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Cambiamenti climatici e agricoltura intensiva hanno già dimezzato il numero insetti

Lo rileva uno studio dell’University College di Londra che ha identificato una riduzione media del 49% delle popolazioni di insetti e una perdita di biodiversità del 29% in diverse aree del pianeta.
A cura di Valeria Aiello
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I cambiamenti climatici e l’agricoltura intensiva hanno già causato una riduzione del 49% del numero di insetti in alcune aree del pianeta. Lo rivelano i dati di un nuovo studio pubblicato su Nature dai ricercatori dell’University College di Londra, il primo ad aver identificato che l’interazione tra aumento delle temperature e l’uso intensivo dei terreni agricoli sta determinando perdite diffuse di numerose popolazioni di insetti in tutto il mondo.

Per l’analisi, i ricercatori hanno preso in esame un ampio set di dati sull’abbondanza di insetti e sulla ricchezza di specie in diverse aree del pianeta, incluse oltre 700.000 registrazioni per quasi 20.000 specie di insetti. Il team ha confrontato la biodiversità degli insetti in diverse zone, tenendo conto dei livelli di agricoltura intensiva nonché dell’aumento delle temperature registrato dal 1992 al 2012, e scoprendo che nelle aree di agricoltura a bassa intensità e di notevole riscaldamento climatico, la presenza di un habitat naturale ha ridotto le perdite.

In particolare, dove il 75% del territorio è rimasto naturale, l’abbondanza di insetti è diminuita di circa il 7%, rispetto a una riduzione massima del 63% registrata in aree con appena il 25% di habitat naturale. “Molti insetti – spiegano gli studiosi – fanno affidamento sull’ombra delle piante nelle giornate più calde, per cui una perdita di habitat naturali potrebbe rendere alcune specie più vulnerabili”.

Nelle aree con agricoltura ad alta intensità e notevole riscaldamento climatico, il numero di insetti si è ridotto del 49% rispetto alla maggior parte degli habitat naturali non colpite dal riscaldamento climatico, con una biodiversità del 29% più bassa. “I nostri risultati evidenziano l’urgenza di azioni per preservare gli habitat naturali, rallentare l’espansione dell'agricoltura ad alta intensità e ridurre le emissioni per mitigare il cambiamento climatico – ha commentato l’autrice principale dello studio, la dottoressa Charlie Outhwaite del Center for Biodiversity & Environment Research dell’University College di Londra -. La perdita di popolazioni di insetti potrebbe essere dannosa non solo per l’ambiente naturale, dove gli insetti spesso svolgono ruoli chiave negli ecosistemi locali, ma potrebbe anche danneggiare la salute umana e la sicurezza alimentare, in particolare con la perdita degli impollinatori”.

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