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Antica città di 3.400 anni riemerge a causa della siccità estrema

Dal bacino idrico di Mosul, in Iraq, a causa della grave siccità sono riemerse le rovine di una città di 3.400 anni. Forse è Zakhiku dell’Impero Mittani.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Università di Tubingia
Credit: Università di Tubingia

Un'antica città di 3.400 anni è riemersa in Iraq a causa dell'estrema siccità che sta colpendo il Paese mediorientale, in particolar modo nelle regioni meridionali. Le spettacolari rovine, probabilmente appartenenti alla florida Zakhiku dell'Impero Mittani, sono apparse nel cuore del bacino idrico di Mosul, il più importante di tutto il territorio iracheno. Dalla fine dello scorso anno è stato autorizzato il prelievo di ingenti quantità d'acqua dal bacino da destinare ai raccolti per evitare che si secchino, essendo esposti a una gravissima siccità catalizzata dai cambiamenti climatici. Il fenomeno è presente anche in molti altri Paesi, Italia compresa, come del resto dimostra la situazione del Po dal cui letto stanno riemergendo mezzi della Seconda Guerra Mondiale e resti di animali preistorici, tuttavia l'Iraq si trova in una delle aree più colpite in assoluto.

Credit: Università di Tubingia
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Quando il livello dell'acqua si è abbassato a sufficienza è intervenuto un gruppo di ricerca internazionale per condurre le indagini sul sito archeologico, già noto da alcuni anni dopo un precedente abbassamento dell'acqua. Tra gli enti coinvolti l'Organizzazione per l'archeologia del Kurdistan, l'Università di Friburgo, l'Università di Tubinga e la Direzione delle Antichità e del Patrimonio a Duhok. La città riemersa si trova lungo le sponde del Tigri a Kemune, dove negli anni '80 fu costruita una grande diga per la creazione del bacino; i lavori furono eseguiti quando non era noto il notevole interesse archeologico dell'area. Nel 2018 gli scienziati scoprirono in loco un magnifico palazzo, prima che le acque sommergessero di nuovo il sito. Durante la nuova spedizione, tenutasi tra gennaio e febbraio di quest'anno, gli archeologi sono riusciti a individuare una grande struttura fortificata con torri e alte mura, un gigantesco edificio su più piani destinato alla conservazione delle merci e un complesso industriale, come si legge in un comunicato stampa dell'Università di Tubingia.

Credit: Università di Tubingia
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“L'enorme edificio di stoccaggio è di particolare importanza perché in esso devono essere state immagazzinate enormi quantità di merci, probabilmente portate da tutta la regione”, ha dichiarato la professoressa Ivana Puljiz, coautrice dello studio. “I risultati degli scavi mostrano che il sito era un importante centro dell'Impero Mittani”, le ha fatto eco il professor Hasan Qasim. Secondo le ricostruzioni degli studiosi, la città che prosperò fino al 1350 avanti Cristo, quando un devastante terremoto distrusse tutto e i resti degli edifici rimasero sepolti. Grazie a questo evento sotto le macerie sono rimasti conservati muri di fango essiccato decorati e persino un centinaio di tavolette cuneiformi di argilla, nonostante 40 anni fa l'area fu completamente sommersa per la costruzione della diga. “È quasi un miracolo che le tavolette cuneiformi fatte di argilla cruda siano sopravvissute per così tanti decenni sott'acqua”, ha dichiarato il coautore dello studio Peter Pfälzner.

Credit: Università di Tubingia
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Per preservare l'antica città e i suoi tesori gli scienziati hanno ricoperto le preziose rovine con enormi teli di plastica, riducendo al minimo l'impatto dell'innalzamento dell'acqua nei periodi di abbondanza.

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