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Cannabis, il Regno Unito abbatte la dose raccomandata di CBD: “Rischi per la salute”

La Food Standards Agency (FSA), l’ente che si occupa di regolamentare gli alimenti in UK, ha deciso di abbattere la dose raccomandata di cannabidiolo (CBD): si passa 70 mg a soli 10 mg al giorno. Rilevati potenziali rischi per la salute.
A cura di Andrea Centini
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Il Regno Unito ha deciso di ridurre sensibilmente la dose raccomandata di CBD (cannabidiolo) per ragioni di sicurezza sulla salute, passando da 70 a soli 10 milligrammi al giorno. Non parliamo del principio attivo della cannabis in quanto medicinale, ma del prodotto alimentare regolarmente autorizzato dal parlamento UK a partire dal 2018. Da allora una moltitudine di prodotti a base di CBD ha invaso il mercato britannico, tra oli, dolciumi, ricariche per le sigarette elettroniche, caffè, prodotti da forno e altri alimenti arricchiti con la sostanza, che interagisce col nostro sistema endocannabinoide. Fino ad oggi, come indicato, gli enti regolatori avevano raccomandato una dose giornaliera di 70 milligrammi, tuttavia sulla base dei risultati di nuovi studi e la revisione dei dati il comitato scientifico indipendente della Food Standards Agency (FSA) – l'ente che si occupa di regolamentare gli alimenti nel Regno Unito – è giunto alla conclusione di dover abbattere tale dosaggio, passando appunto a 10 milligrammi al giorno. Ciò equivale a 4-5 gocce di olio di CBD al 5 percento.

Ma perché l'FSA ha deciso una riduzione così significativa? La ragione, come spiegato su The Conversation dal professor Julio de Carvalho Ponce, docente di Scienze Forensi presso l'Università di Winchester, risiede nel fatto che diversi studi hanno rilevato come il cannabidiolo – non psicoattivo come il THC della cannabis – non sarebbe così innocuo come si pensava in precedenza. Per fare un esempio, lo studio “Review of the oral toxicity of cannabidiol (CBD)” pubblicato sulla rivista Food and Chemical Toxicology ha evidenziato che il cannabidiolo può essere tossico per la riproduzione (in particolar modo maschile), lo sviluppo e il fegato. Nel caso della decisione dell'FSA, vengono evidenziati potenziali rischi per il fegato e la tiroide.

“I nostri comitati consultivi indipendenti hanno esaminato le valutazioni di sicurezza presentate dall’industria come parte delle loro richieste di nuovi alimenti e stiamo consigliando che gli adulti sani non dovrebbero assumere più di 10 mg di CBD al giorno”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Robin May, consulente scientifico capo presso la FSA. “Più CBD consumi nel corso della tua vita, maggiore è la probabilità di sviluppare effetti avversi a lungo termine, come danni al fegato o problemi alla tiroide. Il livello di rischio è correlato a quanto ne assumi, allo stesso modo di altri prodotti potenzialmente dannosi come le bevande alcoliche. Incoraggiamo i consumatori a controllare il contenuto di CBD sull'etichetta del prodotto per monitorare il loro consumo giornaliero complessivo di CBD e valutare se desiderano apportare modifiche alla quantità che assumono sulla base di questi consigli aggiornati”, ha chiosato l'esperto.

È bene sottolineare che quella della FSA è una raccomandazione e non un obbligo (non parliamo di farmaci regolamentati), tuttavia molteplici prodotti in commercio hanno un contenuto di CBD sensibilmente superiore, pertanto a seguito di questa modifica verranno sicuramente adeguati ai nuovi standard. Tutti i prodotti, del resto, devono comunque sottostare al parere della FSA per essere autorizzati. Il professor Julio de Carvalho Ponce sottolinea che i benefici associati al CBD emersi in letteratura scientifica sono contrastanti, ma la scelta di ridurre il dosaggio non ha nulla a che vedere con eventuali vantaggi per la salute. A tal proposito basti sapere che lo studio “Placebo Response and Media Attention in Randomized Clinical Trials Assessing Cannabis-Based Therapies for Pain – A Systematic Review and Meta-analysis” pubblicato su JAMA non ha evidenziato alcuna differenza tra la cannabis e un placebo come effetto antidolorifico. Si ricordi che i dosaggi vengono ridotti anche per “eccesso di cautela”, dato che alcuni principi attivi possono interagire con altre sostanze presenti in alimenti comuni che ne amplificano assorbimento ed effetti. La FSA raccomanda che i prodotti con CBD non vengano consumati da bambini, donne incinte e in allattamento e alle coppie che stanno provando ad avere un figlio.

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