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Alga migliora i sintomi del Parkinson e protegge i neuroni nei test: possibile nuovo farmaco

Un team di ricerca giapponese ha dimostrato che gli antiossidanti presenti nell’alga bruna Ecklonia cava migliorano la funzionalità motoria in topi affetti da Parkinson. È stato inoltre osservato che ripristinano il tessuto intestinale e proteggono dalla neurodegenerazione i neuroni che producono dopamina. In futuro questi composti potrebbero diventare un potente farmaco preventivo.
A cura di Andrea Centini
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Ricercatori giapponesi hanno dimostrato che sostanze antiossidanti prodotte da un'alga bruna – chiamata Ecklonia cava – sono in grado di proteggere le cellule cerebrali (neuroni) dalla neurodegenerazione e migliorare i sintomi del morbo di Parkinson in test di laboratorio, ripristinando le funzionalità motorie, la motilità intestinale e i tessuti del colon. Inoltre è stato osservato uno specifico effetto protettivo sui neuroni che producono dopamina (dopaminergici), la cui perdita è strettamente associata al Parkinson. Sebbene tali risultati sono al momento stati ottenuti solo su modelli murini (topi) e cellule umane coltivate in provetta, sono talmente promettenti che in futuro i composti antiossidanti di quest'alga potrebbero diventare un prezioso farmaco in grado di prevenire la patologia neurodegenerativa, sempre più diffusa assieme all'Alzheimer a causa dell'invecchiamento della popolazione.

A determinare che i polifenoli antiossidanti presenti nell'alga bruna Ecklonia cava migliorano e ripristinano i sintomi del Parkinson in test di laboratorio è stato un team di ricerca giapponese guidato da scienziati della Scuola di specializzazione in vita umana ed ecologia dell'Università metropolitana di Osaka, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Nutrizione dell'Università della Salute e del Benessere di Aomori. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Akiko Kojima-Yuasa, docente presso il Dipartimento di Nutrizione dell'ateneo nipponico, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver testato i polifenoli di Ecklonia cava (ECP) – ricchi dell'antiossidante florotannino – su roditori affetti dal modello murino del Parkinson (MP) e cellule del neuroblastoma umano SH-SY5Y, un tipo di cancro al cervello.

I ricercatori erano a conoscenza degli effetti benefici di questi composti chimici, che altri studi in passato avevano associato alla protezione da stress ossidativo delle cellule, infiammazione, colesterolo alto e disregolazione della glicemia nel sangue (protezione dal diabete). Non c'è da stupirsi che gli estratti di quest'alga bruna, che si trova naturalmente nell'Oceano Pacifico e in particolar modo lungo le coste dell'Estremo Oriente, sia molto utilizzata come integratore alimentare in Cina, Giappone, Corea e altri Paesi asiatici. Per tutti questi motivi la professoressa Kojima-Yuasa e colleghi hanno deciso di verificarne anche le potenziali proprietà neuroprotettive. Come spiegato dagli esperti, il morbo di Parkinson è legato alla perdita di neuroni dopaminergici in una specifica area del cervello chiamata substantia nigra, la cui degenerazione sfocia in tremori, rigidità, perdita della coordinazione e altri sintomi motori e non caratteristici della condizione. Il fenomeno dei danni neuronali è catalizzato anche dalla produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS), che promuovono l'ossidazione in grado di deteriorare le cellule, compresi i neuroni che producono dopamina.

I ricercatori hanno testato gli effetti dei polifenoli di Ecklonia cava in modelli murini con Parkinson trattati con rotenone (una sostanza capace di compromettere la funzionalità motoria), osservando che la somministrazione orale quotidiana degli antiossidanti è stata in grado di migliorare la mobilità in appositi esperimenti. Inoltre è stato osservato il ripristino della motilità intestinale e della morfologia della mucosa che ricopre il colon; sebbene possano sembrare effetti non strettamente correlati, diversi studi hanno dimostrato che sussiste una forte associazione tra il microbiota intestinale e lo sviluppo di patologie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson. Non a caso è stato determinato che il trapianto di feci dal naso può migliorare i sintomi del Parkinson.

Nei test condotti sulle cellule coltivate in laboratorio è emerso che gli antiossidanti dell'alga bruna sono in grado di aumentare l'espressione della tirosina idrossilasi proprio nella substantia nigra; ciò indica che hanno un effetto protettivo specifico per i neuroni che producono la dopamina. Se ciò non bastasse, i polifenoli ECP attivano anche l'enzima AMPK (adenosina monofosfato-proteina chinasi attivata) che inibisce la produzione di specie reattive dell'ossigeno, che come specificato catalizzano la neurodegenerazione.

“Questo studio suggerisce che gli antiossidanti di Ecklonia cava possono ridurre il danno neuronale tramite l'attivazione di AMPK e l'inibizione della produzione intracellulare di specie reattive dell'ossigeno. Si spera che Ecklonia cava sia un composto efficace nella prevenzione del morbo di Parkinson”, ha dichiarato in un comunicato stampa la professoressa Kojima-Yuasa. I dettagli della ricerca “Ecklonia cava Polyphenols Have a Preventive Effect on Parkinson’s Disease through the Activation of the Nrf2-ARE Pathway” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Nutrients.

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