C’è un motivo per cui ora la campagna vaccinale anti-Covid è un disastro: cos’è la vaccine hesitancy
A fine gennaio 2024 l'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), l'agenzia indipendente dell'Unione europea che si occupa di monitorare le strategie di difesa dei Paesi Ue rispetto alle malattie infettive, ha pubblicato un report sullo stato della copertura vaccinale anti-Covid degli over 60 nei singoli Stati membri tra settembre 2023 e gennaio 2024. C'è però un problema che impedisce di avere un quadro davvero esaustivo: alcuni Paesi – nello specifico sei – non hanno fornito i dati e l'Italia è uno di questi.
D'altronde, che la campagna vaccinale in Italia non stesse andando molto bene è noto ormai da mesi. Ma, soprattutto, lo dicono i dati: secondo l'ultimo report di Gimbe l'Italia è tra gli ultimi Paesi in Ue per over 60 vaccinati. Al 17 febbraio 2023 – a questa data risale l'ultimo aggiornamento del Ministero della Salute – erano vaccinati solo il 5,7 % delle persone tra i 60 e i 69 anni. Un vero e proprio fallimento su tutti i fronti. Ma quali sono le cause? A Fanpage.it le ha spiegate l'infettivologo Francesco Menichetti, professore di Malattie infettive all’Università di Pisa e presidente di Gisa, il Gruppo italiano per la stewardship antimicrobica.
Quali sono i fattori che hanno determinando il fallimento della campagna vaccinale anti-Covid in Italia?
Esiste un fenomeno noto da molto prima che il Covid-19 stravolgesse le nostre vite. Si tratta della cosiddetta vaccine hesitancy, esitazione vaccinale. Ovvero quell'atteggiamento di scetticismo e diffidenza, su base del tutto irrazionale, nei confronti dei vaccini, a prescindere della patologia a cui si riferiscono. Questa è una delle cause principali del fallimento della campagna vaccinale in Italia ma ha cause ben precisi e individuabili.
Che cosa ha spinto gli italiani a non vaccinarsi più contro il Covid-19?
Per prima cosa, alla base di questo fenomeno c'è una cattiva informazione sui vaccini e sull'evoluzione stessa del virus. Quando è stata dichiarata la fine ufficiale dell’emergenza pandemica, è stato passato il messaggio che con questa fosse scomparso anche il Covid stesso, ma non era così e non è tutt'ora così. Ecco perché lanciare una campagna vaccinale, come ha fatto il Ministero della Salute, senza però contrastare il sentire comune dato dall'idea che "ormai ci siamo liberati del Covid-19", non si è rivelata affatto una mossa vincente. Siamo di fronte a un’evidente antinomia, una contraddizione, che non ha di certo invogliato le persone a vaccinarsi.
Cosa intende per "cattiva informazione" sui vaccini?
Mi riferisco a tutta quelle “false verità” che hanno contribuito a disincentivare le vaccinazioni. C’è chi – e non parliamo di casi isolati – ancora crede che i i vaccini non sarebbero sicuri perché introdotti senza le sperimentazioni necessarie. Per non parlare di chi è ancora convinto che il vaccino m-RNA messaggero possa modificare il genoma umano. Una stupidaggine gigantesca. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti come agiscono questi vaccini e il fatto che siano assolutamente sicuri.
Le persone hanno anche meno paura del Covid, sbagliano?
Nei mesi si è diffusa la convinzione secondo cui le ultime due varianti Omicron siano più deboli delle prime, e in quanto tale non determinino polmoniti gravi come quelle che hanno intasato le terapie intensive nella prima fase pandemica. In realtà questo è vero solo in parte: continuiamo a ricoverare over 60 e fragili con forme anche severe, che portano a volte anche l’assistenza in terapia intensiva, e nei casi più rari al decesso. Ogni settimana in Italia registriamo ancora decine di decessi.
Cosa stiamo rischiando?
Purtroppo adesso ci troviamo con una popolazione anziana quasi completamente non vaccinata e quindi non coperta da un'eventuale infezione. Certo, oggi sappiamo meglio come affrontare le infezioni e questo ci può far sperare che grazie alle vaccinazioni precedenti e a quello che abbiamo imparato non si verifichino scenari catastrofici. Ma ciò non toglie che la prevenzione vaccinale resta l’obiettivo primario e l’arma più potente di cui disponiamo.
Se l'esitazione vaccinale è un fenomeno globale, perché la campagna vaccinale in Italia è stata tra le peggiori nell'Unione Europea?
Oltre a un evidente ritardo culturale, questo fallimento rivela anche una debolezza strutturale propria del Sistema sanitario italiano: è evidente che la campagna vaccinale non è stata sostenuta né a livello istituzionale, né a livello territoriale. Di fatto siamo di fronte alla prova del fatto che non abbiamo superato quella debolezza strutturale che si è dimostrata essere il nostro tallone di Achille durante i mesi più critici, ovvero l’incapacità di costruire quella necessaria continuità tra territorio e ospedale. Quel tanto promesso potenziamento della medicina territoriale non si è mai trasformato in realtà.