Cancro, bloccata la diffusione delle metastasi al cervello in laboratorio: scoperto “gene bersaglio”
Scoperto un possibile bersaglio terapeutico per impedire alle metastasi di varie forme di cancro di diffondersi nel cervello e nel resto del sistema nervoso centrale, un evento associato a un significativo peggioramento della malattia oncologica e alla prognosi infausta. Quelle cerebrali, di fatto, sono incurabili. Le metastasi, cioè cellule cancerogene che iniziano a circolare nell'organismo e a colpire organi distinti da quello del tumore primario, rappresentano la principale causa di morte per cancro. Riuscire a prevenirne la proliferazione e la diffusione rappresenterebbe un risultato estremamente significativo nella lotta ai tumori. Ora i ricercatori hanno identificato uno specifico gene associato alle metastasi cerebrali, che bloccato con farmaci ad hoc potrebbe impedire la loro proliferazione, salvando la vita a molti pazienti. In test sui topi la diffusione delle metastasi nel sistema nervoso centrale è stata bloccata.
A individuare il potenziale bersaglio terapeutico è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati portoghesi della Facoltà di Medicina dell'Università di Lisbona, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Neurochirurgia e del Laboratorio di Neuropatologia dell'Ospedale di Santa Maria, del German Cancer Consortium della Facoltà di Medicina e Ospedale Universitario di Düsseldorf (Germania) e di diversi altri istituti. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Claudia C. Faria, docente presso l'Istituto di Medicina Molecolare (IMM) “João Lobo Antunes” dell'ateneo di Lisbona, sono giunti alle loro conclusioni dopo essere “andati a caccia” di fenomeni molecolari ricorrenti legati alle metastasi cerebrali. Attraverso il sequenziamento dell'RNA di trenta pazienti con metastasi al sistema nervoso centrale, i ricercatori hanno identificato la sovraregolazione di una proteina espressa dall'omonimo gene chiamato UBE2C, “che assicura la corretta transizione dalla metafase all'anafase, attraverso diverse origini tumorali primarie”, come spiegato nell'abstract dello studio. In parole semplici, favorisce la mitosi delle cellule cancerogene.
Per confermare il ruolo di questo gene, la professoressa Faria e i colleghi hanno coinvolto altri 89 pazienti con la medesima condizioni clinica; dalle indagini è emerso che la sovraregolazione di UBE2C è associata a un peggioramento della prognosi. In studi su modelli murini (topi) hanno inoltre dimostrato che livelli elevati della proteina espressa dal gene UBE2C catalizzano la proliferazione delle metastasi cerebrali. Nello specifico, si determina “un'ampia disseminazione leptomeningea”. Determinato il ruolo centrale di questo gene, gli scienziati hanno cercato centinaia di farmaci già approvati e altri composti in grado di inibire l'azione di UBE2C. “Abbiamo testato 650 farmaci già approvati per l'uso da parte dei pazienti dalla FDA (Food and Drug Administration, USA) o utilizzati in studi clinici di fase 3 o 4, e identificato una piccola molecola inibitrice che diminuisce i livelli di UBE2C e previene la diffusione delle cellule tumorali nel sistema nervoso centrale, quando somministrato in una fase precoce della malattia”, ha affermato in un comunicato stampa la coautrice dello studio Eunice Paisana. La molecola in questione si chiama dactolisib (è un doppio inibitore PI3K/mTOR) e se utilizzata precocemente nei topi impedisce lo sviluppo di metastasi leptomeningee indotte dal gene UBE2C.
La scoperta potrebbe sfociare in un trattamento potenzialmente rivoluzionario in grado di bloccare le metastasi cerebrali, ma si tratta di indagini preliminari sui topi e prima di arrivare ai trial clinici (la sperimentazione umana) è necessario un lunghissimo percorso che determini efficacia e sicurezza dello stesso. “Il nostro obiettivo durante questa ricerca è sempre stato quello di contribuire alla scoperta di nuovi bersagli terapeutici. Nel nostro team, studiamo campioni biologici di pazienti per generare conoscenze che potrebbero contribuire alla pratica clinica in futuro”, ha specificato la dottoressa Paisana. La professoressa Faria sottolinea che le metastasi cerebrali sono “la principale causa di morbilità e mortalità associate al cancro” ed è necessario trovare nuove terapie. I dettagli della ricerca “UBE2C promotes leptomeningeal dissemination and is a therapeutic target in brain metastatic disease” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Neuro-Oncology Advances.