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Capodoglio trovato morto con 150 kg di attrezzi da pesca nello stomaco: scienziati sconvolti

Un maschio di capodoglio lungo circa 14 metri, magrissimo, è morto tra atroci sofferenze con un ammasso di attrezzi da pesca da 150 kg nello stomaco.
A cura di Andrea Centini
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Il capodoglio morto all'Isola di Capo Bretone. Credit: Marine Animal Response Society (MARS)
Il capodoglio morto all'Isola di Capo Bretone. Credit: Marine Animal Response Society (MARS)

Un grande capodoglio maschio si è spiaggiato ed è morto tra atroci sofferenze su un'isola canadese, a causa dell'ingestione di una enorme massa di attrezzi da pesca. Nel suo stomaco la squadra di 15 veterinari e biologi marini che ha eseguito l'autopsia ha trovato un ammasso informe, lungo più di 1 metro e pesante ben 150 chilogrammi. L'attrezzatura si era talmente compattata da creare una sorta di tronco. Il capodoglio (Physeter macrocephalus), un esemplare adulto lungo circa 14 metri, era molto magro ed emaciato; gli esperti ritengono che sia morto di fame a causa dell'ostruzione del tratto digerente. Una fine orribile, sopraggiunta solo dopo lo spiaggiamento. Alcuni passanti hanno infatti visto l'animale dimenarsi sull'arenile e hanno immediatamente chiamato i soccorsi specializzati, ma per il povero mammifero marino non c'era più nulla da fare (e nulla avrebbero potuto anche se fossero arrivati in tempo, eccetto lenire le sue sofferenze con l'eutanasia).

La tragedia, causata dall'incuria e dall'inciviltà dell'uomo, si è consumata su una spiaggia dell'Isola del Capo Bretone, un'isola sita nella provincia canadese della Nuova Scozia, affacciata sull'Oceano Atlantico. L'esemplare era stato avvistato all'inizio di novembre, ma i drammatici risultati dell'autopsia sono stati diffusi solo negli ultimi giorni. I primi ad accorrere sul posto erano stati i volontari della Marine Animal Response Society (MARS), un'associazione specializzata nel salvataggio e nella tutela di animali marini in difficoltà. Purtroppo, come indicato, per il capodoglio non c'era nulla da fare. I volontari hanno così deciso di organizzare l'esame necroscopico direttamente in loco, grazie alla collaborazione di altri enti e associazioni: tra essi l'Atlantic Veterinary College, il Canadian Wildlife Health Network, il Dipartimento delle Risorse Naturali ed Energia Rinnovabile della Nuova Scozia e la società Norvon Enterprises Ltd.

L'enorme blocco da 150 kg di attrezzi da pesca trovato nel capodoglio. Credit: Marine Animal Response Society (MARS)
L'enorme blocco da 150 kg di attrezzi da pesca trovato nel capodoglio. Credit: Marine Animal Response Society (MARS)

“In Canada in questo momento non abbiamo molti soldi per fare autopsie”, ha dichiarato a radio-canada la dottoressa Tonya Wimmer, direttrice della MARS della Marine Animal Response Society, aggiungendo tuttavia che ogni volta che trovano un animale marino morto provano a eseguirla. Per cetacei di queste dimensioni servono macchinari pesanti perché devono essere esaminati nel dettaglio all'esterno e all'interno (un capodoglio adulto lungo 18 metri può arrivare a pesare circa 50 tonnellate). Proprio la magrezza dell'esemplare ha fatto sospettare ai ricercatori cosa avrebbe potuto ucciderlo, che si è palesata una volta aperto lo stomaco. Nonostante lo immaginassero, dato che molti capodogli muoiono per l'ingestione di plastica, attrezzi da pesca e altri rifiuti prodotti dall'uomo, non erano preparati a una scoperta definita sconvolgente. “Tutte le persone erano scioccate per la quantità di attrezzi da pesca trovata nel capodoglio”, ha dichiarato con rammarico la dottoressa Wimmer. Il blocco era talmente grande, compatto e pesante che per estrarlo dallo stomaco gli scienziati hanno dovuto richiedere l'intervento di un escavatore.

Un capodoglio morto in Spagna e l'inquietante contenuto del suo stomaco
Un capodoglio morto in Spagna e l'inquietante contenuto del suo stomaco

Ancora non è noto di che tipo di attrezzatura di pesca si tratti, né quando è stata ingerita, ma gli scienziati indagheranno a fondo per determinarne l'origine e possibilmente la proprietà. Sono solo certi che ha provocato la morte dell'animale. Come specificato dalla MARS, l'obiettivo non è incolpare aziende o governi, ma semplicemente scoprire l'origine del problema e fare in modo che non si ripeta. Purtroppo, come specificato, non è assolutamente la prima volta che questi maestosi cetacei odontoceti (con denti) – i più grandi predatori viventi sulla Terra – restano uccisi a causa nostra. Nel 2019 una femmina di 8 metri fu trovata morta a Porto Cervo con 22 chilogrammi di plastica nello stomaco, mentre un altro capodoglio fu rinvenuto sull'isola di Harris, in Scozia, con una massa di 100 chilogrammi nel tratto digerente. Stessa sorte per altri due esemplari spiaggiati nel 2018 in Spagna e in Indonesia, rispettivamente con 30 chilogrammi e centinaia di “pezzi” di plastica (tra cui 115 bicchieri e 25 sacchetti) nello stomaco. Il capodoglio trovato sull'isola canadese è fra quelli con la massa ostruttiva più grande. Le famigerate “reti fantasma” sono un trappola mortale per milioni di animali marini come cetacei, uccelli, tartarughe e pesci, sia perché possono essere ingerite – come nel caso dei capodogli – sia perché possono restare attorcigliate attorno al corpo, condannandoli a ferite lancinanti e a una morte orrenda.

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