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Arrabbiarsi può essere di aiuto nell’affrontare i compiti più difficili

Lo suggerisce una nuova ricerca americana che ha valutato il possibile impatto della rabbia in diverse situazioni.
A cura di Valeria Aiello
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Un’arrabbiatura, che sia a casa, a scuola o sul lavoro, sembra essere di aiuto quando si tratta di affrontare i compiti più complicati. Lo suggerisce una nuova ricerca americana che ha valutato l’impatto della rabbia nelle diverse circostanze. Arrabbiarsi, mostrano gli studiosi, può portare a risultati migliori in una serie di situazioni “aumentando lo sforzo e determinando un maggiore successo nel raggiungimento dell’obiettivo desiderato”.

Lo studio, appena pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology, descrive nel dettaglio come la rabbia influisca sul raggiungimento di risultati: in una serie di esperimenti, che hanno coinvolto più di 1.000 partecipanti, gli studiosi hanno suscitato una risposta emotiva (come rabbia, divertimento, desiderio o tristezza) o uno stato emotivo neutro, per poi valutare gli obiettivi raggiunti in una serie di compiti di diversa complessità.

In un test, ai partecipanti sono state mostrate immagini progettate per suscitare risposte emotive o neutre ed è stato quindi chiesto di risolvere una serie di anagrammi di varia difficoltà. In un altro test, l’obiettivo era ottenere punteggi elevati in un videogioco di sci, sia in un livello che prevedeva un gioco impegnativo (evitare le bandiere su un percorso di slalom) sia in uno più semplice che comprendeva solo un salto.

In tutti gli esperimenti, la rabbia ha migliorato la capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati rispetto a una condizione neutrale quando i compiti erano più difficili. In alcuni casi, è stata associata a punteggi più alti o a tempi di risposta più brevi. In un test, ha addirittura aumentato le strategie di raggiro per ottenere un risultato migliore.

I ricercatori hanno anche analizzato i dati di una serie di sondaggi raccolti durante le elezioni presidenziali americane del 2016 e del 2020. Prima delle elezioni del 2016, alle persone era stato chiesto di valutare quanto si sarebbero arrabbiati se il loro candidato preferito non avesse vinto. Dopo le elezioni, le persone più arrabbiate, che non erano tra coloro che avevano sostenuto il candidato vincente, sono risultate quelle che avevano maggiori probabilità di votare alle elezioni successive. Al contrario, la rabbia non ha avuto alcun effetto su coloro che avevano sostenuto il candidato vincente.

Questi risultati dimostrano che la rabbia aumenta lo sforzo verso il raggiungimento di un obiettivo desiderato, spesso determinando un maggiore successo” ha affermato l’autrice principale dello studio, la professoressa Heather Lench del Dipartimento di scienze psicologiche della Texas A&M University.

Secondo Lench, gli effetti della rabbia nello spingere le persone a raggiungere più frequentemente i propri obiettivi erano specifici nelle situazioni in cui i compiti erano più impegnativi. La rabbia non è infatti risultata associata al raggiungimento degli obiettivi quando questi erano più facili, come nel videogioco di salto con gli sci, mentre in alcuni casi anche il divertimento o il desiderio sono risultati correlati a un aumento del raggiungimento degli obiettivi. “Le persone spesso preferiscono usare le emozioni positive come strumento e non quelle negative, ritenendo le emozioni negative come indesiderabili e disadattive – ha precisato l’esperta – . La nostra ricerca si aggiunge tuttavia alla crescente evidenza per cui un mix di emozioni positive e negative può promuovere il benessere, evidenziando che le emozioni negative possono essere uno strumento particolarmente efficace nelle situazioni più complesse”.

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