Caldo estremo in India, a Nuova Delhi raggiunta la temperatura record di 52,3 °C: cosa sta succedendo
Oggi, mercoledì 29 maggio, Nuova Delhi ha registrato la temperatura record di 52,3 °C, superando per la prima volta la storica misurazione di 50 °C in città. Il picco è stato rilevato nel sobborgo di Mungeshpur, nel nord-ovest della capitale, secondo quanto comunicato dal Dipartimento meteorologico indiano (IMD) che già ieri aveva registrato temperature prossime ai 50 °C a Mungeshpur e Narela.
L’ondata di caldo estremo che da settimane sta colpendo diversi stati del Nord dell’India si è ulteriormente intensificata negli ultimi giorni, portando le autorità sanitare a emettere un allerta per “l’alto rischio di sviluppare malattie legate al caldo e colpi di calore a tutte le età”, con “attenzione estrema per le persone vulnerabili”. Le autorità cittadine hanno inoltre avvertito del rischio di carenza d’acqua, chiedendo la “responsabilità collettiva” nel fermare gli sprechi. Secondo le previsioni, il caldo “dovrebbe attenuarsi gradualmente a partire dal 30 maggio”.
L’India non è nuova alle ondate di caldo estremo, ma gli scienziati sono ormai certi che la crisi climatica stia rendendo questo tipo di eventi meteo sempre più lunghi, più frequenti e più intensi. Gli ultimi 12 mesi sono stati i più caldi mai registrati sul pianeta ed è stato calcolato che, nell’ultimo anno, abbiamo sperimentato 26 giorni in più di temperature anormalmente elevate rispetto a quanto sarebbe avvenuto senza il cambiamento climatico.
In India sono però in molti ad attribuire questa nuova ondata di caldo estremo ai venti provenienti dallo stato del Rajasthan, dove le temperature martedì hanno raggiunto i 50,5°C. Sempre nel Rajasthan, la regione desertica di Phalodi deteneva il record di calore di tutti i tempi del Paese, pari a 51 °C raggiunti nel 2016.
Nel frattempo, il Bengala occidentale e lo stato nord-orientale di Mizoram sono stati colpiti da tempeste e violente piogge dovute al ciclone Remal, che domenica ha interessato queste regioni, uccidendo più di 50 persone. Il Dipartimento meteorologico del Bangladesh ha affermato che il ciclone è stato “uno dei più lunghi nella storia del paese” e ha attribuito la responsabilità al cambiamento climatico.