Caffè decaffeinato naturale (e non industriale) sempre più vicino grazie a queste piante speciali
Ricercatori brasiliani sono a un passo dalla commercializzazione di piante che producono naturalmente chicchi di caffè decaffeinato, come riportato dal quotidiano britannico Guardian. È un lavoro che va avanti da circa venti anni e che proprio in questi giorni è arrivato a un punto di svolta, con la piantagione “a tappeto” di queste speciali piante in campi selezionati, per verificarne la produttività e l'efficienza in un contesto agricolo – naturale. Se tutto andrà secondo i piani, nel prossimo futuro sarà possibile ottenere caffè della varietà arabica (ottenuto dalla pianta Coffea arabica) decaffeinato in modo del tutto naturale, una soluzione che potrebbe rivoluzionare il mercato della gustosa bevanda.
Forse, infatti, non tutti sanno che le varietà decaffeinate che troviamo al bar o al supermercato si ottengono attraverso procedure industriali più o meno complesse, che in determinati casi possono rilasciare tracce di sostanze chimiche nel caffè. Com'è noto i prodotti processati e lavorati possono avere un certo impatto sulla salute, pertanto in molti evitano il caffè decaffeinato per questa ragione. Eppure si tratta di un prodotto molto apprezzato, offrendo il gusto del caffè senza gli effetti psicoattivi – o comunque molto limitati – legati alla caffeina. Questa sostanza eccitante stimola il sistema nervoso e milioni di persone la utilizzano per tenersi sveglia, tuttavia può avere effetti collaterali come tachicardia, ansia, insonnia, problemi gastrointestinali e altro. Il caffè decaffeinato non esclude del tutto il rischio, poiché una minima concentrazione di caffeina è comunque presente, ma come indicato viene ottenuto attraverso un processo industriale.
Ora, grazie al lungo lavoro degli scienziati dell'Instituto Agronomico de Campinas (IAC), molto probabilmente sarà possibile sorseggiare del buon caffè arabica decaffeinato senza potenziali residui chimici, poiché prodotto in modo perfettamente naturale. Ma come hanno fatto a ottenere questi chicchi speciali? Semplicemente, nel corso degli anni hanno incrociato diverse piante con bassa concentrazione di caffeina, sfruttando le numerose cultivar ospitate nella “banca del germoplasma” dell'istituto. Incrocio dopo incrocio, il team guidato in origine dal professor Paulo Mazzafera ha ottenuto una pianta con una concentrazione di caffeina dello 0,07 percento, che è dieci e più volte inferiore a quella presente nelle piante di caffè arabica tipiche. La cultivar è stata ottenuta naturalmente attraverso gli incroci e non con l'ingegneria genetica per rimuovere i geni della caffeina; è un dettaglio importante, dato che gli organismi geneticamente modificati (OGM) sono rigidamente regolamentati e non tutti vogliono consumarli. La produttività è stata invece aumentata attraverso metodi biotecnologici avanzati, come spiegò in passato la ricercatrice Mirian Maluf dell'Embrapa Café, che ha collaborato con lo IAC
“I risultati che abbiamo ottenuto finora sembrano promettenti, siamo ottimisti”, ha dichiarato il dottor Julio Cesar Mistro, ricercatore a capo del progetto presso lo IAC. Non resta che attendere l'esito delle coltivazioni per sapere se arriverà nei bari e nei supermercati caffè decaffeinato naturale. In caso di successo, probabilmente avrà anche un prezzo inferiore, dato che non saranno più necessari i processi industriali per rimuovere la caffeina.