C’è un “triangolo delle Bermuda” nello spazio che manda in tilt i satelliti
Tutti abbiamo sentito nominare il famigerato “Triangolo delle Bermuda”, un'area sull'Oceano Atlantico settentrionale dove decine di aerei e navi sarebbero spariti nel nulla. In realtà dati ufficiali indicano che in quella zona non si verificano incidenti a un tasso maggiore di altre aree del pianeta, pertanto si tratta di un vero e proprio mito alimentato dalle teorie complottiste. Un'area con sinistre proprietà simili – ma stavolta perfettamente reale – esiste però nello spazio; non a caso è stata soprannominata “Triangolo delle Bermuda dello Spazio”. Si trova esattamente sopra l'Atlantico meridionale e si estende dalle coste Cile allo Zimbabwe: il suo nome è Anomalia dell'Atlantico del Sud (SAA – South Atlantic Anomaly) ed è una zona in cui il campo magnetico della Terra risulta sensibilmente più debole, rappresentando un significativo problema per i veicoli spaziali come satelliti e stazioni orbitanti.
La ragione di questo forte indebolimento del campo geomagnetico in quest'area sulla Terra è oggetto di studi da diversi anni, ma le cause sembrerebbero legate a qualcosa che avviene sotto il suolo dell'Africa. “Sotto l'Africa, al confine nucleo-mantello appena al di sopra del nucleo di ferro liquido, il campo è invertito. Questo è qualcosa che chiamiamo patch di flusso invertito”, ha dichiarato a Space.com il professor John Tarduno, docente di Geofisica presso l'Università di Rochester. “È questa patch che sembra causare la maggior parte dell'indebolimento del campo magnetico e del SAA”, ha chiosato l'esperto.
Le conseguenze sui veicoli spaziali, come indicato, possono essere significative. Il campo magnetico infatti ci protegge dalle radiazioni ad altissima energia provenienti dal Sole (vento solare) e dallo spazio bloccandole a quote elevate, ma nell'area del “Triangolo delle Bermuda spaziale” le fa arrivare a quote molto più in basso proprio a causa del campo magnetico indebolito. Ciò investe le aree dove transitano veicoli spaziali. Quando satelliti e altri veicoli transitano in questa vasta anomalia i loro apparati elettronici vanno in tilt, non rispondono ai comandi e perdono le comunicazioni. “I satelliti che passano attraverso questa regione sperimentano quantità maggiori di radiazioni al punto che potrebbero verificarsi danni”, ha dichiarato il professor Tarduno.
Ciò rappresenta un concreto pericolo sia per l'operatività dei dispositivi che per l'incolumità di eventuali astronauti a bordo di mezzi spaziali. Basti pensare che, per contrastare gli effetti dell'Anomalia dell'Atlantico del Sud, quando passa attraverso l'anomalia il celebre Telescopio Spaziale Hubble – che orbita 100 chilometri più in alto della ISS – viene spento una decina di volte al giorno. Questo spegnimento automatizzato prende il 15 percento del suo tempo, durante il quale non è in grado di raccogliere dati scientifici. La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è stata dotata di scudi supplementari per resistere a questo vero e proprio bombardamento di particelle energetiche nella SAA. È anche il motivo per cui gli astronauti indossano dispositivi chiamati dosimetri in grado di indicare in tempo reale se si stanno esponendo a livelli di radiazioni ionizzanti troppo pericolosi. Nel 2016 l'Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA) ha persino perduto il satellite Hitomi – da 273 milioni di dollari – proprio mentre attraversava quest'area pericolosa dello spazio.
L'anomalia sopra l'Atlantico Meridionale non è statica, ma si sta spostando e allargando, per questo vi sono numerosi gli studiosi impegnati a comprenderne le dinamiche. Per alcuni potrebbero essere persino un segnale dell'inversione del campo magnetico della Terra.