Cancro al seno triplo negativo, farmaco rivoluzionario abbatte del 59% il rischio relativo di morte
Un'innovativa terapia anticancro che agisce combinando un anticorpo monoclonale e un farmaco chemioterapico è in grado di abbattere sensibilmente il rischio di morte e di migliorare la qualità della vita delle pazienti affette da carcinoma mammario triplo negativo, la forma di cancro al seno più aggressiva e difficile da combattere che colpisce soprattutto le donne giovani. La riduzione rilevata dagli scienziati per il rischio di progressione della malattia o morte è risultata del 59 percento rispetto alla chemioterapia scelta dall'oncologo, come evidenziato nel comunicato stampa di GILEAD. La terapia è risultata efficace anche contro il carcinoma mammario metastatico di tipo Her2 negativo, migliorando la sopravvivenza libera da progressione della malattia nelle pazienti che erano già state sottoposte ad altre terapie oncologiche. Si tratta di risultati eccellenti che donano speranza a chi è colpito da queste aggressive forme tumorali alla mammella.
I risultati sono stati annunciati durante una conferenza stampa del Congresso della Società americana di oncologia clinica (ASCO), attualmente in corso di svolgimento a Chicago, negli Stati Uniti. Il farmaco, chiamato Sacituzumab govitecan, è definito “anticorpo-coniugato” (ADC) ed è composto “da un anticorpo diretto contro l’antigene di superficie antitrofoblasto 2 (Trop-2) unito a SN-38, il metabolita attivo dell’irinotecano e un inibitore della topoisomerasi I”, spiega l'AIOM, acronimo di Associazione Italiana di Oncologia Medica. “Trop-2 – aggiunge AIOM – è un trasduttore di segnale del calcio trans-membrana altamente espresso dalle cellule del tumore mammario”. In parole semplici, l'anticorpo monoclonale è in grado di trasportare il forte chemioterapico contro uno specifico bersaglio molecolare presente sulle cellule cancerose. “Questo permette da una parte una grande efficacia terapeutica, dall'altra di ridurre la tossicità legata all'esposizione delle cellule normali”, ha dichiarato all'ANSA il professor Giampaolo Bianchini, oncologo dell'Ospedale San Raffaele di Milano.
I risultati dello studio ASCENT presentati alla ASCO mostrano che, nelle pazienti con carcinoma mammario triplo negativo di tipo metastatico recidivante o refrattario già trattate con altre terapie, il farmaco – nome commerciale Trodelvy – ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione della malattia rispetto alla chemioterapia scelta dagli oncologi (4,8 mesi contro 1,7 mesi), inoltre ha anche esteso la sopravvivenza globale mediana (OS) di circa cinque mesi, ovvero 11,8 mesi contro 6,9 mesi. “La percentuale di OS a due anni era del 20,5 percento nel braccio Trodelvy, rispetto al 5,5 percento con la chemioterapia scelta dal medico. Trodelvy ha anche mostrato miglioramenti clinicamente significativi nella qualità della vita correlata alla salute (HRQoL) rispetto alla chemioterapia”, si legge nel comunicato stampa di GILEAD Science. “Questi dati finali dello studio di fase 3 ASCENT confermano i benefici in termini di sopravvivenza e qualità della vita osservati con sacituzumab govitecan rispetto alla chemioterapia tradizionale in pazienti con carcinoma mammario triplo negativo metastatico pretrattato”, ha dichiarato il professor Aditya Bardia, autore principale dello studio, Direttore del Breast Cancer Research Program del Mass General Cancer Center e docente di Medicina presso la Scuola di Medicina dell'Università di Harvard. Lo studioso ha sottolineato il balzo in avanti compiuto grazie a Sacituzumab govitecan rispetto ai precedenti trattamenti. Il professor Bianchini sottolinea che si tratta di un risultato senza precedenti contro “questo particolare tipo di tumore mammario particolarmente aggressivo”. Il triplo negativo riguarda il 15 percento delle nuove diagnosi di cancro al seno ogni anno (in Italia circa 37mila).
Durante la conferenza ASCO è stata presentata anche l'efficacia del farmaco contro il carcinoma mammario metastatico di tipo Her2 negativo in pazienti già trattate con altre terapie. I risultati dello studio di fase 3 TROPiCS-02 indicano che Sacituzumab-govitecan rispetto alla chemioterapia riduce del 34 percento il rischio di progressione della malattia e di morte rispetto alla chemio standard. Il farmaco è stato approvato dall'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel 2021, ma in Italia si attende ancora la rimborsabilità, come specificato dal professor Bianchini.