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C’è un “Ristorante degli ordini sbagliati”, dove non ricevi ciò che chiedi: il motivo è meraviglioso

Grazie all’intuizione di un regista giapponese, dal 2017 è stato aperto a Tokyo il “Ristorante degli ordini sbagliati”, dove non sempre i clienti ricevono ciò che chiedono ai camerieri. Il motivo vi commuoverà.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Restaurant of Mistaken Orders
Credit: Restaurant of Mistaken Orders

A Tokyo, in Giappone, c'è un locale chiamato “Ristorante degli ordini sbagliati”, dove accade esattamente ciò che suggerisce il curioso nome: a tavola non si ricevono le pietanze che si ordinano, perlomeno non sempre, ma cibo praticamente a caso. Potrebbe sembrare assurdo e viene da chiedersi come possa funzionare un'attività del genere. Eppure non solo è aperta dal 2017, ma ha anche un grandissimo successo. Meritato, aggiungiamo noi. La ragione è semplice, oltre che assolutamente meravigliosa per la genialità dell'idea. Il personale del ristorante è infatti composto da persone affette da demenza, la cui forma più comune è il morbo di Alzheimer, una patologia neurodegenerativa. L'obiettivo – virtuosissimo – di questo locale, nato da un'intuizione del regista televisivo Shiro Oguni, è sensibilizzare l'opinione pubblica sulla diffusa condizione neurologica, rendendo la società più aperta, inclusiva e tollerante verso le persone con deterioramento delle funzioni cognitive, come la memoria, il linguaggio e l'orientamento.

La storia del Ristorante degli ordini sbagliati è stata raccontata dal “Centro Informare un´H”, sorto dalla collaborazione tra l´Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (UILDM) – Sezione di Pisa e il Comune di Peccioli. L'obiettivo del centro è informare, documentare e organizzare eventi al fine di migliorare sensibilmente la qualità della vita, l'accesso ai servizi e la partecipazione sociale alle persone con disabilità. Uno scopo nobile tanto quello del curioso ristorante nipponico, i cui pilastri hanno dato vita a eventi analoghi organizzati in altri Paesi, come la Corea del Sud e l'Australia. Il Ristorante degli ordini sbagliati può essere infatti considerato come una sorta di evento itinerante organizzato in giorni specifici – non è un locale sempre aperto -, che per essere organizzato richiede la partecipazione di professionisti di diversi rami: da quelli della buona cucina (ovviamente) agli operatori sanitari, passando per le associazioni che si occupano di Alzheimer e condizioni affini.

L'idea, come raccontato dal “Centro Informare un´H”, è venuta al regista nipponico Shiro Oguni durante una visita a una casa famiglia con persone anziane affette da demenza, dove ricevette un piatto diverso da quello richiesto. Da lì schioccò la scintilla del Ristorante degli ordini sbagliati. In un video su Youtube il signor Oguni spiega che “possiamo vivere tutti in armonia, demenza o non demenza”. Lo scopo è esattamente quello di rendere le persone più tolleranti e aperte verso coloro che hanno perduto le funzioni cognitive tipiche, a causa di una malattia o di un trauma. Al “suo” ristorante il personale è composto solo da chi è affetto da questa condizione, le cui dinamiche si riflettono sulla distribuzione delle pietanze ordinate (che possono arrivare giuste o sbagliate) ma anche sul comportamento dei camerieri, giovani e anziani. C'è chi si siede al tavolo con i clienti, chi serve i pasti in modo insolito e originale, tra i sorrisi affettuosi – e qualche lacrima – dei presenti. È un modo insolito ma incredibilmente efficace di presentare le sfide imposte dalla demenza ai pazienti e ai loro famigliari.

Si stima che nel mondo vi siano circa 40 milioni di persone con questa condizione neurologica e i pazienti potrebbero diventare circa 115 milioni entro il 2050, come stimato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. La ragione è il progressivo invecchiamento delle popolazioni, sempre più longeve. Il Giappone e l'Italia sono tra i Paesi più coinvolti al mondo e la demenza rappresenta una grande sfida sanitaria, sociale ed economica. Per questo motivo iniziative come il Ristorante degli ordini sbagliati, in grado di sensibilizzare anche sul tema della prevenzione, oltre che sull'apertura mentale, sono così importanti e significative.

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