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Cambiamenti climatici

Approvata la vendita di carne coltivata in laboratorio: svolta storica negli USA

La FDA e il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) hanno approvato per la prima volta la vendita di carne coltivata in laboratorio al pubblico. Perché è una decisione rivoluzionaria e quali saranno i benefici.
A cura di Andrea Centini
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Negli Stati Uniti è stata approvata per la prima volta la commercializzazione della carne coltivata in laboratorio. In parole semplici, da oggi questo prodotto rivoluzionario potrà essere liberamente acquistato nei supermercati o consumato al ristorante, poiché le autorità competenti lo hanno ritenuto sicuro per il consumo umano. A certificarne la sicurezza la Food And Drug Administration (FDA) – l'agenzia federale che si occupa di regolamentare farmaci, terapie e prodotti alimentari – e il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA). Si tratta di una pietra miliare nella storia dell'alimentazione per molteplici ragioni, che spaziano dal benessere animale alla lotta al cambiamento climatico.

A ricevere il via libera per la messa in vendita della carne coltivata in laboratorio sono state le due aziende Good Meat e Upside Foods. In entrambi i casi sono stati approvati prodotti a base di carne di pollo. La carne coltivata si ottiene a partire da campioni di cellule estratti da un animale e fatti moltiplicare in laboratorio all'interno di un apposito bioreattore o fermentatore. “Funziona un po' come per la birra”, aveva dichiarato a Fanpage.it la dottoressa Nike Schiavo, biotecnologa presso Bruno Cell, una start up italiana specializzata proprio nella ricerca sulla carne coltivata. La scienziata ha spiegato che all'interno di questi bioreattori si fanno crescere e moltiplicare le cellule a temperatura e ossigenazione controllate, col supporto di un liquido nutritivo che favorisce il processo biologico. Gli strati di cellule vengono organizzati e stampati per ottenere hamburger, bocconcini e altri formati di carne, dal sapore e dalla consistenza assimilabili alle vera carne acquistata dal macellaio (sotto questo punto vista si sta lavorando anche sugli strati di grasso, ma la prova del nove la fornisce solo l'assaggio).

Poiché l'intero processo avviene all'interno di un ambiente rigidamente controllato, dove le cellule vengono nutrite con un mix calibrato di amminoacidi, carboidrati e micronutrienti senza l'ausilio di antibiotici, ormoni della crescita e prodotti geneticamente modificati, la sicurezza del prodotto viene assolutamente garantita e può essere persino superiore a quella di alcuni prodotti “tradizionali”. Non c'è da stupirsi che l'USDA e l'FDA l'abbiano considerata valida per il consumo umano, mentre in Italia il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha avviato una vera e propria crociata contro questi prodotti emergenti.

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A marzo di quest'anno è stato approvato un DDL col quale si vieta la produzione e la commercializzazione della “carne sintetica” nel nostro Paese, con multe previste fino a 60.000 Euro. Il ministro sostiene che con questa decisione si tutelano la tradizione, la cultura e la salute, col sottinteso che la carne coltivata potrebbe essere nociva per l'uomo. Ma in realtà è un'affermazione che non ha alcun fondamento scientifico, come evidenziato dalla dottoressa Schiavo: “È difficile parlare di qualcosa che non è ancora sul mercato; il loro intervento preventivo si basa sulla mancanza di conoscenza. L’autorità europea sta facendo studi per valutare i rischi, perciò è abbastanza strano che il governo si sia messo davanti a un ente predisposto a valutare la qualità e i rischi di un prodotto”, ha chiosato la scienziata.

I vantaggi della commercializzazione della carne coltivata in laboratorio, come indicato, sono molteplici. In primis si pone fine alla sofferenza degli animali allevati per il consumo umano, spesso tenuti in regimi intensivi dove il cosiddetto “benessere” non può esistere. Molte persone scelgono di diventare vegane o vegetariane proprio per non essere complici delle atrocità commesse nei confronti degli animali allevati. La carne coltivata eliminerebbe del tutto questo genere di sofferenze. In secondo luogo ci sarebbero benefici significativi in termini di emissioni di CO2 (anidride carbonica), consumo di suolo e utilizzo di acqua, tutti fattori determinanti nel contesto della crisi climatica. Le 20 maggiori industrie della carne e lattiero-casearie secondo il documento Meat Atlas emettono più gas serra di grandi Paesi industrializzati come Francia e Germania.

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Ma quanto si risparmia effettivamente con la carne coltivata? “Per quanto riguarda il risparmio di acqua è tra le 10 e le 20 volte in meno rispetto alla carne di manzo convenzionale, riduce di 7 volte il consumo di gas serra, di 10 volte quello del suolo, e per quanto riguarda la produzione di fosfati anche 35 volte in meno rispetto agli allevamenti”, ha spiegato la dottoressa Schiavo. Il riferimento è alla carne di bovino coltivata in laboratorio, al momento non ancora approvata, mentre quella ad aver ricevuto il via libera negli USA è di pollo. Gli allevamenti di pollame in genere sono sensibilmente meno energivori di quelli di bovini e suini.

Credit: Primeval Foods
Credit: Primeval Foods

L'approvazione al commercio per la carne di pollo coltivata in laboratorio probabilmente darà uno slancio significativo all'intero settore, già molto intraprendente; alcuni si stanno industriando a produrre carne di animali esotici (come zebre e leoni) e addirittura estinti come i mammut, sempre a partire da campioni di cellule e naturalmente senza arrecare danni agli animali (o ai fossili). "L'annuncio rivoluzionario di oggi segna un momento cruciale nel nostro viaggio verso la costruzione di un sistema alimentare più sicuro ed efficiente", ha dichiarato il dottor Bruce Friedrich, il Presidente del The Good Food Institute. "GFI elogia le agenzie di regolamentazione statunitensi e GOOD Meat per la loro forte collaborazione durante questo rigoroso processo. I consumatori americani sono ora più vicini che mai a mangiare la vera carne che amano, che utilizza molta meno terra e acqua rispetto alla carne prodotta convenzionalmente. Sottoponendosi a un completo processo di revisione e soddisfacendo i più elevati standard normativi, la carne coltivata fornirà ai consumatori una fonte sicura e affidabile di proteine. Mentre navighiamo in un futuro con una crescente domanda globale di carne, è fondamentale che i governi di tutto il mondo diano la priorità alla carne coltivata come soluzione che soddisfi le preferenze dei consumatori, supporti gli obiettivi climatici e garantisca la sicurezza alimentare per le generazioni a venire", ha chiosato il dirigente.

Non resta che attendere anche il parere delle autorità alimentari europee; nonostante l'ostracismo del governo italiano il percorso sembra ormai tracciato e l'ok di FDA e USDA probabilmente darà un'accelerazione all'intero settore. Restano dei dubbi sui costi del prodotto finale, ma il presso della carne coltivata dovrebbero raggiungere quello della carne tradizionale entro il 2030, secondo l'agenzia di previsione McKinsey.

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