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Al via in Svezia la più grande caccia ai lupi dei tempi moderni (e ora rischiano anche in Italia)

Stoccolma ha approvato l’abbattimento di 75 lupi su un totale di circa 460, ma l’obiettivo sarebbe ridurli a 170. Un massacro che rischia di compromettere la variabilità genetica.
A cura di Andrea Centini
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Un lupo euroasiatico. Credit: wikipedia
Un lupo euroasiatico. Credit: wikipedia

In Svezia è iniziata la più grande campagna di caccia al lupo degli ultimi decenni. I cacciatori, con il benestare del parlamento di Stoccolma, sono autorizzati ad abbattere 75 esemplari su una popolazione complessiva di circa 460, fra l'altro parzialmente condivisa con la Norvegia. Il lupo presente nei Paesi scandinavi è la sottospecie Canis lupus lupus (il lupo grigio euroasiatico o lupo comune), che è classificato come in pericolo critico di estinzione in Norvegia e gravemente minacciato in Svezia. Ciò nonostante è stata comunque fissata una significativa quota di abbattimenti, sotto la fortissima spinta della lobby dei cacciatori, che ha una grande influenza sui politici locali.

Come riportato dal quotidiano svedese SVT Nyheter, saranno coinvolte nella caccia al lupo una dozzina di aree nelle cinque contee in cui le popolazioni sono più numerose, ovvero Gävleborg, Dalarna, Västmanland, Örebro e Värmland. Il Guardian, che ha accompagnato 200 cacciatori nella prima giornata della campagna, ha riferito che nessun lupo è stato abbattuto, ma i cani al seguito hanno identificato diverse tane che favoriranno il “lavoro” nelle giornate successive. Ma perché si è deciso di eliminare una percentuale così importante di esemplari, tenendo presente che si tratta di una specie fortemente minacciata a livello locale?

Come affermato a SVT Nyheter da Gunnar Glöersen, responsabile dei predatori presso l'Associazione dei cacciatori svedesi, "la caccia è assolutamente necessaria per rallentare la crescita dei lupi. Il branco di lupi è il più grande che abbiamo avuto nei tempi moderni". "Vediamo che la popolazione di lupi cresce ogni anno e con questi abbattimenti vogliamo assicurarci di poter raggiungere l'obiettivo fissato dal parlamento", gli ha fatto eco Anna-Caren Sätherberg, ministro svedese per gli affari rurali. "Possiamo osservare che il livello di conflitto è aumentato e che il livello di accettazione è diminuito", ha aggiunto la politica, richiamando i problemi di convivenza che spesso vengono tirati fuori anche qui in Italia. In precedenza si era discusso di voler ridurre la popolazione di lupi a non meno di 300 esemplari, per evitare problemi di consanguineità, tuttavia il parlamento di Stoccolma sembra ora favorevole ad abbassare il numero di esemplari a 170, il minimo accettato per il rispetto della direttiva Habitat dell'Unione Europea in materia di conservazione della biodiversità, come riportato dal Guardian. In pratica, il numero di 75 esemplari recentemente approvato sarebbe solo l'inizio di una carneficina più vasta. Se si pensa che dal 2010 a oggi ne sono stati uccisi complessivamente 203, si capisce la notevole accelerazione decisa per quest'anno.

“È ovvio che c'è una forte pressione politica per la caccia autorizzata al lupo, ma anche alla lince e all'orso”, ha dichiarato al Guardian Marie Stegard, presidente del gruppo anti-caccia Jaktkritikerna. “C'è una grande maggioranza di svedesi a cui piacciono i lupi, anche dove vivono. A nostro avviso, la ragione di questa caccia risiede semplicemente nel fatto che c'è una richiesta di sparare ai lupi da parte dei cacciatori. Le organizzazioni di cacciatori hanno un potere enorme in Svezia. È un dato di fatto che il parlamento svedese abbia un circolo di cacciatori aperto a membri di tutti i partiti, con un tiro a segno sotto il parlamento. Sembra uno scherzo, ma è assolutamente vero”, ha proseguito l'attivista.

Il problema è che, come affermato dal responsabile dei predatori del WWF Benny Gäfwert, i numeri indicati dal parlamento svedese non sono stati stabiliti da nessuna organizzazione scientifica. I 170 esemplari cui si punta sono considerati troppo pochi per mantenere una sufficiente variabilità genetica fra la popolazione, e dunque sulla buona salute dei lupi scandinavi in prospettiva. Essendo predatori apicali giocano un ruolo importantissimo nel mantenimento degli equilibri ecologici, ma sono odiati a causa di potenziali interazioni col bestiame che potrebbero essere prevenute con misure ad hoc. Fra l'altro i lupi presenti in Norvegia e Svezia sono quelli finlandesi, poiché tra il 1600 e il 1700 i locali furono praticamente annientati dai cacciatori. Il DNA dei lupi presenti oggi indica chiaramente che si tratta di esemplari giunti dalla Finlandia, come indicato da uno studio condotto da scienziati dell'Università norvegese di scienza e tecnologia e dell’Università di Copenhagen. Secondo il gruppo naturalistico Aktivt Rovdyrvern (ARV) per mantenere una popolazione di lupi vitale dal punto di vista genetico, in Scandinavia si dovrebbe arrivare a una popolazione di 1.500 esemplari, ma come indicato si punta ad arrivare a 170 in Svezia e a una trentina in Norvegia. Con simili numeri la popolazione di lupi sarà sempre in pericolo e non fiorente, con tutto ciò che ne consegue in termini di equilibri ecosistemici.

I lupi ora iniziano seriamente a rischiare anche in Italia, dove si stima la presenza di circa 3mila esemplari di lupo grigio appenninico o lupo italiano (Canis lupus italicus). La Lega vorrebbe privare questi animali dello status di specie protetta, inoltre i lupi – così come gli orsi e altri – potrebbero essere coinvolti nelle battute di “caccia selvaggiarecentemente approvata dalla Commissione Bilancio della Camera, che permetterà l'abbattimento di animali anche in città, nelle aree protette, nei parchi, nelle riserve e dove generalmente vige il divieto venatorio. Anche nei periodi di “silenzio”, al di fuori della regolare stagione di caccia. Sebbene questo decreto sia stato fatto passare all'opinione pubblica come una sorta di “legge anti cinghiale”, in realtà non c'è nessuna indicazione specifica sulle specie da abbattere; qualunque animale potrà essere coinvolto, se ritenuto “problematico”. I rischi per la biodiversità sono significativi, ma lo sono anche per la sicurezza pubblica, dato che si potrà sparare anche nei parchi cittadini. Un'assurdità da Far West contro cui le organizzazioni animaliste hanno già promesso battaglia in ogni sede opportuna, UE compresa.

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