Benedetto XVI forse sottoposto a tanatoprassi incompleta: esperto spiega la tecnica a Fanpage.it
Oggi, giovedì 5 gennaio 2023, si è tenuto il funerale del Papa emerito Benedetto XVI, spentosi all'età di 95 anni nell'ultimo giorno dell'anno appena concluso. Prima delle esequie la salma di Ratzinger è stata esposta per alcuni giorni presso la camera ardente a San Pietro, dove ha ricevuto l'omaggio di migliaia di fedeli e personalità delle istituzioni. Questa parte del rito è stata possibile grazie a un particolare trattamento del corpo chiamato “tanatoprassi”, una conservazione temporanea che non va confusa con l'imbalsamazione. Il nome deriva dall'unione dei termini greci “thanatos” e “praxis”, rispettivamente morte e pratica nel nostro idioma. Per capire meglio di cosa si tratta e come funziona abbiamo contattato il tanatoprattore Andrea Fantozzi, presidente e fondatore dell'Associazione Italiana di Tanatoprassi (A.I.T.) e dell'Istituto Nazionale Italiano di tanatoprassi (I.N.I.T.). Lo specialista ha fatto parte dell'equipe che ha utilizzato questa tecnica su Papa Giovanni Paolo II. Ecco cosa ci ha raccontato.
Signor Fantozzi, lei è conosciuto per aver introdotto la tecnica della tanatoprassi in Italia, come l'ha scoperta e quando l'ha portata nel nostro Paese
Era la fine degli anni '80. L'ho scoperta perché vengo da una famiglia di impresari funebri. Andai a Parigi per rimpatriare un paesano e la conobbi. Decisi all'istante che era una disciplina utile per tanti aspetti, perché erano anni che io vivevo la professione di mio padre e quindi mi rendevo effettivamente conto che c'era zero cura verso il defunto. Si dava attenzione alle auto funebri, ai fiori, agli addobbi, ma del defunto non se ne occupava nessuno a livello professionale.
Ci spieghi
Dalla fine degli anni'80 ad oggi sono passati tantissimi anni, prima che si arrivasse a una considerazione della disciplina da inserire nel sistema funerario e sanitario italiano. Ora c'è un disegno di legge – il Ministero della Salute sta lavorando – per il riconoscimento giuridico della tanatoprassi. Speriamo che nei prossimi mesi ci si arrivi. Ci sono anche tantissimi giovani interessati ad imparare questo mestiere. Ce ne sono più di 400 che vogliono partecipare al corso e 200 che chiedono informazioni per partecipare in futuro. Speriamo che lo Stato faccia subito una regolamentazione che permetta a tutte queste persone di partecipare a una formazione riconosciuta e abilitativa.
Ci sta quindi dicendo che la tecnica viene utilizzata ma non è ancora riconosciuta
Il sunto è questo, viene utilizzata ma non è regolamentata. Fondamentalmente il beneficio della tanatoprassi è di tutti. Parliamo di una professione che dona sicuramente rispetto e dignità ai defunti, ma alza molto il livello igienico dei trasporti funebri. Possiamo ben dire che gli utilizzi della tanatoprassi sono svariati.
Ci faccia un esempio
Un utilizzo chiave della tanatoprassi è la ricerca medica e nel campo della formazione. Studiando i cambiamenti fisici che si verificano durante questo fenomeno i ricercatori possono in qualche modo studiare meglio il corpo avendolo fissato, eliminando tutti i processi putrefattivi che a volte anche nel settore medico-legale aiuta tantissimo. Perché avere un corpo fissato ti garantisce un'indagine più chiara, nitida. Al contrario la decomposizione potrebbe andare a nascondere una lesione, un livido. O qualsiasi altra cosa che potrebbe essere determinante per il ricercatore o medico-legale che sta facendo un'indagine.
Gli aspetti benefici della tanatoprassi non sono solo limitati alla presentazione estetica del defunto e basta. Anche l'estetica ha la sua importanza, sebbene possa sembrare futile in un momento delicato come quello di un funerale, in realtà ricopre un ruolo davvero importante. Fondamentalmente l'ultima immagine che noi ci portiamo del nostro caro è quella che ci rimane dentro. Ho assistito a degli ultimi saluti traumatizzanti. Ci si porta dietro oltre al dolore della morte un ricordo atroce, che è quello ottico.
Tra le grandi personalità che ha trattato con la tanatoprassi vi è stato Papa Giovanni Paolo II
La direzione scientifica dell'Istituto Nazionale Italiano di tanatoprassi (I.N.I.T.) è ricoperta dal professor Giovanni Arcudi. Partecipammo all'intervento sul Papa come equipe del professor Arcudi, che era il diretto incaricato da parte del Vaticano.
Cosa può dirmi sul trattamento di Benedetto XVI?
Quello che posso dire su Benedetto XVI si limita semplicemente a ciò che ho visto: le fotografie circolate su internet che hanno visto tutti. A me non sembra che sia stato fatto un trattamento intravasale, un trattamento di tanatoprassi completo. È probabile che il prodotto sia stato applicato. Noi siamo anche detentori di un brevetto europeo di un sostituto della formaldeide che è un eccellente conservante della materia organica. Consente anche soltanto a livello topico – basta applicarlo semplicemente sul corpo con una spugna, col cotone o con un pennello – la conservazione della salma dai 2 ai 4 giorni. E senza problemi per la sua brillante efficacia. Secondo me l'iniezione intravasale non c'è. L'ipotesi è che possano aver utilizzato il nostro Fluytan, ma non ne sono sicuro. Non ho informazioni su Ratzinger.
Mi dica di più sul Fluytan. Come funziona questo prodotto?
È un prodotto che viene usato per la conservazione delle salme ma anche nell'istopatologia, nell'istochimica, nel settore biomedico, in medicina legale, nella tassidermia. È un ritrovato nostro che come le dicevo sostituisce in modo eccellente la formalina. Inizialmente per la sua non tossicità. Basta documentarsi un attimo su quali rischi si corrono a lavorare con la formalina, per rendersi conto di cosa parliamo. Oltre a questo risponde alle necessità di fissazione dei tessuti nel settore della tanatoprassi in modo eccellente. Abbiamo la capacità di trattare anche le salme di persone decedute da 20 giorni in uno stato avanzato di decomposizione. Con la formalina era impensabile una cosa del genere.
Quando i medici legali devono svolgere un'autopsia su un corpo ritrovato dopo 10 giorni è terrificante a livello olfattivo. Con la formalina inoltre si piange perché evapora, iniziano a pizzicare gli occhi e non elimina gli odori. Il Fluytan oltre a essere un ottimo fissatore elimina gli odori all'istante. Su una salma con odori abominevoli basta nebulizzare il prodotto sul corpo e istantaneamente scompaiono. Questo è solo uno degli esempi del suo uso. In genetica, ad esempio, nel fissare i campioni prelevati da indagini giudiziarie la formalina aveva il grande rischio di degradare il DNA. Il Fluytan consente di conservare il pezzo immerso anche ore, giorni e il DNA resta integro. Non viene assolutamente compromesso.
Per quanto concerne il trattamento di una salma integra, viene tolto tutto il sangue e iniettato il prodotto?
Nei trattamenti di tanatoprassi con la formalina si faceva così. Si era obbligati a sostituire il sangue drenato con il prodotto di conservazione con la formalina, che in parte era mischiata con acqua. Su 5 litri di prodotto che andavano iniettati, 4 parti e mezzo erano acqua e 0,5 formalina. Si era obbligati a drenare tutto il sangue e quindi uno dei problemi più grandi che si poneva era proprio quello dello smaltimento di questo liquido recuperato durante i trattamenti. Con il Fluytan questo è scomparso, perché il prodotto consente di fare la conservazione del corpo solo con l'iniezione arteriale, senza drenaggio del sangue. Essendo una miscela a base di perossidi organici è capace di disintegrare il sangue.
Se noi mettiamo il Fluytan a contatto con il sangue vediamo che inizia ad attivarsi decolorando lo stesso fino a diventare trasparente. Questo è un grande vantaggio per i trattamenti di tanatoprassi sia per gli operatori che li eseguono che per il sistema sanitario che non avrà più il problema di smaltire il sangue drenato. Io ho lavorato per 10 anni con la formalina e so cosa vuol dire: è un “mostro”.
In quale arteria viene inserito il prodotto?
Bisogna vedere di caso in caso, perché in presenza di problemi circolatori la sede può cambiare. Diciamo però che l'arteria carotide e la femorale sono i punti principali di accesso per l'iniezione del Fluytan.
Sulla pagina dell'I.N.I.T. è indicato che il “ritorno in polvere” della salma trattata avviene entro 10 anni, mentre in quelle non trattate si può arrivare fino agli 80 anni. Come mai viene accelerato questo processo?
Anche qui subentra molto il prodotto che si utilizza. Se facciamo un trattamento di tanatoprassi con la formalina noi troveremo un corpo che negli anni si disidraterà, con prosciugamento del corpo senza putrefazione, fino a una sorta di mummificazione. Significa che andremo a trovare ancora uno strato di tessuto sull'osso. Completamente disidratato. Nel trattamento con il Fluytan cambia totalmente. Se il corpo sarà esposto a minimi accessi d'aria avrà la possibilità di scheletrizzarsi nell'arco di 10 – 20 anni. Dipende dalle condizioni in cui si trova il corpo. Se noi lo mettiamo in un posto asciutto è un conto, in uno umido è un altro. Anche il luogo specifico e il clima influenzano moltissimo il processo di mineralizzazione. I corpi trattati col Fluytan sono sicuramente più corruttibili di quelli trattati con formalina. Sono più mineralizzabili.
I 40 – 80 anni invece si riferiscono ai corpi tumulati nei loculi, non quelli nel terreno. Per il cadavere messo nel terreno, se la terra è buona ci vogliono 3 anni. Una terra sabbiosa tipo quella del mare. Il problema non sono le inumazioni, ma le tumulazioni. Per i corpi non trattati siamo innanzitutto obbligati a mettere la doppia cassa, una di zinco e una di legno, quella di zinco poi viene saldata ermeticamente, e il tutto va messo dentro un fornetto chiuso ermeticamente. Così sì hanno 80 chilogrammi di massa organica allontanati dai tre elementi necessari alla mineralizzazione: acqua, aria e terra. Come possiamo pretendere che questa massa organica al 70 percento è composta da acqua si possa mineralizzare, degradare? Non avviene. È soprattutto lo zinco uno dei problemi, che favorisce la corificazione che è una sorta di mummificazione. Quindi cosa accade, questo sistema non consente la giusta mineralizzazione dei corpi.
Ho letto e sentito dire che è colpa dei cibi con i conservanti che mangiamo oggi, ma la verità è che il sistema non è giusto. Il sistema di tumulazione ermetica non può ovviamente permettere una mineralizzazione, una biodegrazione. Il discorso igienico è serio, ma con un trattamento scompare tutta la questione che si crea con la chiusura ermetica.