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Cancro al cervello, vaccino a mRNA innovativo allunga la vita a pazienti con letale glioblastoma

Un team di ricerca internazionale ha messo a punto un promettente vaccino a mRNA che ha prolungato la vita di cani e persone affetti da glioblastoma, un diffuso e incurabile cancro al cervello. Come funziona e perché gli scienziati sono fiduciosi.
A cura di Andrea Centini
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Un innovativo vaccino a mRNA sperimentale è stato in grado di allungare la vita di persone e cani affetti da glioblastoma (GBM), il più comune cancro al cervello riscontrato in età adulta. Si tratta di una malattia incurabile e aggressiva, che uccide rapidamente; basti sapere che la sopravvivenza media dopo la diagnosi si attesta attorno ai 15 mesi. Recentemente, grazie a una rivoluzionaria immunoterapia basata sulle cellule T del recettore chimerico dell’antigene o CAR-T, il tumore maligno è stato “cancellato” dal tessuto nervoso di un uomo di 72 anni in pochi giorni, ma si è trattato di un singolo caso e i ricercatori stanno continuando a testare varie strade per combattere la malattia. I vaccini a mRNA sono considerati tra i più promettenti in assoluto nella lotta contro il cancro e il nuovo studio, molto peculiare perché ha visto anche il coinvolgimento di cani ammalatisi naturalmente, sembra offrire significative speranze anche contro il glioblastoma. La combinazione di più procedure immunoterapiche potrebbe portare a trattamenti in grado di modificare la diagnosi del tumore maligno in una rapida sentenza di morte.

A condurre il nuovo studio è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi del Center for Brain Tumor Therapy dell'Università della Florida, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del College di Farmacia dell'Università del Texas, della Cleveland Clinic e di altri istituti. I ricercatori, coordinati dal professor Elias J. Sayour, docente presso il Dipartimento di Neurochirurgia “Lillian S. Wells” dell'ateneo di Gainsville, hanno innanzitutto messo a punto un innovativo vaccino a mRNA personalizzato, che funziona in modo non troppo dissimile da quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna per combattere la pandemia di COVID-19. Questi pionieristici farmaci si basano sull'istruire il nostro organismo a costruire una singola parte del coronavirus SARS-CoV-2 (la proteina S o Spike) affinché il sistema immunitario la riconosca e colpisca. L'mRNA, in questo caso, è incapsulato in singole cellule lipidiche. Nel caso del vaccino contro il cancro al cervello l'mRNA viene iniettato in aggregati di cellule lipidiche (LPA) a strati, al fine di “migliorare sostanzialmente il confezionamento del carico utile e l'immunogenicità degli antigeni mRNA tumorali”, spiegano gli scienziati nell'abstract dello studio.

“Invece di iniettare singole particelle, stiamo iniettando gruppi di particelle che si avvolgono l'una attorno all'altra come cipolle, come un sacchetto pieno di cipolle. E il motivo per cui lo abbiamo fatto nel contesto del cancro è che questi cluster allertano il sistema immunitario in un modo molto più profondo di quanto farebbero le singole particelle”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Sayour, uno specialista in oncologia pediatrica dell'Università della Florida. Per preparare il vaccino personalizzato gli scienziati hanno dapprima ottenuto l'RNA dalla massa tumorale dei pazienti (estratta chirurgicamente), successivamente lo hanno incapsulato in queste nanoparticelle lipidiche biocompatibili “a cipolla”. Dopo l'iniezione hanno innescato una robusta e rapidissima risposta del sistema immunitaria contro le cellule del glioblastoma.

“In meno di 48 ore, potremmo vedere questi tumori passare da uno stato che chiamiamo ‘freddo' – freddo immunitario, pochissime cellule immunitarie, risposta immunitaria molto silenziosa – a una risposta immunitaria ‘calda' molto attiva. Ciò è stato molto sorprendente data la rapidità con cui ciò è avvenuto, e ciò che ci ha detto è che siamo stati in grado di attivare la parte iniziale del sistema immunitario molto rapidamente contro questi tumori, e questo è fondamentale per sbloccare gli effetti successivi della risposta immunitaria”, ha chiosato il professor Sayour. In parole semplici, dopo l'iniezione nei tumori dei pazienti umani e canini è stata osservata una massiccia risposta di citochine, chemochine, cellule dendritiche e linfociti, una serie di "armi" del sistema immunitario attivate contro il cancro dopo la somministrazione del vaccino. Risposte analoghe erano state osservate anche in modelli murini (topi).

Gli effetti del promettente vaccino a mRNA sono stati eccezionali nei cani, dove si è passati da una vita media di 30-60 giorni dopo la diagnosi di glioblastoma a 139 giorni. In altri termini, la sopravvivenza è stata da più che raddoppiata a quasi quintuplicata grazie al farmaco sperimentale. Anche le quattro persone coinvolte nello studio hanno avuto una vita più lunga o una sopravvivenza libera da malattia superiori rispetto a quanto atteso. I dati, naturalmente, dovranno essere confermati negli studi clinici più approfonditi e su un numero superiore di pazienti, ma il nuovo vaccino offre una speranza significativa nella lotta a questa devastante malattia, soprattutto se si pensa a una possibile combinazione con altre innovative immunoterapie. I dettagli della ricerca “RNA aggregates harness the danger response for potent cancer immunotherapy” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Cell.

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