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Cancro, il 40% dei farmaci antitumorali approvati con procedura accelerata dalla FDA non dà benefici

Nessun beneficio clinico per molti farmaci contro il cancro approvati con procedura accelerata dalla FDA. Ciò significa che non migliorano la qualità della vita né aumentano la sopravvivenza dei pazienti oncologici.
A cura di Andrea Centini
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Larga parte dei farmaci contro i tumori approvati attraverso la procedura accelerata non funziona. In altri termini, non allunga la vita né migliora la qualità della stessa nei pazienti oncologici. Circa il 40 percento di questi medicinali non offre alcun beneficio clinico, in base a un'indagine condotta dopo 5 anni di follow-up dall'approvazione accelerata. Il dato potrebbe balzare persino al 60 percento, tenendo in considerazione i risultati preliminari di alcuni farmaci per i quali non sono ancora disponibili i dati definitivi.

Sono i preoccupanti risultati di un nuovo studio di coorte che ha indagato su circa 130 farmaci autorizzati con questa procedura tra il 2013 e il 2023 dalla Food and Drug Administration (FDA), l'agenzia governativa statunitense deputata alla regolamentazione di medicinali, terapie sperimentali, dispositivi medici e altro. È doveroso sottolineare che l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), rispetto alla FDA, utilizzano procedure differenti per approvare rapidamente farmaci sperimentali, condizionate da bisogni non soddisfatti e quando i benefici superano i rischi, sulla base dei trial clinici. Ciò nonostante il dato della nuova ricerca fa riflettere sulle tempistiche e l'iter normativo di certi meccanismi.

A determinare che il 40 percento dei farmaci antitumorali approvati dalla FDA con procedura accelerata non fornisce alcun beneficio ai pazienti è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Programma su regolamentazione, terapia e diritto – Divisione di farmacoepidemiologia e farmacoeconomia presso il Dipartimento di medicina del Brigham and Women's Hospital e della prestigiosa Scuola di Medicina dell'Università di Harvard. I ricercatori, coordinati dal professor Ian TT Liu, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto uno studio su 129 farmaci oncologici approvati nel decennio 2013 – 2023. Più nello specifico, si sono concentrati su 46 farmaci approvati tra il 2013 e il 2017 per i quali erano disponibili almeno 5 anni di dati di follow-up.

Ricordiamo che le approvazioni accelerate sono condizionate dalla conferma dei risultati attraverso studi ad hoc post autorizzazione. Di questi 46 farmaci, il 63 percento ha ottenuto l'autorizzazione regolare; il 22 percento è stato ritirato e il 15 percento era ancora sotto analisi dopo 6,3 anni di follow-up (media). Il dato più significativo, tuttavia, risiede nel fatto che il 43 percento di questi farmaci non ha dimostrato alcun beneficio clinico negli studi di conferma. Ciò significa che non ha né allungato la vita dei pazienti malati di cancro ne ha migliorato la qualità della loro vita dal punto di vista dei sintomi, parametri definiti con una misura surrogata chiamata dagli esperti “progressione libera da malattia”.

Come spiegato dagli autori dello studio, il percorso di approvazione accelerato della FDA “consente l'approvazione di farmaci sperimentali che trattano esigenze mediche non soddisfatte sulla base di modifiche alle misure surrogate considerate ‘ragionevolmente probabili' per prevedere il beneficio clinico. Sono quindi necessari studi clinici post-approvazione per confermare se questi farmaci offrono benefici clinici”. Ed è proprio durante queste analisi di follow-up che molti cadono. Sebbene la velocità del ritiro dei farmaci inefficaci si è velocizzata di quasi tre volte rispetto al passato, il tempo medio per passare all'approvazione regolare è aumentato da 1,6 anni a 3,6 anni. Molti farmaci restano nel “limbo” per un periodo piuttosto lungo, prima che le agenzie regolatorie prendano una decisione definitiva sul loro destino. Ma ciò che fa riflettere è che molti di questi farmaci, seppur somministrati per anni, non offrono benefici tangibili.

“La maggior parte dei farmaci antitumorali a cui è stata concessa l'approvazione accelerata non ha dimostrato benefici in termini di sopravvivenza globale o qualità della vita entro 5 anni dall'approvazione accelerata. I pazienti dovrebbero essere chiaramente informati sui farmaci antitumorali che utilizzano il percorso di approvazione accelerato e che non mostrano benefici in termini di risultati clinici centrati sul paziente”, hanno chiosato gli autori dello studio. Recenti riforme del governo USA hanno modificato in modo significativo la prassi sulla procedura accelerata, pertanto in futuro la percentuale dei farmaci inefficaci sarà sensibilmente abbattuta, così come sarà ridotto il tempo nel "limbo". Ribadiamo che i risultati di questo studio non riguardano Europa e Italia. I dettagli della ricerca “Clinical Benefit and Regulatory Outcomes of Cancer Drugs Receiving Accelerated Approval” sono stati pubblicati su JAMA.

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