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Al centro della nostra galassia c’è un altro buco nero: era nascosto nell’ammasso stellare IRS 13

Si tratta di un buco nero di massa intermedia, pari a circa 30.000 volte quella del Sole: secondo gli scienziati potrebbe essersi formato poco dopo il Big Bang.
A cura di Valeria Aiello
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Osservazione di IRS 13, l'ammasso stellare vicino al centro della Via Lattea e al buco nero supermassiccio Sagittarius A*, che al suo interno contiene un altro buco nero di massa intermedia / Credit: The Astrophysical Journal 2024
Osservazione di IRS 13, l'ammasso stellare vicino al centro della Via Lattea e al buco nero supermassiccio Sagittarius A*, che al suo interno contiene un altro buco nero di massa intermedia / Credit: The Astrophysical Journal 2024

Al centro della nostra galassia, nelle immediate vicinanze del buco nero supermassiccio Sagittarius A* (SgrA*) c’è un altro buco nero di massa intermedia, pari a circa 30.000 volte quella del Sole. Era nascosto al centro di IRS 13, un ammasso stellare particolarmente interessante per la sua natura polverosa e che, grazie alle più recenti osservazioni ad alta risoluzione, da qualche anno ha cominciato ad essere risolto. Questo ammasso stellare, scoperto circa vent’anni fa, si trova a 0,1 anni luce dal centro della Via Lattea, una distanza molto piccola in termini astronomici ma che, se ipotizzassimo di percorrerla, dovremmo viaggiare per venti volte da un’estremità all’altra del nostro Sistema solare per coprirla.

In precedenti osservazioni, il team di ricerca guidato da Florian Peißker dell’Istituto di Fisica dell’Università di Colonia, in Germania, aveva notato che le stelle in IRS 13 si muovono secondo uno schema inaspettatamente ordinato, anziché essere disposte in modo casuale. Questo schema regolare aveva portato il team a ipotizzare un’interazione di IRS 13 con SgrA*, il che porterebbe appunto al moto ordinato delle stelle, ma anche a ritenere che all’interno dell’ammasso ci fosse qualcosa in grado di mantenere la sua forma compatta.

Le osservazioni con Very Large Telescope (Vlt) in cima al Cerro Paranal, in Cile, e l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (Alma) sull’altopiano di Chajnantor, sempre in Cile, hanno suggerito che la ragione della forma compatta di IRS 13 possa risiedere nella presenza di un buco nero di massa intermedia situato al centro dell’ammasso stellare. Ciò sarebbe supportato dal fatto che i ricercatori sono stati in grado di osservare raggi X caratteristici e gas ionizzato che ruotavano a una velocità di diverse centinaia di km/s in un anello attorno alla sospettata posizione del buco nero di massa intermedia.

Un’altra indicazione della presenza di un buco nero di massa intermedia è la densità insolitamente elevata dell’ammasso stellare, superiore a quella di qualsiasi altro ammasso stellare noto nella nostra Via Lattea. “IRS 13 sembra essere un elemento essenziale per la crescita del nostro buco nero centrale SgrA*” ha affermato Peißker che, insieme ai colleghi, ha presentato i risultati delle nuove analisi di IRS 13 in un nuovo articolo pubblicato sull’Astrophysical Journal.

Questo affascinante ammasso stellare ha continuato a sorprendere la comunità scientifica sin da quando è stato scoperto – ha aggiunto il ricercatore – . All’inizio si pensava fosse semplicemente formato da una sola stella insolitamente pesante. Ma grazie ai dati ad alta risoluzione, ora possiamo confermare la presenza di agglomerati stellari con un buco nero di massa intermedia al centro”.

Gli scienziati ritengono che i buchi neri di massa intermedia si siano formati poco dopo il Big Bang e che, fondendosi, possano essere stati i “semi” dei buchi neri supermassicci: essendo tuttavia ancora poco conosciuti – ad oggi sono stati scoperti solo circa dieci buchi neri di massa intermedia nell’intero universo – sono tra gli oggetti celesti che nascondono ancora più segreti.

Ad ogni modo, le osservazioni programmate con il telescopio spaziale James Webb e con l’Extremely Large Telescope, attualmente in costruzione, forniranno ulteriori informazioni sul nuovo buco nero appena scoperto e sui processi che avvengono all'interno dell’ammasso stellare. “Testeremo la nostra ipotesi sulla presenza di un buco nero di massa intermedia e verificheremo ulteriormente la natura dell’ammasso – hanno aggiunto gli studiosi – . Inoltre ridurremo ulteriormente le incertezze sulle misurazioni e avremo modo di studiare nel dettaglio le varie componenti di IRS 13”.

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