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Animazione dallo spazio mostra gli effetti della catastrofica alluvione nelle Marche

Due immagini satellitari a confronto catturate dai satelliti dell’ESA mostrano le conseguenze dell’alluvione che ha devastato le Marche il 15 settembre.
A cura di Andrea Centini
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Credit: ESA
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Una esplicativa animazione composta da immagini satellitari a confronto mostra le conseguenze della catastrofica alluvione che giovedì 15 settembre ha colpito l'Italia centrale, l'ennesima seguita da una strage e danni enormi. Questa volta a essere investita dalla furia dell'acqua e del fango è stata la popolazione delle Marche, con i comuni di Senigallia, Ostra, Trecastelli, Barbara, Cantiano, Castelleone di Suasa e Serra Sant'Abbondio tra i più devastati. Ad oggi, martedì 20 settembre, si contano 11 vittime, una cinquantina di feriti, 150 sfollati e due dispersi, fra i quali un bambino di 8 anni. Il presidente della Regione Francesco Acquaroli ha dichiarato che i danni ammontano ad almeno 2 miliardi di Euro.

Dallo spazio non si può cogliere il dolore e la devastazione che dilagano lungo le vie ricoperte da fango, detriti, tronchi e veicoli distrutti, ma è possibile osservare le conseguenze macroscopiche della furia della natura. L'animazione GIF, condivisa dal profilo Twitter ESA EarthObservation dell'Agenzia Spaziale Europea, mette a confronto due immagini scattate dai satelliti Sentinel della missione Copernicus prima e dopo l'alluvione, ovvero il 12 settembre e il 18 settembre. Quella scattata dopo l'evento mostra le coste lungo il Mar Adriatico ampiamente invase dai sedimenti, portati in mare dai fiumi in piena e dagli altri canali di sfogo. Non c'è da stupirsi che la concentrazione maggiore di sedimenti si rilevi proprio innanzi a Senigallia, dove il fiume Misa – il cui straripamento ha provocato i danni più gravi – sfocia nel suo tortuoso percorso di 45 chilometri attraverso l'anconetano.

Per rendersi conto di quanto è stato devastante e improvviso il nubifragio, basti pensare che alle 22 del 15 settembre a Senigallia il Misa aveva un'altezza di appena 21 centimetri, ma è arrivato a 5,31 metri alle 23:45, come riportato su Facebook dall'Osservatorio sulle Risorse Idriche dell'ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e Tutela del territorio e delle acque irrigue), basato sui dati della Rete Meteo Idropluviometrica Regionale delle Marche. Allo stesso modo, l'affluente Sentino del fiume Esino è passato dal record negativo di 41 centimetri dei giorni a 3,67 metri alle 19:30 del 15 settembre. Questi dati non devono stupire, considerando che nella sola Cantiano, uno dei comuni più colpiti, tra le 15:00 e le 22:30 sono caduti ben 420 millimetri di pioggia, dei quali circa 200 millimetri solo tra le 17:00 e le ore 19.00. È quantità d'acqua mostruosa, paragonabile al 50 percento di quella caduta in tutto il 2021. Anche nel comune di Barbara tra le 15:00 e le 22:45 sono caduti 127 millimetri di pioggia, mentre a Scheggia, come riporta l'ANBI, ne sono caduti 187,2, con 50 millimetri caduti tra le 17:30 e le 19:30.

In quei giorni si sono registrati nubifragi anche in altre aree dell'Italia centrale / orientale ed è per questo che tutte le coste adriatiche, dal Friuli alla Puglia, come mostra la foto dell'ESA, si sono riempite di sedimenti trasportati da fiumi e torrenti. Come sottolineato dagli esperti, questi eventi così catastrofici sono diretta conseguenza dei cambiamenti climatici, a causa delle elevatissime temperature innescate dall'effetto serra che caricano di energia l'atmosfera, poi costretta a liberarsene con eventi sempre più violenti e drammatici. Proprio come il catastrofico nubifragio dei giorni scorsi.

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