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Cancro al seno, tutti i contraccettivi ormonali aumentano il rischio: anche i soli progestinici

Secondo un nuovo studio tutte le tipologie di anticoncezionali ormonali aumentano lievemente il rischio di cancro al seno, anche quelli basati sui soli progestinici.
A cura di Andrea Centini
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Tutti i contraccettivi ormonali, compresi quelli basati sui soli progestinici, sono associati a un leggero aumento del rischio di cancro al seno per le donne. Ciò risulta vero indipendentemente dal tipo di prodotto utilizzato, ovvero pillola orale, impianto, iniezione o cerotto, che determinano un rilascio di varie formulazioni combinate di estrogeni / progestinici – i principali ormoni sessuali femminili – o di soli progestinici. L'associazione tra carcinoma mammario e anticoncezionali ormonali è ben nota da decenni, tuttavia si basa principalmente su grandi studi condotti in passato. Poiché recentemente è aumentata la prescrizione di anticoncezionali basati sui soli progestinici, gli scienziati hanno voluto valutare nuovamente tale rischio.

A determinare che tutti i contraccettivi ormonali determinano un (ridotto) aumento del rischio di cancro al seno è stato un team di ricerca britannico, composto da scienziati della Cancer Epidemiology Unit presso il Nuffield Department of Population Health della prestigiosa Università di Oxford. I ricercatori sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto una meta-analisi sui risultati di 54 studi, che hanno coinvolto i dati di circa 9.500 donne del Regno Unito – inclusi in un database chiamato Clinical Practice Research Datalink – che hanno sviluppato un carcinoma mammario tra il 1996 e il 1997. Le partecipanti avevano tutte meno di 50 anni e le loro cartelle cliniche sono state messe a confronto con quelle di altre 18.000 donne del gruppo di controllo. Complessivamente erano disponibili oltre 7 anni di cartelle cliniche (in media) prima della diagnosi di cancro al seno. Il 44 percento delle donne affette da carcinoma mammario aveva in media una prescrizione di contraccettivi ormonali di 3,1 anni, prima della diagnosi oncologica. Circa la metà assumeva i soli progestinici (in passato era più comune l'uso combinato con gli estrogeni).

Incrociando tutti questi dati gli scienziati hanno determinano che le donne che assumevano contraccettivi ormonali avevano un rischio aumentato di cancro al seno del 20 – 30 percento rispetto a chi non li assumeva. Potrebbe apparire un aumento significativo, ma in realtà, essendo di base il rischio molto basso, in termini assoluti si traduce in un impatto piuttosto lieve, ovvero dello 0,15 percento per le donne con meno di 40 anni e dello 0,5 percento per le donne con meno di 50 anni (il rischio di cancro al seno aumenta con l'età). In termini squisitamente numerici, sono stati calcolati 8 diagnosi ogni 100.000 utilizzatrici di contraccettivi tra i 16 e i 20 anni e 265 diagnosi ogni 100.000 nella fascia di età compresa tra i 35 e i 39 anni.

I contraccettivi ormonali agiscono in vari modi, ad esempio impedendo il rilascio delle uova o assottigliando l'endometrio, e poiché gli ormoni coinvolti giocano un ruolo significativo anche nel cancro, per gli scienziati è importante capire la relazione tra tutti i fattori. La dottoressa Gillian Reeves, direttrice della Cancer Epidemiology Unit presso l'Università di Oxford e tra gli autori dello studio, ha sottolineato a Statnews che un aumento del 20 – 30 percento di un rischio molto basso resta comunque tale. In termini assoluti, come indicato, le probabilità di ammalarsi restano molto lievi, ma possono risultare significative per le donne che hanno già altri fattori di rischio, come la presenza di mutazioni specifiche in determinati geni o una storia famigliare di cancro al seno. Inoltre, sottolineano gli esperti, va tenuto conto che i contraccettivi ormonali sono associati a una riduzione del rischio di altre forme di cancro femminili, come quelle alle ovaie e all'endometrio. Per tutte queste ragioni i risultati dello studio vanno attentamente soppesati con i benefici offerti dai contraccettivi durante gli anni fertili.

Ciò che è certo è che la pillola contraccettiva sperimentale per uomo in grado di bloccare temporaneamente il nuoto degli spermatozoi, del tutto priva di ormoni, potrebbe rappresentare una vera e proprio rivoluzione nel controllo delle nascite eliminando del tutto i rischi associati ai presidi tradizionali (e destinati alle sole donne). I dettagli della nuova ricerca britannica “Combined and progestagen-only hormonal contraceptives and breast cancer risk: A UK nested case–control study and meta-analysis” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica PLOS-MEDICINE.

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