Bere caffè regala una vita più lunga e sana, secondo uno studio: quanti anni si “guadagnano”
Gli scienziati hanno determinato che bere caffè può regalare circa due anni di vita in più e in salute, tenendo a bada quei meccanismi biologici legati all'invecchiamento che catalizzano il rischio di malattie. Fra essi figurano infiammazione, ossidazione, ridotta sensibilità all'insulina, instabilità genomica e altro ancora, pur non essendo pienamente noti i processi coinvolti. È quanto emerso da un nuovo studio di revisione che ha analizzato statisticamente i dati di molteplici ricerche concentrate sulla relazione tra consumo di caffè, longevità e indicatori di vita sana. Diverse fra esse avevano già evidenziato l'impatto positivo del caffè sulla riduzione della mortalità per tutte le cause; siamo dunque innanzi all'ennesima dimostrazione dei potenziali benefici di questa amata bevanda, il cui consumo (moderato) deve comunque essere sempre valutato dal proprio medico. Il più importante principio attivo del caffè, la caffeina, può essere infatti associata a specifici disturbi e in determinate condizioni non è raccomandata.
A determinare che il consumo moderato di caffè può allungare la vita donandoci quasi due anni di vita in salute in più (1,84 anni, per la precisione) sono stati i due scienziati portoghesi Cátia R. Lopes e Rodrigo A. Cunha, ricercatori presso il CNC-Centro per le neuroscienze e la biologia cellulare – Istituto multidisciplinare sull'invecchiamento dell'Università di Coimbra e del Centro di Medicina Digitale – Scuola di Medicina dell'Università do Minho. Ricordiamo che in base alle indicazioni dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (ESFA), è considerato sicuro per la maggior parte degli individui il consumo di circa 400 milligrammi di caffeina al giorno, ovvero dalle tre alle cinque tazzine (in base alla qualità). Chiaramente queste concentrazioni non valgono per tutti; per le donne incinte o in allattamento, infatti, la raccomandazione è di circa la metà, ma ogni caso fa storia a sé e lo ribadiamo, è sempre doveroso consultare il proprio medico in tema di consumo di caffè.
I due ricercatori sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto una revisione sistematica di oltre 80 studi condotti in tutto il mondo nei quali erano stati valutati tassi di mortalità, indicatori di salute e abitudini alimentari, compreso il consumo di caffè. È dunque uno studio di associazione che non fa emergere rapporti di causa – effetto tra bevanda, longevità e salute, ma i risultati sono statisticamente significativi e suffragano quanto già rilevato in letteratura scientifica. Per fare alcuni esempi, un recente studio francese dell'Università di Lille ha determinato che il caffè è associato a un rischio ridotto di perdita di memoria, uno dei sintomi cognitivi principali della demenza e in particolar modo del morbo di Alzheimer; un'altra ricerca dell'Università di Bologna ha trovato benefici nel controllo della pressione sanguigna, mentre un altro studio della prestigiosa Università di Harvard ha rilevato che il caffè aiuta a mantenere il peso corporeo e a non ingrassare. Fra gli altri benefici evidenziati dalla ricerca scientifica l'associazione con la riduzione di alcune tipologie di tumori, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, che rappresentano la principale causa di morte nei Paesi industrializzati occidentali.
I professori Cunha e Lopes hanno analizzato le prove degli altri studi concentrandosi sui benefici derivati dalla caffeina e dagli acidici clorogenici, i più importanti principi attivi presenti nel caffè, che contiene oltre 2.000 sostanze “potenzialmente bioattive”, come indicato in un comunicato stampa dell'ateneo portoghese. Fra esse, i composti polifenolici che “possono fornire proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, con ruoli che includono la riduzione della neuroinfiammazione o la regolazione della sensibilità all'insulina”. Tutto questo concorre a una salute migliore e a una maggiore longevità, sia negli uomini che nelle donne. Il caffè, grazie ai suoi composti, sarebbe in grado di proteggere e preservare quei meccanismi biologici che l'invecchiamento deteriora e che culminano in un maggior rischio di malattie, dall'instabilità genomica alle alterazioni metaboliche, promuovendo un miglior controllo dello stress e dell'infiammazione.
“La nostra analisi sottolinea il ruolo che un consumo regolare e moderato di caffè può svolgere nel mediare contro i meccanismi biologici che naturalmente rallentano o falliscono con l'avanzare dell'età, innescando una serie di potenziali problemi di salute e comorbilità”, ha dichiarato il professor Cunha. “E c'è ancora spazio per capire di più su come funzionano esattamente questi meccanismi, così come su quali individui potrebbero essere biologicamente predisposti a trarre i maggiori benefici dalle interazioni del caffè con loro”, ha chiosato l'esperto. Ribadiamo che si è trattato di uno studio di associazione, inoltre la ricerca è stata supportata dall'Institute for Scientific Information of Coffee legata alle aziende produttrici di caffè. Un recente studio ha scoperto che i bevitori di caffè hanno una caratteristica distintiva nel loro intestino. I dettagli della nuova ricerca “Impact of coffee intake on human aging: Epidemiology and cellular mechanisms” sono stati pubblicati su Ageing Research Reviews.