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Cambiamenti climatici

Caldo record sulla Marmolada, 13.3° C a 3.343 metri: presto il ghiacciaio sparirà per sempre

Impressionante temperatura di 13,3° C registrata il 19 agosto 2023 a 3.343 metri di quota sulla Marmolada. Il ghiacciaio da cui si staccò il seracco mortale nel 2022 è destinato a sparire nei prossimi decenni.
A cura di Andrea Centini
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Sulla Marmolada, la “Regina delle Dolomiti”, alle 16:50 di sabato 19 agosto è stata toccata l'impressionante temperatura di 13,3° C a 3.343 metri di quota. A registrare il valore la stazione meteorologica di Marmoladameteo installata a Punta Penia, come riportato da RaiNews. È la temperatura più calda degli ultimi 10 anni raggiunta dalla colonnina di mercurio sulla vetta della montagna. Per rendersi conto di quanto sia anomala questa registrazione, basti sapere che nel giorno del crollo del seracco dal ghiacciaio della Marmolada il 3 luglio del 2022, che provocò la morte di 11 persone, la temperatura era di 12,7° C. A rendere ancor più inquietante il nuovo dato vi è il fatto che lo zero termico sulla montagna, a causa della nuova ondata di calore innescata sull'Italia dall'anticiclone africano, nei prossimi giorni rischia di spostarsi a una quota superiore ai 5.000 metri, con un gravissimo impatto sugli equilibri ecosistemici e sulla tenuta del ghiacciaio. Si stima che le temperature possano raggiungere anche i 15° C.

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Che il ghiacciaio della Marmolada – così come gli altri dell'arco alpino – sia in condizioni critiche lo dimostrano i molteplici studi condotti negli ultimi anni dagli studiosi. Il cambiamento climatico catalizzato dalle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e di altri gas a effetto serra sta infatti accelerando in modo estremo il tasso di fusione dei giganti di ghiaccio. O sarebbe meglio dire ex giganti di ghiaccio. Secondo lo studio “Glacier shrinkage in the Alps continues unabated as revealed by a new glacier inventory from Sentinel-2” condotto dall'Università di Zurigo, infatti, i ghiacciai alpini hanno perso il 14 percento della propria superficie in appena 12 anni, passando da 2.100 chilometri quadrati del 2003 ai 1806 rilevati dalla missione Copernicus tra il 2015 e il 2016. E la situazione sta peggiorando anno dopo anno. Il 2022 per i ghiacciai alpini è stato considerato un "annus horribilis" da Legambiente e il Comitato Glaciologico Italiano: è stato dimostrato che la scorsa estate si è registrato il tasso di fusione peggiore delle ultime migliaia di anni, con una riduzione media dei ghiacciai delle Alpi occidentali di ben 40 metri. Il ghiacciaio del Gran Paradiso ha subito da solo un arretramento di ben 200 metri.

Tra i pazienti più gravi dei ghiacciai alpini figura proprio la Marmolada, che in base a un'indagine internazionale condotta dai ricercatori dell'Istituto di Scienze Marine del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-ISMAR) avrebbe 20 – 25 anni di vita al massimo. Il suo destino è segnato. Basti sapere che la massa del ghiacciaio tra il 2004 e il 2014 si era ridotta del 30 percento, mentre l'estensione della superficie ghiacciata è diminuita di oltre il 20 percento nello stesso arco temprale. Dal 1905 al 2010 ha inoltre perso l'85 percento del proprio volume. Di questo passo, con temperature record sempre più elevate, come il picco del 19 agosto 2023 di 13,3° C registrato a Punta Penia, la scomparsa di questo e altri maestosi ghiacciai rischia di arrivare anche prima rispetto alle previsioni.

Un altro studio dell'Università di Zurigo ha evidenziato che entro la fine del secolo dovremo dire addio alla maggior parte dei ghiacciai alpini. E questo indipendentemente da quanto riusciremo a ridurre le emissioni di anidride carbonica e altri gas climalteranti nei prossimi anni, perché alcuni dei fenomeni innescati – come la riduzione dell'albedo, la capacità di riflettere i raggi solari – sono ormai irreversibili e nulla si potrà fare per salvarli. E la colpa di questa distruzione ecosistemica sarà solo nostra.

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