Angina, cos’è la malattia di cui soffriva Antonello Fassari: sintomi e cause

L'angina pectoris è una malattia che si manifesta principalmente con dolore al torace. La causa è una forma di ischemia, ovvero il ridotto afflusso di sangue fa sì che il tessuto cardiaco non disponga di ossigeno a sufficienza. Anche se a volte viene confuso con l'infarto del miocardio, si tratta di una condizione diversa: a differenza di quanto accade in caso di infarto – spiega Fondazione Humanitas – nell'angina l'ischemia è reversibile e non causa danni permanenti al cuore.
Ne soffriva da tempo Antonello Fassari, l'attore scomparso sabato 5 aprile, all'età di 72 anni. Fassari, noto al grande pubblico per ruoli che hanno fatto la storia della tv italiana degli ultimi decenni, primo tra tutti l'oste Cesare nella seri tv I Cesaroni, aveva parlato della sua salute in un'intervista di qualche tempo fa a Il Messaggero: "Stavo male, non riuscivo a fare le cose di tutti i giorni. Sentivo come una carpa dentro, qualcosa che mi mordeva. Ero divorato dalle ansie".
Cos'è l'angina pectoris
L'angina pectoris è il termine medico che indica una forma di dolore al petto che si verifica quando il cuore non riceve abbastanza sangue a causa – spiega il portale dell'Istituto superiore di sanità (Iss) – del restringimento, o dell'indurimento, delle arterie coronarie che trasportano il sangue fino al cuore. Questa temporanea riduzione dell'afflusso sanguigno – nota anche come ischemia – causa una mancanza di ossigeno al tessuto cardiaco che si manifesta come dolore e senso di oppressione all'altezza del petto.
Esistono due tipi di angina pectoris: si definisce "stabile" quando gli episodi di dolore sono dovuti a eventi specifici, come uno sforzo fisico o un forte stress, e migliorano a riposo o con i farmaci. La forma "instabile" è quella che colpisce in modo imprevedibile, senza una causa nota, e il dolore non passa con il riposo.
Quali sono i sintomi
L'angina pectoris ha fondamentalmente un sintomo: il dolore al petto. Questo può essere accompagnato da una sensazione di oppressione, una condizione che può essere confusa con i sintomi tipici dell'indigestione. Nella maggior parte dei casi, il dolore è transitorio e se la persona si mette a riposo, tende a rientrare nell'arco di dieci minuti. Il dolore però può manifestarsi con un grado di intensità variabile: può essere lieve, acuto o forte. A volte, può diffondersi anche al braccio, alla mandibola e alla schiena. Tra questi ci sono:
- affanno
- irrequietezza
- vertigini
- nausea
- stanchezza
- formicolio nel torace e negli arti superiori
- sudorazione
- difficoltà a respirare (dispnea)
- svenimento
Le cause dell'angina e le conseguenze
Le cause che determinano questa insufficienza nell'afflusso di sangue al cuore sono identificabili nel caso di angina stabile, mentre nella forma instabile non è possibile rintracciare l'evento scatenante.
Nella forma stabile, in genere l'angina pectoris è scatenata da un evento che – spiega il portale dell'Iss – sottopone il cuore a un "super lavoro". Ad esempio subito dopo un anomalo sforzo fisico o un forte stress emotivo.
È importante specificare che l'angina pectoris in sé non rappresenta una condizione potenzialmente letale, ma le persone che ne soffrono hanno un rischio maggiore di avere un infarto o un ictus. A ogni modo, se una persona non sa di soffrire di angina pectoris e avverte un dolore al torace è fondamentale contattare i soccorsi (118 o 112) così da accertare l'origine del dolore. L'Istituto superiore di sanità consiglia di assumere in attesa dell'arrivo dell'ambulanza un'aspirina – ovviamente fatta eccezione per i soggetti allergici – in quanto l'azione anti-aggregante di questo farmaco può prevenire la formazione di coaguli di sangue, riducendo il rischio di infarto o ictus.
Come si cura l'angina
Una volta che l'angina viene diagnosticata, il medico può decidere di trattarla attraverso diversi interventi. Le opzioni di trattamento prevedono farmaci e interventi e puntano a migliorare l'afflusso di sangue alle arterie coronarie, i vasi sanguigni che forniscono ossigeno e nutrienti al cuore.
I farmaci in genere disponibili per l'angina pectoris hanno un'azione anti-aggregante o vasodilatatoria, come spiega Fondazione Humanitas. Rientrano in questo elenco i nitrati o nitroglicerina, che favorendo la dilatazione delle coronarie, migliorano l'afflusso di sangue al loro interno. Anche i calcio-antagonisti hanno una funzione simile.
C'è poi l'aspirina, che – come abbiamo detto prima – grazie alla sua funzione anti-aggregante contribuisce a evitare la formazione di coaguli (o trombi). I beta-bloccanti invece agiscono in modo indiretto: rallentano il battito cardiaco e fanno abbassare la pressione del sangue così da ridurre il fabbisogno cardiaco di sangue. Infine, le statine, controllando i livelli di colesterolo nel sangue aiutano a limitare il suo accumulo sulle pareri delle arterie, eventualità che potrebbe ostacolare l'afflusso di sangue.
Gli interventi possibili sono in genere due: l'angioplastica coronarica percutanea e il bypass coronarico. La prima permette l'inserimento nell'arteria attraverso una proceduta mini-invasiva di una sorta di palloncino (o in alternativa una piccola struttura cilindrica) che viene gonfiato dove l'arteria è più stretta e quindi il passaggio di sangue viene ostacolato. Il bypass è invece la procedura con cui il chirurgo costruisce dei condotti vascolari che permettono al sangue di "bypassare" il punto dove la coronaria è più stretta.