Cancro al seno con metastasi, cos’è e come funziona il nuovo farmaco Orserdu approvato dalla UE
La Commissione Europea ha approvato l'Elacestrant (nome commerciale Orserdu), un nuovo farmaco per combattere il cancro al seno avanzato o con metastasi messo a punto dalla casa farmaceutica Menarini Group in collaborazione con l'azienda consociata Stemline Therapeutics Inc. Esistono molteplici forme di tumore alla mammella; il farmaco è specificatamene progettato contro il “carcinoma mammario ER+, HER2- localmente avanzato o metastatico con una mutazione attivante ESR1”, come spiegato in un comunicato stampa dell'azienda italiana. Si tratta di una neoplasia positiva al recettore degli estrogeni, un tipo molto comune, che tuttavia non esprime il recettore HER2 e presenta mutazioni acquisite. Queste ultime emergono nel 40 percento dei tumori di questo tipo a seguito dell'esposizione alla terapia endocrina (di cui rappresentano un fattore di resistenza difficile da debellare). È dunque una forma di cancro molto specifica e l'Orserdu è il primo medicinale in assoluto approvato contro di essa. Da circa 20 anni non veniva messo in commercio un farmaco di questo genere.
Il cancro al seno è considerato uno dei principali “big killer” e ogni anno vengono effettuate oltre 2,1 milioni di diagnosi in tutto il mondo. In Italia sono oltre 50.000, quasi il 15 percento di tutte le forme di tumore diagnosticate. Solo nel nostro Paese ogni anno è responsabile di circa 12.500 decessi, mentre nel mondo sono oltre 600.000. Per quanto concerne l'Europa le diagnosi sono invece 550.000 all'anno, il 70 percento delle quali riguarda proprio patologie positive al recettore degli estrogeni (ER). Avere una nuova e potente arma contro di esse può migliorare le speranze di vita per moltissime donne e degli uomini colpiti (il cancro al seno, anche se in misura minore, interessa anche il sesso maschile). Il via libera della UE è arrivato un paio di mesi dopo il parere positivo del Medicinal Products for Human Use (CHMP) dell'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Ma come funziona esattamente Orserdu?
Tecnicamente il farmaco antitumorale, che si assume per via orale come una pillola, è un antagonista dei recettori degli estrogeni, ovvero proteine che vengono attivate dagli ormoni sessuali femminili. Essi sono coinvolti in diverse tipologie di carcinoma mammario. Nello specifico, l'Orserdu ha come bersaglio gli Erα (estrogeni alfa), inoltre è un degradatore selettivo del recettore degli estrogeni (SERD). Queste caratteristiche lo rendono un prezioso aiuto per i pazienti affetti dalla diffusa forma tumorale nello stadio avanzato / metastatico. A dimostrarlo lo studio di fase 3 “EMERALD”, nel quale sono stati coinvolti circa 500 pazienti con cancro metastatico ER-positivo ed HER2-negativo, di cui circa la metà con le mutazioni ESR1. In base ai risultati il farmaco assunto oralmente una volta al giorno ha prolungato la sopravvivenza libera da progressione (PFS) con una media di 3,8 mesi, superiore a quella delle monoterapie endocrine classiche, inoltre ha ridotto la progressione o la morte del 45 percento nei pazienti con le mutazioni. Questi risultati avevano spinto la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ad approvare l'Orserdu alla fine di gennaio di quest'anno.
“Siamo orgogliosi di offrire un nuovo trattamento per il cancro al seno che offre efficacia in una pillola una volta al giorno e rappresenta la prima innovazione nella terapia endocrina in quasi due decenni; siamo inoltre incredibilmente grati per il supporto dei ricercatori oncologici e di tutti i pazienti che hanno partecipato agli studi clinici che hanno reso possibile il risultato odierno”, ha dichiarato l'amministratore delegato di Menarini Elcin Barker Ergun. La terapia, basata su una pillola con 258 milligrammi di principio attivo, ha determinato reazioni avverse severe come nausea, dispnea e tromboembolia (venosa) in circa l'1 percento dei partecipanti. Tra gli effetti collaterali più comuni (più del 10 percento) sono stati osservati sintomi gastrointestinali come vomito e diarrea, oltre a calo ponderale (perdita del peso), anemia, vampate di calore, diminuzione di alcuni elementi – come sodio e calcio -, mal di testa e altri ancora. La terapia non è raccomandata nei pazienti con significativa compromissione epatica. È infatti proprio nel fegato che viene metabolizzato il nuovo farmaco.