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Cani che fiutano le cimici dei letti, cosa sappiamo della loro abilità nel rilevare le infestazioni

Quando opportunamente addestrati, i cani sono in grado di riconoscere un particolare feromone emesso da questi insetti parassiti, segnalando la presenza di un’infestazione.
A cura di Valeria Aiello
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I cani potrebbero svolgere un importante ruolo nel rilevare le infestazioni da cimici dei letti (Cimex lectularius), gli insetti parassiti che hanno fatto scattare l’allarme in Francia e arrivati anche in Italia, alimentando segnalazioni e preoccupazione. Nella lotta contro questi piccoli insetti, che si nutrono di sangue umano attraverso i morsi, il fiuto dei cani offre infatti un rapido metodo rilevamento delle infestazioni, grazie alla loro abilità nel riconoscerne l’odore e, nel caso di animali addestrati, di segnalarne la presenza.

Dove si trovano le cimici dei letti

Le cimici dei letti possono nascondersi nelle fessure dei muri, sotto la carta da parati, all’interno di mobili, libri e dispositivi elettronici, nelle gabbie per uccelli ed altri animali e, come suggerisce il loro nome, nei tessuti dei letti e all’interno dei materassi: ciò significa che prediligono luoghi bui e caldi ma soprattutto vicini alla loro fonte di cibo, da dove escono e attaccano, generalmente durante la notte.

Essendo molto piccole ( hanno una lunghezza di circa 4-5 millimetri), le cimici dei letti sono particolarmente difficili da individuare prima che la loro presenza non si manifesti in un’infestazione (una femmina di cimice può deporre dalle due o tre uova al giorno per tutta la sua vita, che può durare diversi mesi, e sopravvivere fino a sei mesi tra un pasto di sangue e l’altro), richiedendo interventi professionali e pulizia accurata degli ambienti infestati.

Diffondendosi principalmente attraverso il trasporto di oggetti contaminati, come bagagli e vestiti, spesso infestano non solo le abitazioni private, ma anche alberghi, treni, navi da crociera e persino aerei, dove le segnalazioni sono in aumento come conseguenza della ripresa del turismo post-Covid.

I cani che fiutano le cimici dei letti

Per correre ai ripari, nel Regno Unito, hotel e proprietari di immobili stanno ricorrendo sempre più spesso all’impiego di cani appositamente addestrati per fiutare le cimici dei letti, come documentato anche dal Guardian, che riporta un boom di richieste di intervento rivolto ad aziende che insegnano ai cani a riconoscere e segnalare la presenza di questi insetti.

Stiamo riscontrando sempre più interesse. Probabilmente abbiamo avuto un aumento del 25% nelle chiamate da giugno” dice Gary Jakeman, amministratore delegato di K9 Detection Services, una società che mette a disposizione cani “specializzati” in grado di riconoscere l’odore delle cimici da letto, inclusi due Springer Spaniel, di nome Milo e Kobie, i cui servizi sono sempre più ricercati dai proprietari di hotel e da persone che sospettano che gli insetti abbiano preso infestato i loro locali.

Questi cani sono perfetti –spiega Jakeman – . C’è ben poco che possa superare un naso ben allenato”.

Per addestrare i cani a riconoscere e segnalare le cimici possono essere necessari da un anno a 18 mesi: il processo rispecchia quello impiegato per l’addestramento per fiutare droga, esplosivi e e denaro. Nel caso delle cimici, gli animali vengono allenati a riconoscere un feromone emesso dagli insetti, una sostanza che le cimici utilizzano come segnale di richiamo.

In concentrazioni molto elevate, l’odore può essere percepito anche dalle persone – ha affermato il dottor Richard Naylor, direttore della Bed Bug Foundation, che fornisce informazioni sugli insetti e collabora con le scuole di addestramento cinofilo per certificare i cani per il rilevamento delle cimici – . L’odore è molto pungente e riconoscibile”. I cani addestrati sono in grado di fiutare questo feromone anche se presente in quantità impercettibili per gli esseri umani, segnalando “in pochi minuti” la presenza delle cimici in luoghi dove spesso non verrebbero neppure ricercate. “Le abbiamo già trovate nei telecomandi dei televisori e nelle prese di corrente – ha raccontato Jakeman – . Probabilmente nessuno le avrebbe mai trovate in quei posti”.

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