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C’è ancora un modo per contenere il riscaldamento globale appena sotto i 2 °C

Lo mostrano i risultati di uno studio pubblicato su Nature da un team di ricerca internazionale guidato dall’Università di Melbourne.
A cura di Valeria Aiello
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Contenere il riscaldamento globale sotto i 2 °C è ancora possibile. Lo sottolinea uno studio pubblicato su Nature da un team di ricerca internazionale guidato dall’Università di Melbourne, in Australia, il primo sottoposto a revisione paritaria ad aver quantificato l’impatto sul clima degli impegni dell’Accordo di Parigi per ridurre le emissioni, ribaditi in occasione della COP26 di Glasgow nel 2021. “Se tutti gli impegni condizionali e incondizionati verranno attuati in pieno e in tempo – spiegano gli studiosi – il riscaldamento globale potrà essere mantenuto appena al di sotto dei 2 gradi Celsius”.

Per arrivare a questa conclusione, il team di ricercatori ha analizzato i dati e gli obiettivi di 196 Paesi, oltre alle emissioni dei trasporti marittimi e aerei internazionali. Gli studiosi hanno inoltre calcolato le emissioni dell’intera economia a livello nazionale e le hanno aggregate su scala globale, utilizzando simulazioni climatiche probabilistiche per dedurre il riscaldamento futuro. Il lavoro ha visto la collaborazione del Climate Resource di Melbourne, dell’Agenzia internazionale per l’energia e del Segretariato delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Uno dei contributi più significativi ai nuovi impegni è arrivato dall’India, che ha annunciato un obiettivo di zero emissioni nette entro il 2070 – ha affermato l’autore principale della ricerca, il professore associato Malte Meinshausen dell’Università di Melbourne, precisando che la comunità globale ha bisogno di sfruttare lo slancio attuale, dopo che questi recenti progressi hanno reso possibile che il riscaldamento possa essere limitato “appena sotto” la soglia  simbolica dei 2 °C, con una probabilità del 50%.

La ricerca ha però mostrato che è improbabile che gli attuali impegni possano limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5 °C senza che, nell’arco di questo decennio, vengano intrapresi nuovi sforzi per arrivare a una riduzione molto più consistenze dei gas a effetto serra. “Il raggiungimento dell’obiettivo di mantenere il riscaldamento intorno a 1,5 °C ci consentirebbe di mitigare alcuni dei peggiori risultati dei cambiamenti climatici, tra cui le ondate di caldo estreme, lo sbiancamento della barriera corallina, inondazioni crescenti e piogge prolungate –  ha aggiunto Jared Lewis, coautore dello studio e specialista di dati climatici di Climate Resource e dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) – . Sono pertanto urgentemente necessari impegni e azioni più forti in questo decennio per raggiungere l’obiettivo di 1,5 °C”.

L’analisi, in particolare, stima che nel 2030 le emissioni saranno superiori del 6-13% rispetto ai livelli del 2010, ma l’ultimo rapporto del Working Group III dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) conclude che per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 °C sarebbe necessaria una riduzione del 37% delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010.

Secondo Meinshausen, con gli attuali impegni, il pianeta esaurirà in questo decennio il budget di carbonio rimanente per contenere l’aumento delle temperature entro 1,5° C . “Ridurre in modo deciso l’uso di combustibili fossili dovrebbe essere la priorità climatica numero uno per il clima – ha precisato l’esperto – . Una graduale e rapida eliminazione di carbone, petrolio e gas potrebbe aprire le opportunità a un futuro elettrico ed alimentato da fonti rinnovabili”.

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