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Terremoto in Turchia e Siria

C’è una probabilità del 24% che i morti per il terremoto in Turchia e Siria siano oltre 100mila

Lo United States Geological Survey (USGS) ha indicato che c’è una probabilità del 24% che i morti per il terremoto in Turchia e Siria possano essere oltre 100mila.
A cura di Andrea Centini
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Alle 04:17 ora locale di lunedì 6 febbraio un devastante terremoto di magnitudo 7.8 si è scatenato in Turchia, investendo con la sua ondata distruttiva anche la Siria settentrionale. Migliaia di palazzi sono crollati su una striscia di territorio lunga centinaia di chilometri, provocando una vera e propria catastrofe. Nel momento in cui stiamo scrivendo, infatti, i morti accertati sono oltre 21mila tra i due Paesi, ma secondo una stima dello United States Geological Survey (USGS) c'è una probabilità significativa (del 24 percento) che possano superare quota 100mila.

La previsione delle vittime del terremoto in Turchia e Siria. Credit: USGS
La previsione delle vittime del terremoto in Turchia e Siria. Credit: USGS

La triste conta è infatti destinata inevitabilmente a salire col passare delle ore, poiché manca all'appello ancora un numero significativo ma imprecisato di persone. Ci sono interi edifici crollati da scandagliare a fondo, sui quali si stanno concentrando gli sforzi delle squadre di soccorso internazionali, tra le quali figurano anche i nostri Vigili del Fuoco. Le speranze di trovare persone ancora in vita non vanno assolutamente perdute, come spiegato a Fanpage.it dal professor Mario Balzanelli, presidente della Società italiana Sistema 118 (SiS 118). Del resto altri sei superstiti sono stati estratti dalle macerie a 102 ore dal principale evento sismico. Ma è chiaro che a questo punto la maggior parte delle persone disperse, purtroppo, non ce l'ha fatta. Diverse hanno perduto la vita non per la prima scossa, ma per quelle di assestamento – violentissime – che si sono susseguite nelle ore successive (e che continueranno per mesi, secondo gli esperti). Un secondo terremoto di magnitudo 7.5, ad esempio, ha avuto conseguenze particolarmente distruttive nella provincia di Kahramanmaraş.

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A rendere particolarmente drammatica la stima dei morti provocati dal sisma è proprio la proiezione fatta dallo United States Geological Survey (USGS), che come indicato stima una probabilità del 24 percento che possano esservi più di 100mila vittime. Essa si basa sull'analisi dei dati storici di precedenti terremoti, sulla densità della popolazione nell'area coinvolta e sulla qualità costruttiva degli edifici presenti. Esattamente come avviene in Italia, dove la maggior parte dell'edificato è vecchio e non è protetto dalle più recenti norme antisismiche, anche in Turchia e in Siria ci sono moltissimi edifici fragili. Come indicato se ne sono sbriciolati a migliaia dopo la scossa del 6 febbraio, verificatasi a circa 20 chilometri di profondità a 30 chilometri da Gaziantep, tra le principali città turche. “I tipi di edifici vulnerabili predominanti sono quelli con muratura in mattoni non rinforzata e il basso telaio in cemento non duttile con costruzione di riempimento”, ha spiegato l'USGS.

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Sulla base di tutti questi dati l'ente statunitense ha determinato una probabilità del 35 percento di avere tra i 10mila e i 100mila morti (quota già raggiunta) e una del 24 percento di averne oltre 100mila. Il dato, aggiornato la mattina del 10 febbraio, risulta piuttosto inquietante perché in precedenza le previsioni erano meno apocalittiche. Si stimava inizialmente una probabilità del 47 percento che vi fossero tra le 1.000 e le 10.000 vittime e del 20 percento tra le 10.000 e le 100.000. Oltre le 100mila non era nemmeno contemplato. Con i numeri in drammatica crescita e una stima più accurata si è arrivati alla nuova previsione. La speranza è che i numeri  non si avvicinino minimamente alla proiezioni peggiori.

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