le linee guida in cui consiglia di non superare la soglia giornaliera dei 2 grammi di sale, in seguito alle quali gli Stati membri si impegnavano a ridurre del 30% entro il 2030 l'assunzione media di sodio nella popolazione, ma i tentativi non hanno prodotto i risultati sperati.
Come spiega questo articolo sulla rivista scientifica The Conversation, ridurre il sale è piuttosto difficile perché significa accettare un gusto diverso rispetto a quello a cui siamo abituati, oltre a modificare anche il modo di cucinare radicato nelle persone anche in base alla loro coltura. Consapevoli di ciò, gli esperti dell'Oms propongono di tentare una nuova strada, ovvero sostituire il nostro normale sale con le alternative a bosso contenuto di sodio.
Che cos'è l'alternativa al sale tradizionale
Questi prodotti avrebbero infatti una serie di vantaggi: innanzitutto contengono meno sodio e più potassio, un minerale essenziale che in media non viene assunto a sufficienza dalle persone. Introducendo il sale arricchito di potassio, l'Oms spera di risolvere due problemi con una sola azione: da una parte ridurre l'assunzione media di sodio, dall'altra incrementarne quella di potassio. Non solo, dato che il sale iposodico ha praticamente lo stesso gusto di quello normale le persone fanno in media meno fatica ad abituarsi a utilizzarlo normalmente in cucina: dal più ampio studio condotto sull'argomento è emerso che oltre il 90% delle persone stava ancora usando il sale a basso contenuto di sale dopo cinque anni.
Ci sono però dei limiti da tenere in considerazione: ad esempio, sebbene la maggior parte delle persone può utilizzare questi sostituti del cloruro di sodio tradizionale senza nessun rischio per la loro salute, ci sono alcune categorie di persone, come chi ha problemi di salute renale, alle quali è sconsigliato di consumarli. Inoltre, il sale arricchito di potassio è meno facile da reperire di quello tradizionale: non è infatti ancora commercializzato ovunque e dove è presente in commercio costa molto di più, il alcuni casi anche 15 volte di più, del normale cloruro di sodio.