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Il CBG della cannabis riduce ansia e stress nel primo studio sull’uomo: forse migliora la memoria

Il cannabigerolo (CBG), conosciuto come “la madre di tutti i cannabinoidi”, è stato in grado di migliorare ansia e stress nel primo studio clinico. Ha avuto anche un inatteso impatto positivo sulla memoria verbale, inoltre non ha mostrato gli effetti tossici tipicamente associati al THC, il principio psicoattivo della cannabis. Saranno necessari altri studi per dimostrarne la reale efficacia.
A cura di Andrea Centini
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Un cannabinoide della cannabis (Cannabis sativa) meno conosciuto chiamato cannabigerolo (CBG) è stato in grado di ridurre in modo significativo stress e ansia in un primo trial clinico, ovvero il primo studio condotto sull'uomo. Curiosamente questo composto è stato anche in grado di migliorare la memoria verbale dei partecipanti, a differenza di quanto accade solitamente con il tetraidrocannabinolo (THC), il principio attivo più noto della cannabis – è quello psicoattivo – assieme al cannabidiolo. Il cannabigerolo è solo uno degli oltre 120 cannabinoidi presenti nella cannabis e si trova in concentrazioni estremamente ridotte, ciò nonostante diversi studi preclinici – su modelli animali come roditori – ne hanno evidenziato spiccate proprietà antidepressive e ansiolitiche. Ciò ha portato a esaltarne le proprietà anche tra i consumatori di cannabis. Per vederci più chiaro, dato che fino ad oggi non erano stati condotti test specifici sull'uomo, gli scienziati hanno condotto un pionieristico studio ad hoc per verificarne le potenzialità, seppur con diversi limiti. Come indicato, il CBG sembra effettivamente migliorare ansia e stress, così come avere un inatteso impatto positivo sulla memoria, ma i risultati preliminari dovranno essere confermati da studi molto più approfonditi.

A determinare che il cannabinoide cannabigerolo (CBG) della cannabis migliora in modo significativo lo stress e l'ansia è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dell'Università Statale di Washington, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Jane and Terry Semel Institute for Neuroscience and Human Behavior dell'Università della California di Los Angeles (UCLA) e della società CReDO Science di Vashon. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Carrie Cutler, docente presso il Dipartimento di Psicologia dell'ateneo americano, hanno condotto uno studio in doppio cieco e controllato con placebo con 34 partecipanti adulti sani, tutti consumatori di cannabis. Sono state escluse persone con disturbi dell'umore e problemi di depressione. Il CBG e il placebo sono stati somministrati in compresse da 20 milligrammi senza sapere chi prendeva cosa (il significato di doppio ceco); dopo una settimana dalla prima sessione, chi aveva assunto il placebo ha preso il cannabinoide per ripetere il test.

I volontari sono stati sottoposti a sessioni in videochiamata per valutare ansia, stress e umore attraverso test standardizzati come il Trier Social Stress Test (T2). È stata valutata anche la memoria verbale, considerando gli effetti negativi degli altri cannabinoidi su questo specifico aspetto. Inoltre i ricercatori hanno indagato su possibili sintomi da intossicazione ed effetti collaterali comunemente legati alla cannabis, come palpitazioni, secchezza di occhi e bocca, sonnolenza e altro ancora. Incrociando tutti i dati è emerso che dopo aver assunto i 20 milligrammi di cannabigerolo l'ansia è stata ridotta in modo significativo dopo 20, 45 e 60 minuti rispetto al placebo. Diminuito sensibilmente anche lo stress. Nel test di memoria verbale chi aveva assunto CBG riusciva a ricordare meglio gli elenchi di parole, un dettaglio curioso, conoscendo gli effetti negativi del THC sotto e il fatto che il cannabigerolo è conosciuto anche come “la madre di tutti i cannabinoidi”, avendo la capacità di essere velocemente metabolizzato in in CBD e THC. Non è stato comunque evidenziato un miglioramento dell'umore dei partecipanti.

Dal punto di vista degli effetti collaterali non sono emersi effetti di intossicazione come quelli legati al THC, che sfociano comunemente in problemi motori e della cognizione. Ridotti anche effetti collaterali come secchezza delle fauci e appetito. I risultati suggeriscono che il composto possa essere efficace per contrastare l'ansia e lo stress negli adulti, ma saranno necessari studi più approfonditi per confermarlo. Tra i limiti di questa ricerca pionieristica il basso numero di partecipanti, il fatto che fossero tutti consumatori di cannabis e le videochiamate, senza possibilità di condurre appropriate misurazioni fisiologiche.

“Il CBG sta diventando sempre più popolare, con sempre più produttori che fanno affermazioni audaci e infondate sui suoi effetti. Il nostro studio è uno dei primi a fornire prove a sostegno di alcune di queste affermazioni, contribuendo a informare sia i consumatori che la comunità scientifica”, ha dichiarato la professoressa Cutler in un comunicato stampa. Nonostante i risultati positivi, la scienziata sottolinea che non bisogna assolutamente considerare il CBG come un “farmaco miracoloso”, alla luce della necessità di ulteriori indagini. Ciò non toglie che abbia basi promettenti per poter trattare in futuro e con efficacia ansia e stress. I dettagli della ricerca “Acute effects of cannabigerol on anxiety, stress, and mood: a double-blind, placebo-controlled, crossover, field trial” sono stati pubblicati su Scientific Reports.

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