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Cancro al polmone, pillola abbatte il rischio di morte per una forma comune e previene le metastasi

Un team di ricerca internazionale ha dimostrato che il farmaco osimertinib di AstraZeneca riduce del 51 percento il rischio di morte per una forma comune di cancro al polmone, inoltre aiuta a prevenire la formazione di metastasi al cervello e in altre sedi. A 5 anni dalla somministrazione l’88 percento dei pazienti è ancora in vita.
A cura di Andrea Centini
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Un farmaco espressamente progettato contro una forma comune e letale di cancro al polmone abbatte di oltre il 50 percento il rischio di morte, oltre ad aiutare a prevenire che si diffondano metastasi al cervello e in altri organi tessuti. Si tratta dell'osimertinib (nome commerciale Tagrisso), tecnicamente un inibitore della tirosin-chinasi del recettore del fattore di crescita epidermico (messo a punto dalla casa farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca, coinvolta anche nella produzione del vaccino anti Covid. Il cancro al polmone è il più letale in assoluto, con circa 1,8 milioni di morti ogni anno: la forma contro cui è efficace l'osimertinib è il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) con mutazione del recettore del fattore di crescita (EGFRm), dopo la resezione chirurgica della massa di cellule malate con o senza chemioterapia.

A dimostrare l'efficacia del farmaco di AstraZeneca è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dello Yale Cancer Center dell'Università di Yale (Stati Uniti) e del National Cancer Center Hospital East di Chiba (Giappone), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Guangdong Lung Cancer Institute – Guangdong Provincial People’s Hospital (Cina), dell'Università della California di Los Angeles, dell'Hospital de la Santa Creu i Sant Pau di Barcellona (Spagna) e di numerosi altri centri di ricerca. I ricercatori, coordinati dai professori Masahiro Tsuboi e Roy S. Herbst, hanno condotto uno studio clinico di fase III randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo (il gold standard della ricerca scientifica) chiamato ADAURA, nel quale sono stati coinvolti circa 700 pazienti con carcinoma polmonare NSCLC con mutazione EGFRm allo stadio iniziale (IB, II e IIIA).

I partecipanti, provenienti da oltre venti Paesi, sono stati divisi in due gruppi: al primo, composto da 339 persone, è stato somministrato il farmaco con una dose da 80 milligrammi al giorno, al secondo, composto da 343 persone, è stato dato il placebo. I pazienti hanno ricevuto i due principi per 3 anni o fino a quando non è stato soddisfatto un altro criterio di interruzione (abbandono, morte etc etc). L'endpoint primario, come indicato nell'abstract dello studio, era la “sopravvivenza libera da malattia valutata dallo sperimentatore tra i pazienti con malattia in stadio da II a IIIA”, mentre tra quelli secondari vi erano “la sopravvivenza libera da malattia tra i pazienti con malattia in stadio da IB a IIIA, la sopravvivenza globale e la sicurezza”.

Incrociando tutti i dati è stato osservato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo nella sopravvivenza dei pazienti trattati con l'osimertinib. Nello specifico, il farmaco ha abbattuto il rischio di morte del 51 percento rispetto al placebo. A cinque anni dall'avvio della sperimentazione l'88 percento dei pazienti trattati era vivo, rispetto al 78 percento di quelli cui inizialmente era stato somministrato il placebo (in una fase successiva dello studio anche il secondo gruppo ha avuto accesso all'osimertinib). “Questi risultati di sopravvivenza globale tanto attesi, con l'88 percento dei pazienti vivi a cinque anni rappresenta un risultato epocale nel trattamento del carcinoma polmonare con mutazione dell'EGFR allo stadio iniziale. Questi dati sottolineano che il trattamento adiuvante con osimertinib offre ai pazienti le migliori possibilità di sopravvivenza a lungo termine”, ha affermato in un comunicato stampa il professor Herbst, docente e medico presso la Sezione di Oncologia Medica della Scuola di Medicina dell'Università di Yale. L'oncologo ha aggiunto durante una conferenza stampa che “i dati sono impressionanti” e che il farmaco aiuta anche “a prevenire che il cancro si diffonda al cervello, al fegato, alle ossa”. È noto in particolare l'effetto neuroprotettivo.

L'osimertinib non è purtroppo efficace contro qualunque forma di cancro al polmone, ma solo contro il carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) con mutazione EGFRm. Lo studio ADAURA non ha evidenziato effetti collaterali e reazioni avverse differenti rispetto a quelli emersi dai trial clinici precedenti: fra essi figurano eruzioni cutanee, diarrea, significativo affaticamento, infiammazione, dolore muscoloscheletrico e altri ancora. I dettagli della ricerca “Overall Survival with Osimertinib in Resected EGFR-Mutated NSCLC” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica The New England Journal of Medicine e presentati presso il meeting annuale dell'American Society for Clinical Oncology (ASCO), attualmente in corso di svolgimento a Chicago, negli Stati Uniti.

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