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Antibiotico appena scoperto è in grado di uccidere i batteri resistenti ai farmaci

L’antibiotico, chiamato zosurabalpina, appartiene a una classe di farmaci completamente nuova. Nei test in vitro e su modelli animali ha dimostrato di poter colpire una specie batterica (Acinetobacter baumannii) resistente ai carbapenemi, identificata come patogeno critico di priorità 1 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
A cura di Valeria Aiello
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Acinetobacter baumannii, una specie batterica resistente a quasi tutti gli antimicrobici e in grado di resistere anche ai carbapenemi (CRAB) / Credit: CDC
Acinetobacter baumannii, una specie batterica resistente a quasi tutti gli antimicrobici e in grado di resistere anche ai carbapenemi (CRAB) / Credit: CDC

Nella lotta ai batteri resistenti agli antibiotici, una nuova e interessante scoperta sta dimostrando di poter offrire una promettente soluzione all’urgente problema delle infezioni da microrganismi resistenti ai farmaci. Si tratta di un antibiotico chiamato zosurabalpina, appartenente a una classe del tutto nuova, che nei test in vitro e su modelli animali ha dato prova di poter colpire una delle specie batteriche di maggiore preoccupazione per la salute globale, l’Acinetobacter baumannii resistente ai carbapenemi (CRAB), un ceppo identificato come patogeno critico di priorità 1 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli studi clinici sono attualmente in corso e, se daranno i risultati sperati, potrebbero portare all’approvazione di un farmaco essenziale per affrontare un problema che, secondo alcune stime, potrebbe diventare la principale causa di morte entro il 2050.

Zosurabalpina, il nuovo antibiotico che uccide i batteri resistenti ai farmaci

Il nuovo antibiotico, identificato da Claudia Zampaloni, Patrizio Mattei, Konrad Bleicher e colleghi del team di Roche Pharma Research and Early Development di Basilea, in Svizzera, è stato chiamato zosurabalpina dai ricercatori che, in uno studio appena pubblicato su Nature, hanno documentato la sua attività contro Acinetobacter baumannii resistente ai carbapenemi (CRAB), un batterio resistente a quasi tutti gli antimicrobici e in grado di condividere facilmente questa sua abilità con gli altri batteri. A. baumannii, nello specifico, è un batterio Gram-negativo che spesso causa infezioni invasive in pazienti ospedalizzati e in pazienti con malattie critiche, più comunemente polmonite nosocomiale e infezioni del sangue (sepsi).

Altri esempi di batteri Gram-negativi sono Pseudomonas aeruginosa ed Escherichia coli, notoriamente difficili da uccidere, grazie alla loro membrana esterna composta da lipopolisaccaride (LPS). Molti farmaci non riescono infatti a superare questo scudo protettivo, ma l’antibiotico zosurabalpina ha dimostrato di farlo, come dettagliato in un secondo articolo, pubblicato sempre su Nature. In particolare, il farmaco ha mostrato innanzitutto di impedire al LPS di raggiungere la membrana esterna, interferendo con i meccanismi di trasporto che permettono all’LPS di raggiungere la corretta posizione nella cellula batterica.

Sorprendentemente, questa nuova classe di antibiotici si lega sia al complesso di trasporto che allo stesso LPS, impedendone il trasporto verso la membrana esterna – ha spiegato Kenneth Bradley, responsabile globale dell’Infectious Disease Discovery presso Roche Pharma Research & Early Development e autore corrispondente dello studio – . Di conseguenza, l’LPS rimane intrappolato nel complesso della membrana interna. Senza la capacità di trasportare LPS i batteri muoiono”.

Ciò significa che il nuovo farmaco può aggirare le difese che CRAB ha sviluppato nei confronti di altri farmaci, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per indagare sul rischio di sviluppo di resistenza antibiotica anche alla zosurabalpina. Al momento, nei test in vitro e in modelli murini, il farmaco ha dimostrato di poter rappresentare un punto di svolta nella lotta all’antibiotico resistenza, riducendo considerevolmente batteriemia nei topi con polmonite correlata a CRAB e prevenendo la morte in quelli con sepsi. Recentemente avviata anche la sperimentazione clinica di fase I, in cui si testerà la sicurezza del farmaco negli esseri umani, che potrebbe aprire la strada allo sviluppo di altri farmaci che mirano in modo simile al trasporto di LPS in altri Gram negativi.

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