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Australia, l’uccello “più pericoloso del mondo” fa un bagno nell’oceano: le immagini del casuario

Un giovane casuario è stato avvistato mentre nuotava nella Baia di Bingil, lungo la costa dell’Australia. Le immagini del suo bagno nell’oceano sono diventate rapidamente virali. L’animale, del resto, è noto per essere l’uccello “più pericoloso del mondo”
A cura di Andrea Centini
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Credit: Nikita McDowell
Credit: Nikita McDowell

Nei giorni scorsi, in Australia, è stato filmato uno splendido esemplare di casuario mentre nuotava nell'oceano a circa 200 metri dalla costa. L'uccello si è poi avvicinato a riva ed è rimasto una mezzora a riposare sotto a un albero. La curiosa scena, filmata da alcuni bagnanti presenti nella Baia di Bingil, lungo la costa orientale della “terra dei canguri”, è diventata rapidamente virale, per due ragioni principali. La prima risiede nel fatto che in molti non sanno che questi animali sono abilissimi nuotatori, anche se vederli in mare non è certamente un evento consueto; la seconda è che i casuari sono considerati gli uccelli più pericolosi del mondo dal Guinnes dei Primati, a causa delle potentissime zampe armate di artigli da 12 centimetri assolutamente mortali.

Uno degli ultimi casi balzati agli onori della cronaca internazionale è quello del 75enne Marvin Hajos, ucciso in Florida da uno dei suoi casuari – aveva un allevamento – nella sua fattoria nell'aprile del 2019. In base a quanto riportato dai quotidiani statunitensi, l'uomo sarebbe caduto in giardino e successivamente aggredito dal possente uccello. Consapevole della pericolosità di questi meravigliosi uccelli, l'anziano aveva espresso il desiderio di non vederli abbattuti qualora fosse stato coinvolto in un incidente (il casuario “killer” è stato messo all'asta). Alto fino a 1,90 metri e con un peso massimo di oltre 80 chilogrammi, il casuario è capace di correre a una velocità di 50 chilometri orari e sfoderare cariche micidiali, con zampate rapidissime e letali proprio a causa delle “lame” al posto degli artigli. Sono molto simili a quelli dei Velociraptor di Jurassic Park (che in realtà erano Deinonychus, i veri Velociraptor erano non più grandi di un tacchino). Ad ogni modo, i casuari ci ricordano che dal punto di vista evolutivo gli uccelli sono dinosauri a tutti gli effetti, facenti parte del gruppo dei teropodi, lo stesso dei tirannosauri e dei velociraptor, appunto.

Tornando al curioso avvistamento nella Baia di Bingil, a essere coinvolto è stato un giovane casuario della sottospecie meridionale (Casuarius casuarius johnsonii). L'uccello, quando era distante dalla costa, è stato inizialmente scambiato per uno squalo o una tartaruga, come spiegato dal Dipartimento dell'Ambiente e della Scienza del Queensland, ma quando si è avvicinato è diventato chiaro a tutti chiaro di cosa si trattasse. Tra chi ha ripreso in video l'uccello Nikita McDowell, che si trovava nel campeggio della baia. “Sono corsa giù e ho aspettato che il casuario emergesse dall'oceano, e doveva essere esausto mentre stava all'ombra sotto un albero con le zampe tremanti per circa mezzora. Forse è entrato nell’oceano intorno a South Mission Beach ed è stato catturato dalla corrente o e trascinato fino a Bingil Bay”, ha dichiarato la donna.

Come indicato, non tutti sanno che i casuari sono anche abilissimi nuotatori. “I casuari possono nuotare e scendere in acqua per attraversare da una sponda all'altra di un fiume, o se si sentono minacciati dai cani domestici o da un altro casuario a causa di una disputa territoriale. Non siamo sicuri per quanto tempo questo animale sia rimasto in acqua o perché sia andato a fare una nuotata, ma il filmato è sorprendente”, ha dichiarato Stephen Clough, ufficiale del Queensland Parks and Wildlife Service (QPWS). Dopo essersi riposato sotto l'albero, regalando uno spettacolo insolito ai presenti, l'uccello è sparito nella foresta, tornando nel suo habitat naturale. Purtroppo i casuari sono classificati come vulnerabili nella Lista Rossa della IUCN e si stima che ne siano rimasti solo 4.000 nel Queensland. L'attacco di cani domestici, l'investimento da parte delle auto e soprattutto la distruzione dell'habitat naturale sono considerate le principali cause del loro declino.

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