Avvistata una stella con un ingrediente fondamentale per la vita: dove può nascere una nuova Terra
Il James Webb Space Telescope (JWST) ha preso il volo solo tre anni fa ma ha già accumulato numerose scoperte che stanno rivoluzionando la nostra conoscenza dello spazio. Questa volta potrebbe avere trovato una regione dello spazio che potrebbe spiegare come si formano i pianeti e, magari, trovarne uno simile al nostro.
Un team internazionale di scienziati della Nasa e dell'Esa hanno trovato per la prima volta fuori dalla nostra galassia l'etano, un idrocarburo comunemente usato per refrigerare (o per formare l'alcol etilico che usiamo nei nostri alcolici), ma anche altri composti del carbonio che sono comuni sui pianeti rocciosi come la Terra.
Dove potrebbe formarsi un pianeta simile alla Terra
Bisogna guardare lontano, a 650 anni luce da noi, per osservare la stella giovane ISO-Chal 147 che si trova nella regione spaziale chiamata Chameleon I. Più piccola rispetto al nostro Sole (è grande 0.11 masse solari), normalmente non risciremmo a guardarla con gli strumenti che abbiamo usato fino a poco tempo fa perché ha una massa troppo piccola ed è troppo poco luminosa.
Il segreto per sviluppare pianeti come la Terra, però, sta proprio nelle sue dimensioni ridotte. È intorno alle stelle più piccole, infatti, che si formano i pianeti rocciosi come la Terra grazie alla rotazione di dischi protoplanetari, cioè un insieme di gas e polveri che orbitano attorno a una stella non massiccia. In questo caso, il disco che ruota attorno a ISO-Chal 147 ha una temperatura di circa 300 gradi kelvin (che corrisponde a circa 30 gradi centigradi) ed è ricco di molecole di idrocarburi.
Quali molecole sono state trovate su ISO-Chal 147
Per la prima volta abbiamo osservato una molecola molto speciale fuori dal nostro sistema solare. Si chiama etano, è incolore, inodore ed estremamente infiammabile. Qui sulla Terra viene usato come refrigerante ma anche per processi di sintesi chimica (per esempio per formare l'alcol etilico). Là nello spazio, in mezzo al disco che ruota attorno a ISO-Chal 147, è in buona compagnia: il JWST ha trovato anche il propino (che è un buon candidato come carburante per i missili), l'etilene (usato come base per la produzione di materie plastiche) e il benzene (impiegato in diversi processi industriali).
"È fantastico che adesso possiamo vedere danzare queste molecole in una culla planetaria", ha commentato così Aditya Arabhavi, ricercatrice dell'Università di Groningen e a capo dello studio. I prossimi passi della ricerca partiranno proprio da qui: "Espandere il nostro studio ci permetterà di comprendere meglio come si formano queste molecole", ha spiegato Thomas Henning, uno degli autori dello studio. E forse così si potranno osservare nuovi pianeta come la Terra proprio mentre si formano.