Caso di peste bubbonica negli USA: “Uomo probabilmente infettato dal suo gatto”
Negli Stati Uniti è stato registrato un caso di peste bubbonica, la più comune e diffusa forma di peste, una malattia infettiva causata dal batterio Yersinia pestis. L'uomo è stato contagiato nella contea di Deschutes, nell'Oregon, "probabilmente a causa del suo gatto domestico con sintomi", come indicato nel comunicato stampa delle autorità locali. Il batterio responsabile è un ospite di pulci che parassitano roditori come ratti, scoiattoli e cani della prateria, “ma in qualche caso le pulci possono infettare anche gli animali domestici come i gatti”, evidenzia l'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Il batterio può essere trasmesso dal morso delle pulci o dall'esposizione ai fluidi corporei degli animali infetti.
Secondo le autorità sanitarie dell'Oregon, il gatto potrebbe aver portato a casa le pulci infette che successivamente hanno morso anche il proprietario, contagiandolo. In alternativa, il gatto potrebbe averlo infettato attraverso i fluidi corporei contaminati, come le le goccioline respiratorie. L'animale domestico, infatti, era anch'esso colpito dalla peste e risultava “molto malato”, come spiegato alla NBC News dal dottor Richard Fawcett, un ufficiale sanitario della contea di Deschutes. Aveva infatti sviluppato un ascesso drenante che, secondo l'esperto, suggeriva un'infezione allo stadio avanzato. Il contatto stretto col gatto potrebbe aver favorito la trasmissione.
Non sono state rese note le condizioni del piccolo felino dopo la diagnosi, ma l'uomo, fortunatamente, ha risposto “molto bene” al trattamento con gli antibiotici, che riescono a combattere con efficacia il batterio Yersinia pestis se preso in tempo. Come specificato, l'uomo aveva sviluppato la peste nella sua forma bubbonica, così chiamata per la comparsa dei bubboni, “ingrossamenti infiammati delle ghiandole linfatiche (linfonodi NDR), seguiti da febbre, mal di testa, brividi e debolezza”, sottolinea l'ISS.
Si tratta della forma più comune delle peste provocata dal batterio. La malattia è ancora molto diffusa in alcuni Paesi in cui le persone vivono a stretto contatto con gli animali portatori del patogeno – come la Repubblica Democratica del Congo e il Madagascar -, ma è presente sporadicamente anche in alcuni Paesi industrializzati. Negli USA ogni anno si registra una manciata di casi, soprattutto nelle aree rurali del Nord-Ovest, come rilevato dai CDC. Nell'Oregon non si verificava un caso di peste bubbonica dal 2015, quando un'adolescente fu infettata durante una battuta di caccia (finì in terapia intensiva per l'infezione). In Europa invece la malattia non è più presente: come spiegato dall'ISS nella forma autoctona non si verifica nel Vecchio Continente “da diversi decenni”.
Nel caso dell'Oregon, non si esclude che la forma di peste che ha colpito l'uomo possa essere progredita fino alla forma polmonare, dato che i medici che l'hanno avuto in cura hanno osservato lo sviluppo di tosse mentre era in ospedale. "Se non diagnosticata precocemente, la peste bubbonica può progredire in peste setticemica (infezione del flusso sanguigno) e/o peste polmonare (infezione polmonare). Queste forme di peste sono più gravi e difficili da trattare", spiegano le autorità di Deschutes. Il batterio è stato rilevato anche nel sangue del paziente.
Si tratta di dettagli particolarmente significativi perché se la forma bubbonica non si trasmette da persona a persona, quella polmonare lo fa attraverso le goccioline respiratorie (aerosol e droplet) rilasciate attraverso la respirazione, tossendo e starnutendo. Per profilassi tutti i contatti stretti dell'uomo hanno ricevuto antibiotici a scopo preventivo, ma i medici non si aspettano che altre persone sviluppino l'infezione. Il dottor Fawcett ha affermato che sarebbe “molto sorpreso” se dovessero emergere altri casi legati a questa storia.
Il batterio responsabile della peste bubbonica è lo stesso della famigerata “peste nera” che nel Medioevo uccise decine di milioni di persone in Europa. Sebbene la malattia non faccia più paura come in passato grazie agli antibiotici, ai giorni nostri la peste provoca ancora migliaia di casi centinaia di vittime, come evidenziato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Si ricordino ad esempio i casi di due fratelli in Mongolia morti dopo aver consumato carne di marmotta infetta. Furono contagiati dalla cosiddetta “peste delle marmotte”, comunque legata al batterio Yersinia pestis.