Caldo estremo alle Olimpiadi di Parigi, quando scatta l’allerta per la salute degli atleti
Le Olimpiadi di Parigi 2024, in programma dal 26 luglio (data della cerimonia di apertura) all’11 agosto in Francia, rischiano di essere un serio pericolo per la salute degli atleti, a causa dell’ondata di caldo estremo che sta colpendo l’Europa. Le temperature previste nei giorni dell’evento, associate ad alti tassi di umidità, possono infatti rendere le condizioni ambientali critiche per il corpo umano, rendendo più difficile la regolazione della temperatura corporea, il che può compromettere le prestazioni fisiche e, nel peggiore dei casi, esporre gli atleti (ma anche spettatori, operatori e volontari e tutto il personale di supporto) a conseguenze potenzialmente letali.
Sulla questione, recentemente è stato pubblicato anche un rapporto in cui gli esperti fanno il punto sui rischi che il caldo estremo rappresenta per gli atleti impegnati alle Olimpiadi (le conseguenze possono includere nausea, affaticamento eccessivo, vertigini o crampi – tutti segnali di stress da calore non compensato dalla capacità di raffreddamento dell’organismo – fino al collasso dovuto a un colpo di calore). Nel rapporto si chiede anche di rivedere il calendario delle gare per evitare le temperature estreme ed esposizioni prolungate, in particolare quando sono richiesti livelli di attività fisica costanti ed elevati.
Quando iniziano le Olimpiadi di Parigi e quanto caldo farà nei giorni delle gare
Le gare delle Olimpiadi di Parigi 2024, in programma da venerdì 26 luglio (data della cerimonia di apertura) a domenica 11 agosto, inizieranno due giorni prima della cerimonia di apertura, ovvero mercoledì 24 luglio, con il calcio maschile e il rugby a 7 (qui il calendario completo delle gare, con gli orari giorno per giorno).
Si tratterà quindi di 19 giornate che capiteranno nel periodo più caldo dell’anno in Francia, nonché quello a più alto rischio di temperature estreme, a cento anni esatti dall’ultima volta che Parigi ospitò i Giochi olimpici estivi. Da allora, le temperature medie sono aumentate di 1,8 °C, con 50 ondate di calore che si sono verificare tra il 1947 e il 2023, di cui la peggiore si è verificata nell’estate del 2003, quando l’ondata di caldo ha ucciso oltre 14.000 persone.
“Questi estremi sono dieci volte più probabili a causa del cambiamento climatico, che ha aumentato del 70 percento il rischio di mortalità correlata al calore nel centro di Parigi – affermano gli esperti nel rapporto – . Il fatto che le Olimpiadi si svolgano in piena estate significa che la minaccia di un’ondata di caldo devastante è molto reale”.
Al momento, le previsioni meteo indicano massime che non dovrebbero superare i 25 °C per almeno la prima settimana di gare, ma la preoccupazione degli esperti non è relativa solo alle temperature, in quanto la percezione del caldo è correlata anche al tasso di umidità presente nell’aria, che influisce notevolmente sulla capacità dell’organismo di disperdere il calore corporeo attraverso il sudore.
Proprio per questo motivo, uno dei metodi più utilizzati per misurare la percezione del calore in ambienti umidi è la cosiddetta temperatura del bulbo umido (Wet Bulb Globe Temperature, WBGT), che tiene conto della combinazione di questi due valori, indicando quando le condizioni ambientali diventano critiche per il corpo umano.
Qual è il limite di caldo e umidità che il corpo umano può sopportare
Lo studio di quello che in gergo è chiamato il “limite ambientale critico” non è nuovo agli scienziati che recentemente sono arrivati a calcolare qual è la soglia massima oltre cui le combinazioni di temperatura e umidità sono dannosi per il corpo umano. Questa soglia, per le persone giovani e in salute, equivale a una temperatura del bulbo umido di circa 31 °C, che ad esempio si può verificare quando la temperatura dell’aria è di circa 30 °C in una giornata con tassi di umidità molto elevati.
Cosa succede alle Olimpiadi se fa troppo caldo
Per ridurre l’esposizione degli atleti allo stress da calore, le autorità sportive hanno stabilito dei limiti di temperatura del bulbo umido (WBGT) per gli eventi sportivi, anche se c’è il timore che queste soglie non vengano rispettate in maniera stringente. Nel tennis, una temperatura del bulbo umido di 30,1 °C attiva la “Extreme Weather Policy”, ovvero una pausa di 10 minuti, ma se le temperatura continua ad aumentare (con un WBGT di 32,2 °C come soglia di sicurezza), l’arbitro del torneo e lo staff medico possono decidere di sospendere il gioco.
Anche nel triathlon, l’evento viene annullato se il WBGT supera i 32,2 °C, con la tappa del nuoto che non viene svolta nel caso in cui la temperatura dell’acqua sia superiore ai 33 °C. Per le maratone di nuoto, il limite di temperatura dell’acqua è invece di 31 °C, fermo restando che per tutte le gare che si svolgeranno nella Senna esistono anche delle soglie di inquinamento che il fiume parigino dovrà rispettare.
Riguardo invece l’hockey, ad oggi non esiste alcun un limite specifico di temperatura del bulbo umido, ma soltanto una soglia di temperatura dell’aria, che deve raggiungere i 35 °C prima che vengano attivate le misure di sicurezza. Eppure l’hockey, come emerso da uno studio del 2023, è stato uno degli sport maggiormente colpiti dal caldo durante le Olimpiadi di Tokyo del 2020.
“Durante i Giochi, almeno un atleta di hockey ha avuto un colpo di calore, mentre altri tre hanno segnalato malattie legate al calore – hanno evidenziato gli autori del nuovo rapporto – . Questo dato è particolarmente preoccupante, tuttavia, la Federazione Internazionale di Hockey (FIH) ha consentito di reclutare solo riserve tra le squadre composte da 16 giocatori, nonostante la minaccia di ondate di calore durante le Olimpiadi di Parigi”.
Quali sono i rischi per la salute degli atleti
L’esposizione a caldo e umidità aumenta il rischio di stress da calore, in particolare quando i ritmi di attività fisica sono elevati e sostenuti come quelli richiesti agli atleti che saranno impegnati alle Olimpiadi: questa situazione compromette le prestazioni fisiche e può avere una serie di effetti dannosi sulla salute, che vanno dai crampi fino al collasso dovuto al colpo di calore.
Segnali di allarme dello stress da calore sono rappresentati da sintomi come fatica e sudorazione profusa, crampi muscolari, nausea, brividi o pelle d’oca, fino alla compromissione della funzione cardiovascolare e muscolare. Nei casi in cui l’organismo non riesca a liberarsi del calore in eccesso, il rischio è l’ipertemia (colpo di calore): una condizione medica grave che può avere conseguenze a lungo termine e multiorgano e che, se non trattata abbassando la temperatura corporea o bloccandone ulteriori incrementi, può risultare anche fatale.