Aurora boreale in Italia e non solo, la tempesta solare può avere impatto anche sulla ripresa post-uragano
L’aurora boreale che ha regalato spettacolo anche in Italia, tingendo di rosa e viola il cielo notturno di giovedì 10 ottobre 2024 potrebbe non essere la sola conseguenza della forte tempesta solare che sta colpendo la Terra: la violenta espulsione di massa coronale (CME) che ha raggiunto il nostro pianeta, alterando il campo magnetico terrestre e innescando rapidamente le condizioni di tempesta geomagnetica G4 (grave), ha il potenziale per raggiungere livelli G5 (estremi) nella giornata di oggi, la massima classe di intensità.
Una tempesta di questo tipo, osservata l’ultima volta a maggio di quest’anno, quando ha prodotto aurore visibili lontano dai poli, può avere un impatto critico sugli sforzi di recupero dopo l’uragano Milton in Florida, causando possibili interruzioni alle comunicazioni che dipendono dai satelliti, interferire con il sistema GPS e minacciare le reti elettriche, come indicato dallo Space Weather Prediction Center (SWPC) del National Weather Service, il centro di previsione meteorologica spaziale degli Stati Uniti che ha allertato la Federal Emergency Management Agency (FEMA) e altre le agenzie statunitensi impegnate nella gestione delle emergenze.
Quando l’aurora boreale si vede anche dall’Italia
La tempesta solare che ha colpito la Terra a partire dalla giornata di ieri, innescando rapidamente le condizioni di tempesta geomagnetica G4 (grave), persisterà per tutta la giornata di oggi, 11 ottobre 2024 e potrebbe intensificarsi, raggiungendo livelli G5 (estremi).
Questo tipo di evento, che si verifica mentre il Sole sta raggiungendo, o forse è già arrivato, al culmine del suo ciclo di 11 anni, ovvero nel periodo in cui la sua attività è più intensa, può determinare lo spostamento dell’aurora dalla sua normale residenza polare: nel caso dell’aurora boreale, visibile nell’emisfero settentrionale, il tipico bagliore luminoso può pertanto essere osservato anche alle medie e basse latitudini, risultando visibile anche dall’Italia, che si trova tra il 47° e il 35° parallelo nord.
Possono inoltre verificarsi i cosiddetti SAR, gli archi rossi aurorali stabili, che compaiono alle nostre latitudini durante le tempeste geomagnetiche di intensità medio-forte.
I rischi della tempesta solare sulla ripresa post-uragano
Un’attività solare più intensa determina alterazioni alla magnetosfera terrestre che possono comportare diverse altre conseguenze oltre lo spostamento dell’aurora. In particolare, una tempesta geomagnetica di classe G4 come quella che si regista in queste ore, in particolare, rischia di interferire con i satelliti, i segnali, radio, i sistemi di navigazione GPS e danneggiare le reti elettriche. “Questa tempesta può avere impatto critico sugli sforzi di recupero in corso per gli uragani Milton ed Helen in diversi modi” ha precisato l’SWPC, indicando che potrebbe causare:
- interruzioni nei sistemi che dipendono da satelliti in orbita terrestre bassa o da comunicazioni ad alta frequenza;
- minacciare le reti elettriche già indebolite dagli uragani
- interferire con i sistemi di navigazione e servizi GPS), in particolare quelli utilizzati nei soccorsi in caso di calamità, che potrebbero risultare degradati
“I gestori delle infrastrutture sono stati avvisati di adottare misure per mitigare ogni possibile impatto” ha aggiunto l’SWPC. Le tempeste dello scorso maggio, ad esempio, avevano reso inutilizzabili i sistemi GPS di precisione utilizzati dagli agricoltori statunitensi nel Midwest e nelle Grandi Pianure e hanno anche causato lo scatto di alcuni trasformatori ad alta tensione, sebbene senza interruzioni su larga scala della rete.
Circa 5.000 satelliti hanno richiesto aggiustamenti orbitali a causa dell’aumento della resistenza atmosferica, ha affermato Shawn Dahl della SWPC durante un briefing mercoledì. In precedenza, le “tempeste di Halloween” dell’ottobre 2003 provocarono blackout in Svezia e danneggiarono le infrastrutture elettriche in Sudafrica.