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Anche gli insetti possono percepire il dolore, proprio come noi

Lo sostiene un team di ricerca internazionale sulla base di un crescente numero di prove comportamentali, molecolari e anatomiche.
A cura di Valeria Aiello
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Spesso pensiamo agli insetti come a creature istintive e senza cervello, che reagiscono in modo meccanico all’ambiente circostante e a tutti i suoi stimoli. Ma più i ricercatori studiano i loro comportamenti, più appare evidente che questi animali – che con oltre un milione di specie rappresentano i cinque sesti dell’intero regno animale – sembrano possedere la percezione dolore perché “molto probabilmente” hanno il controllo nervoso centrale della nocicezione, ovvero il processo sensoriale che rileva e convoglia i segnali e le sensazioni dolorose. Lo sostiene un team di ricerca formato da scienziati britannici e iraniani, sulla base di un crescente numero di prove comportamentali, anatomiche e molecolari.

È infatti ben documentato che gli insetti tendano ad evitare i contatti potenzialmente dannosi, così come è stato rivelato, in un articolo di ricerca pubblicato su Science Advances nel 2019, che il moscerino della frutta più studiato, la Drosophila, ha mostrato sintomi di dolore cronico dopo che i ricercatori hanno rimosso una delle sue zampe. Un nuovo lavoro di revisione della letteratura scientifica, appena pubblicato su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, ha portato gli autori della ricerca a ritenere che gli insetti abbiano molto probabilmente una sorta di sistema di controllo della risposta al dolore e che tale controllo è coerente con l’esistenza dell’esperienza del dolore.

Queste conclusioni, sottolineano i ricercatori, hanno “importanti implicazioni circa l’allevamento di insetti, la loro conservazione e il loro trattamento in laboratorio”, in particolare alla luce degli inviti da parte delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni  circa la produzione di insetti per il consumo alimentare umano. “Tuttavia – precisano in una nota stampa – le implicazioni etiche non sono state considerate a fondo, poiché le misure di protezione per il benessere degli animali tendono a non riguardare gli insetti”.

Dal momento che gli insetti sono una classe di animali molto ampia e varia, è comunque del tutto possibile che la complessità della regolazione della nocicezione e le potenziali sensazioni di dolore percepite varino notevolmente tra i diversi generi e specie. D’altra parte, la prospettiva di una loro percezione delle sensazioni dolorose solleva importanti questioni. “La ricerca futura dovrebbe mirare a caratterizzare ulteriormente la modulazione del comportamento nocivo e se questo è associato al dolore negli insetti, per chiarire se dovremmo offrire protezione etica agli insetti in contesti potenzialmente dannosi, come l’agricoltura e la ricerca – desumono gli autori dello studio – . Inoltre, la delucidazione delle vie neuronali e molecolari del controllo discendente della nocicezione negli insetti può portare all’uso degli insetti come organismo modello per le condizioni del dolore umano che coinvolgono la disfunzione del controllo discendente”.

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