Anticorpo monoclonale Nirsevimab efficace all’80% contro il virus che provoca bronchiolite nei bimbi
L'anticorpo monoclonale Nirsevimab ha un'efficacia del 79,5 percento nel proteggere i bambini da un'infezione che richiede assistenza medica (ricovero compreso) provocata dal virus respiratorio sinciziale umano (RSV). Questo patogeno a RNA del genere Orthopneumovirus è noto per essere il principale responsabile della bronchiolite e della polmonite nei piccoli al di sotto dei due anni, causando molte delle ospedalizzazioni che si verificano nei primi mesi di vita. Poter disporre di una terapia preventiva così efficace potrà dunque proteggere molti bambini dalle conseguenze più spiacevoli dell'infezione. A maggior ragione se si considera che, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia di COVID-19, a partire dallo scorso anno è stato registrato un vero e proprio boom di infezioni da RSV nei bambini; lockdown e altre misure anti contagio hanno infatti limitato l'“addestramento” del loro sistema immunitario, esponendoli a infezioni talvolta più virulente dopo le riaperture.
Ad annunciare l'efficacia del Nirsevimab sono state le due case farmaceutiche Sanofi e AstraZeneca con un comunicato stampa congiunto; le due società hanno lavorato fianco a fianco per mettere a punto l'anticorpo monoclonale, un'immunoglobulina semi-sintetica sintetizzata in laboratorio a partire da veri anticorpi contro il virus respiratorio sinciziale umano. Dall'analisi statistica dei dati raccolti da uno studio di Fase 3 e dallo studio di Fase 2b MELODY, gli scienziati hanno osservato che il farmaco, inoculato con una singola iniezione intramuscolare da 50 milligrammi, ha determinato una riduzione del rischio di infezione con necessità di intervento medico del 79,5 percento (rispetto al placebo). L'effetto protettivo è stato osservato sia nei bambini nati prematuri che in quelli nati al termine dei nove mesi.
Dai campioni di sangue prelevati dai bambini trattati col Nirsevimab, inoltre, è stato osservato un incremento di cinquanta volte degli anticorpi neutralizzanti contro l'RSV al 151esimo giorno dopo l'iniezione rispetto al basale, ovvero subito dopo l'inoculazione del farmaco. A circa un anno di distanza i livelli di anticorpi risultavano essere 19 volte superiori al basale; ciò suggerisce che, pur diminuendo naturalmente col passare dei mesi, la protezione dal virus resta efficace per una significativa finestra temporale. Il merito è anche della piattaforma tecnologia YTE di AstraZeneca alla base della terapia, che permette al Nirsevimab una lunga emivita.
“Il virus respiratorio sinciziale rimane la causa più comune di infezione del tratto respiratorio inferiore nei neonati e provoca ogni anno epidemie stagionali a livello globale. Queste nuove analisi rafforzano il potenziale di nirsevimab di proteggere tutti i bambini durante la stagione del virus respiratorio sinciziale con una singola dose, il che può portare a un cambio di paradigma nella prevenzione del virus respiratorio sinciziale”, ha dichiarato il professor Eric Simões, docente di Malattie Infettive Pediatriche presso la Scuola di Medicina dell'Università del Colorado di Denver. “Ogni anno, il virus respiratorio sinciziale provoca epidemie stagionali di infezioni del tratto respiratorio inferiore nei bambini. Queste analisi si aggiungono al convincente corpus di prove di nirsevimab come la prima potenziale immunizzazione preventiva a dose singola per tutti i bambini contro il virus respiratorio sinciziale, affrontando una chiara esigenza insoddisfatta nel panorama preventivo del virus respiratorio sinciziale”, gli ha fatto eco il dottor Mene Pangalos, vicepresidente di AstraZeneca. Soddisfazione espressa anche dal dirigente di Sanofi Jean-François Toussaint, che ha sottolineato l'importanza dei progressi compiuti grazie al nuovo farmaco. I dettagli del nuovo studio sono stati presentati durante il Meeting Annuale della Società Europea per le Malattie Infettive Pediatriche (ESPID), che si concluderà oggi ad Atene.