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Cancro, scoperto “interruttore” che attiva la morte delle cellule tumorali: possibile svolta

Un team di ricerca statunitense ha scoperto come colpire il “recettore della morte” FAS sui tumori attraverso specifici anticorpi. La tecnica innesca la morte cellulare programmata delle cellule tumorali e favorisce l’attacco delle cellule immunitarie ingegnerizzate, anche contro i tumori solidi. Tracciata la strada per terapie contro il cancro sempre più efficaci e in grado di colpire un maggior numero di neoplasie.
A cura di Andrea Centini
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Ricercatori statunitensi hanno scoperto un “interruttore” che attiva la morte programmata delle cellule tumorali e spalanca le porte a trattamenti generalmente inefficaci contro i tumori solidi, come la CAR-T utilizzata principalmente contro le leucemie e altre forme di cancro del sangue. Più nello specifico, hanno individuato un epitopo (una porzione di una proteina in grado di attivarla e che si lega a un determinato anticorpo) su un recettore FAS o CD95, un cosiddetto “recettore della morte”. Quando viene preso di mira da un anticorpo ad hoc, questa porzione proteica provoca la morte cellulare per apoptosi (il "suicidio cellulare") e apre un percorso per le immunoterapie con cellule ingegnerizzate, anche contro i tumori più complessi da attaccare con queste tecniche. In parole semplici, sono state gettate le basi per terapie antitumorali molto più efficaci e in grado di agire su più neoplasie.

A scoprire questo interruttore che uccide le cellule tumorali è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Laboratorio di nuovi prodotti biologici dell'Università della California Davis, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Microbiologia Medica e Immunologia, del Dipartimento di Ingegneria Chimica e di altri istituti. I ricercatori, coordinati dal professor Jogender Tushir-Singh, docente presso il Dipartimento di Microbiologia e Immunologia medica presso l'ateneo californiano, hanno spiegato che fino ad oggi tutti i tentativi di prendere di mira i recettori della morte FAS per combattere il cancro erano falliti, ma grazie alla scoperta dell'epitopo cambia tutto. Attraverso specifici anticorpi, infatti, come indicato è possibile colpirlo direttamente e portare alla morte le cellule tumorali.

Il problema principale dei tumori solidi risiede nel fatto che risulta estremamente complesso farli attaccare dalle cellule delle immunoterapie, come i linfociti T ingegnerizzati della CAR-T o della variante CAR-CIK. Questi linfociti vengono estratti dal paziente, potenziati e moltiplicati in laboratorio e infine reinfusi. La tecnica è molto efficace nei tumori del sangue come le leucemie proprio perché le cellule ingegnerizzate non incontrano gli ostacoli tipici dei tumori solidi. A causa del microambiente della massa tumorale e dell'assenza di antigeni non permettono loro di penetrare in profondità. I tumori solidi vengono spesso chiamati tumori freddi “perché le cellule immunitarie semplicemente non possono penetrare nei microambienti per fornire un effetto terapeutico”, ha sottolineato il professor Tushir-Singh in un comunicato stampa. “Non importa quanto bene progettiamo gli anticorpi che attivano i recettori immunitari e le cellule T se non riescono ad avvicinarsi alle cellule tumorali. Pertanto, dobbiamo creare spazi in modo che le cellule T possano infiltrarsi”, ha aggiunto l'esperto.

I ricercatori dell'Università della California hanno sviluppato due anticorpi ingegnerizzati ritenuti molto efficaci nel legarsi ai recettori della morte FAS (presenti sulle membrane cellulari) e indurre la morte cellulare programmata. Funzionano come una "bomba a orologeria" che colpisce i recettori sui vasi sanguigni dei tumori. Gli scienziati li hanno testati con successo su linee cellulari di cancro ovarico e altre tipologie, ottenendo ottimi risultati. È ancora presto per parlare di farmaci e anticorpi monoclonali, dato che serviranno diversi anni di trial preclinici e clinici, ma come indicato è stata tracciata una strada molto promettente, che può ampliare notevolmente il ventaglio delle malattie oncologiche aggredibili dalle immunoterapie, oltre a migliorarne l'efficacia. Sono state poste le basi “per sviluppare anticorpi che attivano Fas, uccidono selettivamente le cellule tumorali e supportano potenzialmente la terapia con cellule T CAR nei tumori solidi”, ha chiosato il professor Tushir-Singh. I dettagli della ricerca “Characterizing the regulatory Fas (CD95) epitope critical for agonist antibody targeting and CAR-T bystander function in ovarian cancer” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Nature Cell Death & Differentiation.

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