Calo demografico, le famiglie crolleranno entro il 2100: quanti parenti in vita avremo a 65 anni
Entro la fine del secolo le famiglie cambieranno drasticamente in tutte le regioni del mondo, con un vero e proprio crollo nel numero di figli e, di conseguenza, di parenti. In altri termini, le famiglie del prossimo futuro saranno molto più piccole e “verticali”, con un numero superiore di nonni e bisnonni e pochi o pochissimi figli, nipoti e cugini. Il calo demografico entro il 2100 è stato già ampiamente previsto da molteplici e autorevoli studi; fra essi vi è una recente ricerca dell'Università di Washington, nella quale è stato determinato che la popolazione globale aumenterà fino a 9,7 miliardi di individui nel 2064 e, nel giro di 30 anni, scenderà a 8,8 miliardi. La precedente decrescita demografica a livello planetario si era verificata nel XIV secolo, durante il Medioevo, quando la diffusione della famigerata “peste nera” uccise milioni di persone. Questo dato suggerisce quanto sia preoccupante la situazione, soprattutto per alcuni Paesi – come l'Italia – nei quali il calo demografico è già sensibilmente in atto ed è considerato una vera e propria emergenza nazionale.
Il nuovo studio non si è soffermato sul "semplice" calcolo numerico della decrescita demografica globale, ma sulla composizione delle famiglie del futuro. A condurlo è stato un team di ricerca internazionale guidato dallo scienziato Diego Alburez-Gutierrez del Max Planck Institute for Demographic Research di Rostock (Germania), che ha collaborato a stretto contatto con i colleghi Ivan Williams della Facoltà di Economia dell'Università di Buenos Aires (Argentina) e Hal Caswell dell'Istituto per la Biodiversità e la Dinamica degli Ecosistemi dell'Università di Amsterdam (Paesi Bassi). I ricercatori coordinati dal professor Alburez-Gutierrez, a capo del Gruppo di ricerca sulle disuguaglianze di parentela presso l'ateneo tedesco, sono riusciti a eseguire questo calcolo a partire dall'analisi dei dati del World Population Prospects 2022 delle Nazioni Unite. Grazie ad essi hanno elaborato un migliaio di storie di parentela per altrettante famiglie provenienti da tutto il mondo. “Utilizziamo modelli matematici per rappresentare la relazione tra una persona, i suoi antenati e i suoi discendenti in un dato periodo di tempo. Il modello fornisce distribuzioni medie di età e sesso per diversi tipi di parentela per ogni anno solare”, ha dichiarato l'autore principale dello studio in un comunicato stampa.
Ciò che è emerso dall'analisi dati è abbastanza sconcertante; entro la fine del secolo, infatti, è stato stimato che il numero di parenti di ciascuna persona diminuirà mediamente di oltre il 35 percento, con un aumento di nonni e bisnonni e un crollo di figli, cugini e nipoti. Per rendere più chiaro come cambieranno le famiglie fra una settantina di anni, i ricercatori hanno fatto un elegante confronto tra i parenti di una donna "tipo" di 65 anni vissuta durante il boom economico del dopoguerra e una coetanea del 2095. In media, la prima nel 1950 aveva 41 parenti in vita, mentre la seconda, secondo i calcoli, si stima che ne avrà solo 25, con un crollo del 38 percento. In Europa e Nord America dove in media le famiglie sono più piccole di quelle di altri Paesi, la situazione sarà la seguente; dai 25 parenti stimati in vita nel 1950 si passerà ai 15,9 del 2095.
Come mostra il grafico sottostante, la curva subirà un vero e proprio tracollo in Paesi come lo Zimbawe, la Cina e l'India, mentre per l'Italia e gli Stati Uniti la discesa sarà più lieve proprio perché già adesso è in corso un drammatico calo demografico, una situazione che il CEO di SpaceX e Tesla Elon Musk considera una minaccia alla civiltà peggiore della crisi climatica in corso (ma non è così). Ciò non significa che sarà "indolore". Per rendersi conto dei problemi che creerà questa situazione in Italia, basti sapere che secondo Bankitalia nel 2040 ci saranno 6 milioni di lavoratori in meno (con un inevitabile e significativo impatto sull'economia). A certificare la situazione l'ultimo censimento dell'ISTAT, nel quale è emerso che siamo scesi sotto il valore simbolico di 60 milioni di residenti (58.997.201 al 31 dicembre 2022, per l'esattezza).
Il drastico cambiamento atteso per la fine del secolo farà invecchiare inevitabilmente le reti familiari e si determinerà un significativo divario di età tra gli individui di una stessa famiglia, a causa dell'allungamento della vita e della riduzione della fertilità. Gli autori del nuovo studio prevedono che in Italia, ad esempio, l’età media della nonna di una donna di 35 anni “passerà dai 77,9 anni del 1950 a 87,7 anni del 2095”. Tutto questo avrà un significativo impatto economico e sociale, anche perché le famiglie avranno sempre più bisogno di supporto dall'esterno, che dovrà essere garantito dai singoli stati. “I nostri risultati confermano che la disponibilità di risorse di parentela sta diminuendo in tutto il mondo. Man mano che il divario di età tra gli individui e i loro parenti si allarga, le persone avranno reti familiari non solo più piccole, ma anche più vecchie”, spiega il professor Alburez-Gutierrez.
Se da un lato i nonni e bisnonni rappresenteranno un aiuto sempre più prezioso per i pochi figli e nipoti, le persone anziane avranno comunque bisogno di assistenza che i pochi parenti non riusciranno a garantire. “Questi cambiamenti epocali nella struttura familiare porteranno importanti sfide sociali che i politici del Nord e del Sud del mondo dovrebbero prendere in considerazione”, ha chiosato il professor Alburez-Gutierrez. Facciamo sempre meno figli (e più avanti con l'età) per ragioni sociali ed economiche, soprattutto in Italia, e tutto questo come evidenzia il nuovo studio avrà un impatto inevitabile sulle famiglie e l'intera società. I dettagli della ricerca “Projections of human kinship for all countries” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS.